Lo Staff di Ordine e Fondazione è a disposizione per supportare nella risoluzione di problematiche e segnalazioni.
Qui i contatti degli uffici
Anno: 1945 - 1957
Località: Milano, QT8
Indirizzo: viale De Gasperi, piazza Stuparich
Destinazione d'uso: Quartiere residenziale
Progettista: Piero Bottoni (capogruppo)
Il QT8 è pensato come un’esposizione in scala 1:1 finalizzata a dimostrare e a sottoporre a giudizio collettivo la capacità dell’architettura moderna di affrontare e risolvere il tema della casa per tutti. La progettazione del quartiere è piuttosto lunga e si basa su riflessioni e ricerche elaborate prima della guerra fra cui il piano Quattro città satelliti alla periferia di Milano del 1940. Fin dalla prima stesura del progetto, in occasione della Ottava Triennale del 1947, Bottoni si pone l’obiettivo di superare la concezione del quartiere dimostrativo limitato, come il Weissenhof di Stoccarda, a un’antologia di architetture moderne. L’obiettivo è invece definire un insediamento con un relativo grado di autonomia della città in grado però di dialogare e di integrarsi con essa. L’attenzione nei confronti delle relazioni con la città è dimostrata, ad esempio, dal posizionamento di edifici alti a lama sui margini dell’insediamento in modo da esprimere una volontà di agganciarsi al tessuto urbano preesistente. Se nel secondo progetto (1946-47) scompaiono i residui di “borgo semirurale” ancora presenti nel primo, nel terzo (1953) elaborato, a differenza degli altri, dal solo Bottoni cambia completamente il rapporto tra il verde e il costruito: la struttura insediativa è formata da due grandi sistemi residenziali, uno a nord di case alte a torre e a lama disposte ortogonalmente a via Cimabue, secondo un collaudato modello razionalista, e uno a sud prevalentemente di case più basse fra cui alcuni tipi a schiera.
Il tessuto residenziale si innesta in una sequenza di piazze e spazi pubblici, innervati da una strada – l’attuale via Salmoiraghi – su cui si sarebbero dovuti collocare i principali servizi, e soprattutto dal Monte Stella. Quest’ultimo è il fatto urbano più significativo che, secondo Aldo Rossi ha un’importanza pari a quella dello stesso quartiere: alto centro metri e denso di suggestioni poetiche è il tramite tra la scala microurbana e quella dell’intera città sia per la presenza di una rilevante quantità di verde, fruibile da un’utenza molto più vasta di quella del quartiere, sia per la sua capacità dialogo con altri elementi urbani a grande scala come lo stadio o il Lido.
La realizzazione del QT8 ebbe una prima fase abbastanza veloce: dal 1947, in tre anni, fu costruito e arredato un consistente gruppo di case fra cui la casa INA alta undici piani di Lingeri e Zuccoli. Nei quindici anni successivi furono invece realizzati tutti gli altri edifici compresi quelli dello stesso Bottoni come le due case a pianta stellare e la casa Incis. La costruzione di servizi e strade fu tormentata e lacunosa. La metropolitana prevista nel PRG del 1953 fu realizzata molto più tardi. Nel 1966 si manifestavano già segni di degrado. Soprattutto non fu mai compiuto il “cuore” del quartiere ossia quella strada vitale in grado di aggregare la vita collettiva che Bottoni considerava essenziale negli insediamenti a edilizia aperta. Ciò nonostante il QT8 è una pietra miliare nell’evoluzione insediativa di Milano poiché rappresenta una prova molto chiara di costruzione di un parte di città con le figure urbane e le regole del razionalismo.