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Secondo quartiere popolare della Società Umanitaria
Anno: 1908 - 1909
Località: Milano, Loreto
Indirizzo: viale Lombardia
Destinazione d'uso: Quartiere residenziale
Progettista: Giovanni Broglio
La Società Umanitaria esercitò la sua attività nell’ambito degli interventi e delle iniziative che nei primi anni del Novecento, a Milano, cercarono di affrontare la questione della case operaie. Fondata nel 1893 grazie ad un cospicuo lascito privato concentrò i suoi sforzi in due direzioni: lo studio delle problematiche delle condizioni di vita delle classi lavoratrici e la realizzazione di iniziative concrete che andavano dalle biblioteche popolari alle scuole professionali di arte applicata. In seguito all’inchiesta municipale del 1903 che aveva messo in luce la forte incidenza delle pigioni sui salari e la cattiva qualità abitativa per i redditi più bassi, L’Umanitaria decise di realizzare due quartieri che pur non potendo incidere molto sul piano quantitativo intendevano offrire un modello di buona qualità per le case popolari.
Dopo un primo intervento realizzato nel 1906 da Giovanni Broglio in via Solari, lo stesso architetto ne realizzò un secondo in una zona della periferia est, nei pressi del borgo alle Rottole, attualmente viale Lombardia. Il sistema insediativo prevedeva una corte attrezzata con servizi collettivi cercando un relazione tra la forma dello spazio urbano e la vita sociale. Non si tratta di un unico blocco edilizio ma di diversi edifici a tre quattro piani collegati da un basamento al piano terra. Il parziale diradamento della cortina continua prelude ad quella contaminazione tra interno ed esterno che troverà successivamente forma negli insediamenti a edifici isolati nello spazio. Gli alloggi sono distribuiti a corpo scala ognuno dei quali serve quattro alloggi.
Lo sforzo per il miglioramento della qualità costruttiva degli edifici si riconosce nella cura rivolta all’orientamento – i lati lunghi della corte sono rivolti a est e a ovest – nella presenza di impianti tecnici più avanzati rispetto alla media degli alloggi dello stesso tipo e infine in una certa attenzione verso la parte ornamentale della costruzione. Soprattutto vi era una ricca dotazione di servizi comuni che comprendeva diverse attività di carattere culturale come la biblioteca o uno spazio per l’Università popolare. Rispetto al coevo e vicino quartiere Lulli realizzato dallo ICP organizzato in edifici a blocco chiuso con corti piuttosto piccole l’Umanitaria aveva realizzato insediamenti molto più moderni. Non casualmente il suo architetto, Giovanni Broglio, diverrà di lì a breve il capo dell’ufficio tecnico dello stesso ICP.