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L’edificio “alto” ha da sempre rappresentato uno dei temi della modernità: simbolo di una “tensione verso il cielo” come prometeico sforzo per annullare i vincoli imposti dalla forza di gravità, «il grattacielo può essere ritenuto testimone esemplare della grandiosità costruttiva propria dell’homo faber del XX secolo». La cultura italiana, che ha sicuramente in Milano la sua punta avanzata, ha spesso mostrato una certa riluttanza, se non proprio una netta avversione, nei confronti di questa contemporaneità verticale, in base alla quale ha potuto sviluppare una sua specificità nella risposta al tema. Torre Velasca e Grattacielo Pirelli possono essere considerati casi emblematici, proprio in virtù della loro alterità formale, ma certamente non esauriscono una ricerca che il professionismo milanese ha saputo declinare in innumerevoli modalità.
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Torre Snia Viscosa
1935 - 1937
Alessandro Rimini
Grattacielo Pirelli
1952 - 1961
Gio Ponti, A. Fornaroli, A. Rosselli, con Valtolina, Dell'Orto
Torre Velasca
1951 - 1958
BBPR, A. Danusso
Centro Svizzero
1947 - 1952
Armin Meili
Torre al Parco
1953 - 1956
Ludovico Magistretti, con Franco Longoni
Casa e Torre Rasini
1933 - 1934
Gio Ponti, Emilio Lancia
Grattacielo per uffici e abitazioni
1950 - 1955
L. Mattioni, E. ed E. Soncini
Palazzo Ina in Corso Sempione
1953 - 1958
Piero Bottoni
Casa Albergo in via Corridoni
1946 - 1951
Luigi Moretti