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Edificio per abitazioni, uffici e negozi

Anno:  1959 - 1963

Località: Legnano, Centro

Indirizzo: via Giolitti

Destinazione d'uso: Edifici residenziali

Progettista: Luigi Caccia Dominioni

 

Luigi Caccia Dominioni viene chiamato a ridisegnare i prospetti e parte degli interni di un complesso per abitazioni e uffici che avvia le riconversioni delle aree industriali nel tessuto storico di Legnano. L’intervento prevedeva il ridisegno dell’intero isolato, secondo un’idea di città che rompeva decisamente con i lunghi prospetti delle industrie, proponendo invece dei piani terra a commercio molto permeabili, con portici, piazze interne, nuove traverse, i livelli superiori a terziario, e oltre, la residenza.

 

L’architetto interviene riconfigurando, secondo i propri collaudati partiti decorativi, ma ad una scala nuova, un lungo corpo porticato di 3 piani alla cui facciata posteriore si addossa una torre di ben 18 piani. Mentre il corpo basso prospetta su di una via parallela all’asse storico principale, il grattacielo si pone trasversale a questo sistema, secondo l’orientamento est-ovest della crescita della Legnano moderna. Il prospetto del corpo basso, a uffici, su strada, al di sopra dei portici si presenta come un lungo blocco in granito lucidato dal quale si sottrae una fascia a curtain-wall, vetrata e tamponata sulle orizzontali con pannelli rossastri, e al quale si aggiunge, in corrispondenza del corpo alto, un lungo e piatto bow-window, che trascina con sè anche la fascia in granito di coronamento; sotto, i balconi contrastano il ritmo fitto dei telai del curtain-wall con un passo rallentato. Non dissimile il prospetto posteriore, laddove il bow-window è traslato sul lato. 

 

Il grattacielo presenta un volume massiccio, grazie agli ampi campi rivestiti in klinker, sia sulle parti di tamponamento, sia nelle logge chiuse con i consueti ottagoni forati delle stesso materiale e colore. Gli altri particolari costruttivi e decorativi ne precisano invece i contorni: una sottile verticale di ombra scinde il grande parallelepipedo in due parti esattamente uguali e specchiate. Gli otto spigoli dei due volumi affiancati così ottenuti sono smangiati dai pannelli lucidi e dalle finestre d’angolo; a restringersi dai piani bassi salendo. Il volume così si slancia, aiutato in ciò dal velocissimo ritmo delle finestrature intermedie impostate su corsi verticali su tutta l’altezza. Ne emerge, sul prospetto nord, un volume determinato da un vario alternarsi di bande verticali, piatte ed uniformi quelle in klinker, ritmate quelle dove si susseguono vetri e sottili pannelli lucidi marcapiano. A sud, il corpo si fa più sordo e denso con il contrasto delle due esili e ritmatissime fascette finestrate.   

 

Il lato corto si slancia nella dimensione decrescente delle finestre d’angolo e in quella crescente del rivestimento della fascia degli impianti. Il volume preme al suolo, staccandosene, con la linea d’ombra della pensilina mentre l’ampia fascia dell’alto coronamento splende di alluminio. Allontanandosi, questi accorgimenti acquistano dapprima il loro compiuto valore pittorico, di definizione del volume, per poi perdersi in una vibrazione tono su tono indistinta, la cui giacitura trasversale a tutte le principali infrastrutture che attraversano Legnano, come una tacca, ne segna il ruolo e la presenza.

 

Alessandro Isastia