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Anno: 1934 - 1935
Località: Milano, Città Studi
Indirizzo: via Ampère 95-101
Destinazione d'uso: Edifici residenziali
Progettista: Giovanni Muzio
Il complesso risulta particolarmente interessante per tre aspetti: la risposta progettuale data al luogo e allo spazio urbano, il tema del verde in rapporto agli alloggi e, in ultimo, il comfort, questione centrale per i Novecentisti, qui pensata in funzione di un nuovo modo di concepire la residenza borghese in città. Muzio introdusse con il complesso di via Ampère una tipologia di condominio urbano, all’epoca insolita per Milano che, pur garantendo un’occupazione intensiva del terreno, mirava al conseguimento di un’alta qualità degli appartamenti in funzione del vivere moderno. Conservando la prevista ripartizione in quattro case, Muzio arretrò le due unità centrali rispetto all’allineamento stradale, creando un impianto ad U con un piccolo cortile-giardino aperto verso strada con funzione d’ingresso. Nel rispetto del regolamento edilizio, tale arretramento consentiva al corpo centrale di raggiungere un’altezza maggiore, divenendo così, con la sua facciata simmetrica dominata dal motivo delle grandi logge, l’elemento principale della composizione. L’intero complesso edilizio e i singoli alloggi dovevano anzitutto creare un’unità con il verde circostante: con i giardini, con i rampicanti delle facciate, con le piantumazioni delle logge e dei giardini pensili sul tetto. Un servizio di giardinaggio continuo, supportato dalle spese condominiali, era parte costituente del ricercato standard abitativo.
Il tema della “villa” sul tetto, realizzato nell’ultimo piano negli alloggi che disponevano giardini pensili collocati sulle ali laterali più basse, non soltanto dimostra un parallelismo con la Casa Rustici di G. Terragni, ma è anche parte delle ricerche dei Novecentisti a proposito delle “ville sovrapposte” e della “casa all’italiana”. L’organizzazione interna degli appartamenti è molto più matura rispetto a altri progetti abitativi di Muzio e, grazie alle forme differenziate dei corpi di fabbrica, presenta una sorprendente ricchezza di varianti. Le tecnologie costruttive adottate, cemento armato e muratura, erano al passo con le innovazioni del tempo. Lo stesso vale per l’attrezzatura tecnica che, grazie alla sua modernità, fu approfonditamente analizzata dalla pubblicistica degli anni Trenta. Il complesso era dotato di ascensori, di una comune antenna radio, di una moderna centrale termica (con temperature costanti: 18 gradi nei locali abitativi, 20 nei bagni, 10 nel garage) e di particolari sistemi di isolamento acustico nei muri e nel soffitto, che assicuravano un’ottima protezione acustica tra i singoli appartamenti. Fin dall’inizio gli appartamenti furono forniti di citofono di collegamento con l’autista nel garage e con la portineria, e di linea telefonica, che già nel 1936 fu attivata per più del 50% degli alloggi. Il cambio automatico dell’aria in cucina evitava cattivi odori nei piccoli alloggi e in portineria si trovavano moderni aspiratori elettrici per la polvere e lucidatrici elettriche dei pavimenti a libera e gratuita disposizione di tutti. Era un vero condominio moderno e urbano, con un altissimo grado di comfort, assicurato sia dal punto di vista tecnologico che dei servizi offerti.