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Anno: 1928 - 1931
Località: Milano, De Angeli - Monte Rosa
Indirizzo: via Domenichino 1-3
Destinazione d'uso: Edifici residenziali
Progettista: Gio Ponti, Emilio Lancia
Il palazzo per abitazioni sorge tra la via Domenichino e l’asse di via Monte Rosa, importante arteria della nuova area di sviluppo disegnata nei pressi della Fiera Campionaria. Questo progetto sposta l’accento dalla decorazione di facciata (via Randaccio) alla composizione volumetrica, dominata da una torre d’angolo conclusa da un gazebo: un’evoluzione importante riconosciuta anche da Reggiori, che descrive questo edificio come «un vero passo innanzi nel cammino di Ponti e Lancia. Si rivedono ancora gli elementi loro tradizionali, ma è facile riconoscerli più sveltiti, appena usati laddove indispensabili. Soprattutto, qui è la massa che, sfrondata di ogni inutilità, fa l’architettura: massa, materiali e colori» (1930-1931). Il tema del colore, introdotto per la prima volta, diventerà poi elemento importante nella definizione della case tipiche in via De Togni (1931-1936) e via del Caravaggio (1933-1938) e di casa Marmont in piazza Novelli (1933-1936).
Gli elementi decorativi sono dunque ridotti a quanto ritenuto minimamente indispensabile per favorire le esigenze d’identificazione dell’utenza borghese, a cui la casa è destinata. Questo perché il condominio moderno – ricorda Ponti nel manifesto sulla “casa all’italiana” – «se ben concepito in rapporto alla sua destinazione d’uso, non deve rappresentare più il fenomeno […] di una decorazione in conflitto con l’economia della costruzione» (1933). Le facciate sono allora caratterizzate dall’uso di intonaco Terranova rosso scuro sul basamento in travertino toscano dei primi due piani del palazzo, che è scandito da fasce marcapiano realizzate nello stesso materiale. La torre è sottolineata anche dal ritmo delle aperture (sagomate da riquadri in cemento naturale raschiato), grazie a una doppia fila di porte finestre che evidenziano lo snodo tra le due ali in cui si distribuiscono le abitazioni.
In pianta, una soluzione interessante è quella del doppio ingresso (agli alloggi e al garage) intervallato dall’ambiente destinato al custode, che distribuisce due diverse scale in ambienti separati da quelli degli ascensori e che conduce alle singole anticamere degli alloggi. Ciascun piano ospita uno o due appartamenti, dotati di innovative soluzioni impiantistiche e modulati in funzione delle esigenze degli acquirenti. E questo anche grazie alla struttura mista in muratura portante e solai in cemento armato alleggeriti da inserti in cotto, che poggia su fondazioni a palafitta e che consente una maggiore libertà nella disposizione dei setti murari. La casa è stata realizzata dalla ditta milanese Severo Puricelli.
G. Ponti
in «Domus», n. 1, gennaio 1928
F. Reggiori
in «Architettura e arti decorative», n. 10, 1930-1931
in «Domus», n. 35, novembre 1930
F. Irace
Electa, p. 187 Milano 1988
G.Arditi, C.Serrato
Il Cardo, pp. 19-26, Venezia 1994
L. Miodini
Electa, Milano 2001