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Monte Stella

Anno:  1953 - 1970

Località: Milano, QT8

Indirizzo: QT8

Destinazione d'uso: Parchi Pubblici

Progettista: Piero Bottoni

«Nel 1945, alla Liberazione, - ricorda Bottoni nel suo Ascensione Al Monte Stella - Milano era tutta una rovina, un mare di macerie». Per risolvere il problema dello sgombero, le macerie «vennero concentrate dapprima in alcuni punti della cerchia del Naviglio per essere poi avviate verso la periferia a riempire, fra l’altro, le cave esaurite di ghiaia che punteggiavano, come piccoli laghi […] la periferia della città. […] Ora avvenne che ad una di queste cave abbandonate, proprio la più importante della zona», destinata a grande specchio d’acqua dal primo progetto del QT8, «venissero avviate le macerie che si stavano accumulando a migliaia di metri cubi lungo viale Alemagna, al Parco e nelle zone confinanti». Le macerie, scaricate senza interruzione giorno e notte nell’acqua della cava, seppelliscono definitivamente il sogno di un «lago azzurro e romantico». Mutato il contesto, tramutata la concavità del lago nella convessità di quella che nel 1947 appariva già una montagnola, Bottoni a quel punto fa di necessità virtù: «Giacché sogno e poesia muovono, malgrado le apparenze, il mondo», decide di trasformare in un luogo poetico la discarica, e ne progetta il razionale e progressivo innalzamento, così da riuscire a dare corpo a un altro sogno: quello «lontano, di sempre […] di una montagna milanese». Anziché «il bagno, il nuoto, lo sdraiarsi su una spiaggia per sognare, un andare affiancati, abbracciati sul fondo di una barca sotto salici che toccano l’acqua delle rive», il QT8 offrirà così ai «milanesi […] che vivono in una delle città in cui la natura è stata estremamente avara di […] occasioni paesaggistico-ambientali (niente mare, collina, monte, fiume, lago) [la] novità delle prospettive aeree, dei percorsi in pendio, del panorama sulla città».

 

La realizzazione della montagna, attraverso l’aggiunta continua, dal 1949 in poi, di terra di scavo e materie di scarto d’ogni genere al basamento costituito fino a quel momento solo di macerie di guerra,dura, a partire dal 1947, più di vent’anni. In questo lungo arco di tempo- durante il quale assume il nome di Monte Stella in omaggio alla prima moglie di Bottoni, la scultrice Stella Korczynska, morta nel 1956 - la dimensione aumenta notevolmente. Nel piano del QT8 del 1949, dove il grande lago è ormai sparito, il monte è ancora una bassa collina e svolge una funzione prevalentemente «locale di completamento del quartiere». Con il progetto del 1953 si trasforma invece definitivamente in «elemento integrante dell’attrezzatura verde e del panorama della città». La superficie passa da 23.970 mq a 196.300 mq, mentre una serie di gradoni di 8 metri di altezza e 33 di larghezza ? alla cui realizzazione contribuiscono i Cantieri scuola di riabilitazione professionale del Ministero del Lavoro ? consentono di innalzare l’altezza a cento metri, come indicano le sezioni approntate da Bottoni. In tal modo il Monte va a costituire «il fondale della nuova strada che dalle autostrade entra in città (nuova via Scarampo) e poi corre ai suoi piedi»: una vera e propria reinvenzione delle storiche porte monumentali d’ingresso alla città.

 

Dal moderno corpo verde del QT8 il Monte Stella oggi emerge come la massa di una cattedrale dall’edificato compatto di un corpo urbano. Aldo Rossi non a caso ha colto per primo che il Monte Stella è «una grande architettura».

 

Graziella Tonon