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Facoltà di Architettura

Anno:  1953 - 1961

Indirizzo: Via Bonardi 3, Milano

Destinazione d'uso: Edifici per l'istruzione

Progettista: Giordano Forti, Gio Ponti, Piero Portaluppi

La sede centrale del Politecnico di Milano, università fondata nel 1863, è formata da nove padiglioni che occupano un grande isolato affacciato su piazza Leonardo Da Vinci. Il complesso, realizzato da Augusto Brusconi e Gaetano Moretti tra il 1913 e il 1927 in un’area periferica, è al centro di quella che avrebbe dovuto essere la cittadella universitaria di Milano.

Per la Facoltà di Architettura, istituita nel 1933, viene immaginata una sede autonoma nei terreni a nord del Politecnico già nel 1937, ma un progetto definitivo viene redatto solo nel 1953. Il progetto prevede un edificio rettangolare di tre livelli, organizzato attorno ad un cortile completamente vetrato. Il fronte su via Bonardi è formato da un basamento cieco a cui è sovrapposto un volume dal profilo obliquo che ospita una serie di piccole aule ad anfiteatro, anch’esse cieche, illuminate da pozzi di luce in copertura. Tra i due blocchi orizzontali si apre una grande fascia vetrata che illumina le sale di lettura della biblioteca. Il prospetto laterale su via Ampére, incompiuto, è una composizione astratta ed asimmetrica che rende leggibile la sezione dell’edificio.

La facoltà vuole essere un edificio antiretorico. Scrive Gio Ponti: «la sua essenzialità ha assorbito ogni velleità di caratterizzarsi attraverso formule ed estetismi estranei e transitori. […] rappresenta non la testimonianza di un momento ma quella di un principio». La scuola è pensata come un “edificio insegnante” in cui saranno posti in opera, come in un campionario, tutti i tipi possibili di strutture, di materiali, di finiture, di serramenti, di illuminazione, di arredo e di impianti, motivo per cui Gio Ponti si spende con un accorato appello su Domus alle società produttrici affinché collaborino alla costruzione. In questo modo si attuerà un “insegnamento ambientale” specifico per gli studenti di architettura, con l’ambizione di essere un prototipo per le scuole di progetto di tutto il mondo. Del progetto vengono realizzati soltanto due ali, dando origine ad un edificio ad “L” e lasciando incompiuto il cortile e il fronte su via Ampére, e questo nonostante Portaluppi fosse Preside della facoltà stessa fino al 1963.

Anche il campionario di materiali e impianti non trova piena realizzazione: tuttavia si può riconoscere una testimonianza di questo intento in una delle scale interne, in cui ogni gradino è formato da un blocco di pietra differente. L’utilizzo delle piastrelle ceramiche sfaccettate e riflettenti del basamento e la geometria “diamantina” delle aule sono con ogni probabilità da attribuire a Ponti. La facoltà verrà completata alcuni decenni più tardi con l’ampliamento di Vittoriano Viganò. Proseguendo lungo via Bonardi sorgono altri edifici del Politecnico realizzati da un gruppo di progettisti diretti da Ponti: il “Trifoglio” (con aule ad anfiteatro) e la “Nave” (che ospita prevalentemente grandi aule da disegno).

PAOLO BRAMBILLA