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Studi di architettura

Anno:  1959 - 1997

Località: Milano, Duomo

Indirizzo: via Maddalena

Destinazione d'uso: Edifici residenziali

Oramai il nuovo studio di Santa Maria alla Porta non è più nuovo. E la grande chiesa del Richini è la sua immagine più bella con quella scritta del Cantico dei Cantici ecc. Non è più nuovo e sempre mi meraviglio come le cose si consumano e noi le consumiamo e come noi stessi siamo consumati dalle cose, tempo, persone luoghi ecc.
[Aldo Rossi, Quaderno Azzurro 45, 4 aprile 1991- luglio 1991, in: Aldo Rossi, I Quaderni Azzurri 1968-1992 (a cura di Francesco Dal Co), Electa/The Getty Research Istitute, Milano 1999]

 


Aldo Rossi ha sempre lavorato immerso nei suoi disegni e nei suoi oggetti di affezione, le foto che nel tempo hanno catturato i luoghi milanesi in cui AR progettava, tra tutte gli scatti esemplari di Luigi Ghirri, nello studio di via Maddalena, sembrano seguire con precisa coerenza il carattere dei suoi disegni, dei suoi collage e delle tante composizioni fantastiche, spesso disorientanti, a cui lui stesso ci ha abituati. Frammenti, ritagli, modelli di progetti o di architetture conosciute e ancora libri, piccoli teatrini o oggetti inconsueti sottratti al loro ambiente naturale e svuotati del loro significato originale, ricompongono nelle stanze del suo studio, ogni volta in modo diverso, nuove storie, progetti contemporanei o futuri. Caffettiere, immagini di santi, il grande modello del Duomo, come attori partecipano e animano progetti conosciuti anche a distanza di anni. Le pareti, ad una ad una, ricostruiscono spesso la sequenza dei progetti, affiancando mai con casualità riflessioni, lavori comuni, riferimenti consueti. Le vie di Milano racchiuse nel primo centro, tra il Duomo, la Torre Velasca, Sant’Ambrogio, la Ca’ Granda, ancora prima che Rossi diventasse architetto del mondo, hanno accolto silenziosamente il suo lavoro quotidiano; anche col passare degli anni, quando i suoi progetti lo hanno costretto a lungo lontano, Milano, il lago, il suo studio significava per lui tornare a casa.

 

Architettura e autobiografia, come nella sua stessa vita, sembrano essersi rincorsi anche tra le pareti di questi spazi che nel corso della vita sono diventati luoghi del lavoro ma anche dell’incontro, della condivisione; luoghi che hanno seguito passo a passo ogni fase della professione: i primi progetti con Luca Meda e Gianugo Polesello all’ultimo piano di una scuola in corso di Porta Vigentina e gli anni successivi in via Lanzone dentro il cortile di una casa vicina al cinema-teatro Gnomo o gli anni più maturi e intensi nello studio di via Maddalena nel quale Rossi ha lavorato per più di venti anni immerso in pareti dai colori intensi con profili di cornici neoclassiche bianche e gli ultimi anni, dal 1990, nei nuovi e più ampi spazi di via S. Maria alla Porta dove la facciata della chiesa del Richini oltre la finestra diventa anch’essa parte della composizione. Oggi la Fondazione Aldo Rossi conserva e tutela la memoria e i documenti di questa storia straordinaria.

 

Claudia Tinazzi