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Complesso residenziale "Il Parco"

Anno:  1990

Indirizzo: via Attimo, Bollate

Destinazione d'uso: Edifici residenziali

Progettista: Giovanni Cittadini, Henri Dreysse

Il P.P. come area di espansione integrata previsto dall'Arch. Marcello De Carli per il Comune di Bollate si sviluppava su di un'area di dieci ettari e prevedeva un grande parco centrale disegnato a spirale e limitato a Nord ed Ovest da un edificio in linea, posizionato su di una particella catastale aderente all’ultima spira (lunga c.a 400 m. e profonda 25 m.), che compone il nostro progetto.
I punti di riferimento oltre al parco erano a Sud il cimitero ed il campanile della chiesa e lungo tutto il lato Est il Complesso IACP realizzata dagli Arch. Guido Canella e Antonio Maresca, una costruzione lineare di più di 300 m.
La viabilità di servizio della particella essendo prevista sul perimetro esterno, permetteva agli alloggi di affacciarsi direttamente sul parco. Lo spessore edificabile, le altezze massime e la volumetria autorizzata definite dal P.P. imponevano un progetto continuo, interrotto solo da un passaggio pubblico sul palazzetto dello sport.

L'immagine poetica è quella del muro, della fortificazione che protegge il parco, visione primordiale del centro del mondo a forma di spirale.
L'asse del mondo, Nord-Sud, è marcato dal "grande portico", che domina la "torre" guardiano del luogo.
L'asse Est-Ovest è marcato da una fenditura simmetrica sul tramonto. Tra i due assi, nella parte centrale della costruzione, un ponte portato da tre piloni mantiene la continuità della muraglia e, con il gioco lineare delle scalinate, figura il passaggio "fluido" dall'esterno verso il parco.

Considerata la poca profondità costruibile, abbiamo elaborato una scenografia scavando nella materia vari strati (pelli) messi in rilievo dai giochi di ombra e di luce. L'utilizzo del mattone faccia vista e dell'intonaco sottolineano l’unità delle masse (incavi e sporgenze). Nelle parti alte degli edifici le scale degli appartamenti duplex sembrano  emergere accentuando l’effetto.
Per i muri periferici e per le grandi rampe di accesso è stato scelto il cemento che ancora fortemente la costruzione al suolo.

Questa muraglia non è statica. Se rimane severa e piatta sulla facciata esterna convessa, si anima sulla facciata interna concava, e diventa "rovina vivente". Siamo qui, non di fronte ad una visione classica, ma davanti ad un'espressione romantica dell'architettura. La sua rappresentazione fa appello alla forza, alla passione, al sogno. L'utilizzo dei materiali e dei colori partecipa al livello simbolico di questa visione dinamica dello spazio.
Il termine di elegante caro al post-modernismo perde qui il suo significato, e si deve riconoscere il coraggio sia dei promotori che della commissione Ornato del Comune per averci sostenuti in queste scelte progettuali.

La struttura di base degli appartamenti è di due tipi serviti da due scale diverse. Le prime sono "incastonate" nel muro lato parco e si prolungano verso questo attraverso i giardini, le seconde sono a "torre" sul lato esterno dell'edificio con ballatoi che cinturano la costruzione.
La ripetizione elaborata come il tema musicale di una sinfonia, si ripete con delle variazioni. Crea una sensazione dinamica verso il centro senza discontinuità pari ad una vibrazione, accentuata dal ritmo dei tagli delle coperture, partecipando sul lato esterno al movimento di avvolgimento lineare. I ballatoi finiscono attraversando la muraglia, tramite fenditure tra i blocchi degli immobili, e dal secondo piano raggiungono il parco con un gioco di scale monumentali ricavate nello spessore stesso del muro.

GIOVANNI CITTADINI, HENRI DREYSSE