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Il Palazzo dell’Istituto nazionale delle Assicurazioni

Anno:  1932 - 1937

Località: Milano, Duomo

Indirizzo: piazza Diaz 6

Destinazione d'uso: Edifici per uffici

Progettista: Piero Portaluppi

Il completamento del palazzo dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni è una tappa rilevante nell’intricata vicenda che riforma l’area a sud della piazza del Duomo, avviata all’indomani del concorso per il nuovo piano regolatore della città – vinto da Piero Portaluppi e Marco Semenza - e conclusa negli anni Cinquanta. Con la costruzione dell’imponente edificio, Portaluppi detta l’intonazione architettonica della futura piazza Diaz, circondata da alti portici e delimitata sul lato orientale dall’Albergo Plaza, la cui facciata, riprendendo la prevalente giacitura orizzontale del fronte del palazzo Ina, asseconda il cono prospettico incentrato sulla torre di Luigi Mattioni, terminato nel 1953.

 

Le dimensioni della piazza e i volumi che la delimitano, furono tuttavia stabiliti per gradi e non senza ripensamenti a partire dal 1° dicembre 1928, data di pubblicazione dello stralcio al Piano Regolatore, che disegnava una stretta piazza rettangolare. Gli sviluppi successivi sono strettamente interrelati al progetto del nuovo fronte monumentale della piazza del Duomo, la cui configurazione fu pure oggetto di un tortuoso iter lungo il quale Portaluppi assunse più volte ruoli determinanti. Nel 1926 ricevette infatti l’incarico per il progetto del nuovo sagrato del Duomo, nel 1927 fu membro della commissione del concorso indetto dall’Associazione fra i Cultori di Architettura di Milano, nel 1933 di quella podestarile, incaricata di definire le dimensioni di piazza Diaz, nel 1937 con Enrico Agostino Griffini, Pier Giulio Magistretti e Giovanni Muzio partecipò al secondo concorso per la torre arengario, vinto l’anno dopo. Il nuovo sistema urbano fu accusato di assecondare supinamente tanto la volontà di rappresentazione monumentale del regime fascista, quanto gli appetiti speculativi degli attori coinvolti nell’operazione immobiliare: fra le critiche coeve spicca il giudizio perentorio di Giuseppe Pagano, che sulle pagine de “Il Popolo d’Italia” dell’11 agosto 1938 non esitò a definire piazza Diaz una “infezione edilizia”.

 

Tuttavia e nonostante il linguaggio monumentale e il carattere speculativo degli edifici della piazza, la brillante qualità grafica del disegno di Portaluppi si imprime sulle facciate del palazzo Ina, che colma la volumetria consentita dai regolamenti con i suoi 64.000 mc, retti da una struttura in pilastri di calcestruzzo armato e articolati in tre porzioni principali, dotate ciascuna di un alto piano terreno, un ammezzato commerciale, e rispettivamente quattro, sei e otto piani, di cui l’ultimo arretrato. Gli alti porticati architravati, rivestiti in granito e serizzo grigio, preludono ai piani superiori, compartiti da fasce alternate rivestite in marmo di Ornavasso e intonaco. Spesse cornici in marmo bianco disegnano una greca continua che insegue il perimetro delle finestre. Le notevoli qualità cromatiche del marmo di Ornavasso sono impiegate da Portaluppi in diversi edifici milanesi del periodo e qui, insieme al disegno della greca, stemperano la severa monumentalità del fronte principale. Al vertice nord-est dell’edificio si innalza una massiccia torre angolare rivestita in bardiglio nuvolato di San Nicola, che, nobilitata da un balcone monumentale affacciato sulla piazza, ne chiude il perimetro e segnala il distacco dall’attiguo edificio della Reale Mutua Assicurazioni, al quale il palazzo Ina è invece collegato da un ampio arco a serliana, forse memore di quello progettato da Giovanni Muzio per la Ca’ Brutta (1919-1923).

 

Stefano Poli