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Domus Carola, Domus Fausta, Domus Julia
Anno: 1931 - 1933
Località: Milano, Magenta - S.Vittore
Indirizzo: via De Togni 21, 23, 25
Destinazione d'uso: Edifici residenziali
Progettista: Emilio Lancia, Gio Ponti
Tre case formano in via De Togni la prima concretizzazione del programma di rinnovamento dell’abitazione medio borghese che Gio Ponti chiamava “la casa all’italiana”. Gli appartamenti, uno per piano in ciascuna delle tre case, sono particolarmente innovativi nel panorama dell’edilizia milanese per la riduzione degli spazi di servizio a piccoli ambienti affacciati sul retro, a favore di un'unica grande zona giorno sul fronte strada. La soluzione, all’epoca, comporta un contenzioso con le autorità, che, considerando il limite di venticinque metri quadrati del soggiorno stabilito dalle tariffe, attribuiscono a questi appartamenti una tassazione normalmente riservata alle abitazioni di classe superiore. L’attenzione del progettista si concentra poi sull’aggiornamento degli impianti e delle attrezzature fisse, quali: armadi a muro, office attrezzati, librerie a tutta parete, forniti dall’origine come parte integrante della costruzione. In particolare, la “finestra-vetrina” è una invenzione di Gio Ponti in cui la vista esterna è inglobata nella composizione delle librerie.
Il ruolo delle “case tipiche” nella costruzione della città è dato dalla loro ripetibilità: mediante l’arretramento del filo facciata si ricava un piccolo spazio verde condominiale, e la strada diventa una “strada-giardino”. Nelle facciate, spogliate da ogni ornamento, l’unità stilistica è garantita dalla ripetizione di pochi elementi in combinazioni sempre differenti. Ai colori vivaci degli intonaci (giallo ocra, verde oliva, rosso mattone) è affidato il compito di sottolineare l’individualità di ogni “casa tipica”. È interessante osservare che Ponti è coinvolto in questa operazione non solo come progettista, bensì direttamente come gestore di patrimoni per conto terzi. Si spiega così la concretezza con cui sono scelti materiali poco costosi, abbinati però alla dichiarata volontà di offrire il massimo della vivibilità e almeno un ampio balcone a tutti gli appartamenti. Tra il 1933 e il 1937 Ponti ha la possibilità di ripetere più volte la proposta progettuale che, su un altro fronte, propagandava tramite la rivista Domus: in via del Caravaggio si allinea cinque “case tipiche” in cui compaiono alcuni elementi nuovi, come le logge sovrapposte della Domus Serena; in via Coni Zugna, con la Domus Adele propone diversi tagli di appartamenti anziché lo stesso ripetuto a tutti i piani; in via Goldoni con la Domus Alba sviluppa compiutamente il tema del piano attico su due livelli.