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Anno: 1957 - 1970
Località: Milano, Bruzzano
Indirizzo: piazza Martiri della Deportazione 1
Destinazione d'uso: Monumenti commemorativi
Progettista: Antonio Cassi Ramelli
In un testo sull’architettura sacra e cimiteriale scritto negli anni ’40, l’architetto Antonio Cassi Ramelli elenca, seguendo la tradizione manualistica dell’800, gli elementi compositivi di un organismo cimiteriale: il gruppo di accesso, il complesso dei campi di sepoltura, gli edifici destinati ad ospitare il famedio, i colombari e gli ossari, sottolineando come tali elementi compositivi “non sono molti nè troppo sottilmente legati tra loro sicchè alla opportunità delle loro posizioni relative dentro ad un progetto non sembrano occorrere molte spiegazioni”. In altre parole, gli elementi sono dati e il carattere dell’edificio non potrà che essere il risultato della composizione di tali parti, così Cassi Ramelli, nel progettare il cimitero di Bruzzano, riparte da questa esperienza consolidata.
Tutte le parti del cimitero che necessitano di una copertura sono collocate in lungo edificio in linea, che diventa il fronte monumentale del cimitero verso la città. Sull’asse di questo unico edificio si apre un grande portale che definisce l’atrio all’aperto da cui si accede ai campi di sepoltura, campi che a quarant’anni dalla loro piantumazione si presentano dall’ingresso della città come un giardino alberato. Verso quest’atrio sono rivolte tutte le attività correlate al funzionamento del cimitero; ai lati di queste, rialzato dal piano di campagna, trova posto un sistema di gallerie dove sono collocati i colombari, che occupa tutto il resto dell’edificio. Le gallerie perpendicolari alla cortina edilizia la interrompono con alte aperture che ne mostrano la sezione sul fronte e le illuminano in profondità. In ogni apertura è collocato come in un famedio un sarcofago ad imitazione dei monumenti sepolcrali dell’antichità, che impedisce, da una parte, di guardare direttamente fuori dalle gallerie e, dall’altra, non permette dall’esterno di cogliere i movimenti nell’interno.
I lunghi fronti a lato dell’ingresso, seguendo una tradizione consolidata, risultano così caratterizzati dagli elementi della sepoltura posti all’interno del muro che interrompendosi per accogliere i sarcofagi identifica la destinazione dell’edificio, mostrandola verso la città, ma allo stesso tempo sollevandoli da terra, il fatto che questi occludono la vista dell’interno, ne preserva la sacralità del luogo. Non tutte le parti del cimitero sono riconducibili al progetto originario, ma anche nella non esatta corrispondenza tra progetto e realizzazione l’identità del luogo è garantita dall’unitarietà del principio che lo identifica.