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Anno: 1958 - 1969
Località: Milano, Brera
Indirizzo: via Hoepli 7, piazza Meda 1, via Adalberto Catena 4
Destinazione d'uso: Edifici per uffici
Progettista: BBPR
Per un periodo di ben undici anni, dal 1958 al 1969, i BBPR si confrontano con un intervento di ricostruzione in un lotto in una piazza in pieno centro ricca di rimandi e riferimenti alla storia architettonica di Milano. Sugli altri lati della piazza sorgono grandi palazzi novecenteschi: Palazzo Bolchini, di Pier Giulio Magistretti, Palazzo Crespi, di Piero Portaluppi, e la Banca Popolare di Giovanni Greppi, tutti costruiti tra il 1928 e il 1931. I BBPR però rivolgono la loro attenzione da un lato ai volumi dell’abside e del tamburo della chiesa di San Fedele, e dall’altro al sobrio razionalismo dell’edificio di Figini e Pollini per la sede della casa editrice Hoepli. Il Piano Particolareggiato in vigore, risalente al 1934, prevedeva una costruzione simmetrica rispetto al fronte opposto della piazza, con un’impostazione del tutto coerente con gli interventi realizzati in piazza San Babila e in corso Matteotti. A giudizio dei BBPR, la sagoma trapezioidale dell’edificio mal si sarebbe conciliata con il retro di San Fedele, al punto da rendere necessaria una variante di piano. Il risultato è un edificio che descrive un’ampia curva, sollevando da terra una massa semicilindrica che stabilisce rapporti volumetrici inediti con il vicino monumento. La scansione di paraste della chiesa si trasforma nella matrice strutturale di sottili montanti metallici, secondo una soluzione di facciata applicata poi anche negli interventi in via Verdi e in corso Vittorio Emanuele.
L’altissimo porticato, imposto dalle norme di piano benché fuori scala, era stato risolto da Figini e Pollini nell’edificio accanto con una trave accessoria che ne riduce otticamente l’altezza ristabilendo le corrette proporzioni di facciata. I BBPR scelgono invece una soluzione più elaborata, con una serie di portali poligonali che sono in realtà leggibili, soprattutto alle estremità dell’edificio, come un ordine gigante di supporti sagomati a Y. I tamponamenti alternano lastre di trachite rosata a pannelli di vetro, montati arretrati rispetto al filo delle membrature metalliche. Il coronamento - in un primo progetto dotato di una copertura a cupola ribassata - è formato da un attico arretrato, schermato da velette in rame, e coperto da un tetto a falde rivestite dello stesso materiale. Dal colmo della copertura emergono le torri delle scale in cemento armato a vista, che hanno la funzione di controvento per la struttura a telaio di acciaio.Curiosamente il raccordo vero e proprio con il corpo di fabbrica della chiesa è gestito da una porzione dell’edificio parrocchiale progettato da Luigi Caccia Dominioni, che s’inserisce tra l’abside e la Banca. Grazie ad un vero virtuosismo compositivo Caccia fornisce una lettura forse meno didascalica, ma non per questo meno corretta, delle «preesistenze ambientali».