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Terzo Palazzo Uffici Saipem (ex-Snam)

Anno:  1969 - 1974

Località: San Donato Milanese, Nord

Indirizzo: viale Alcide De Gasperi 16

Destinazione d'uso: Edifici per uffici

Progettista: F. Albini, F. Helg, A. Piva

Lo studio composto da Franco Albini, Franca Helg e Antonio Piva (a cui da pochi anni si è unito anche il figlio di Franco, Marco) viene incaricato da Eni e Snam di progettare un nuovo palazzo uffici, il Terzo, dopo i primi due realizzati rispettivamente da Marcello Nizzoli con Giuseppe Mario Oliveri (1955-1957) e da Marco Bacigalupo con Ugo Ratti (1959-1962). L’Ente Nazionale Idrocarburi, ancora in pieno sviluppo, commissiona un edificio direzionale per circa tremila addetti da costruirsi in un lotto di forma regolare, nel cuore del nuovo quartiere di Metanopoli.

 

L’edificio di cinque piani si situa al centro del lotto e ha una pianta cruciforme, con quattro bracci aggregati tra loro secondo una rigida geometria ortogonale: la coppia più estesa è caratterizzata da un andamento parallelo all’asse Nord-Sud mentre quella Est-Ovest risulta accorciata per la presenza del volume della mensa, non prevista nel primo progetto ma inserita in itinere dalla committenza. Nel punto di incrocio delle quattro ali il volume viene svuotato ad accogliere un grande atrio di ingresso, impreziosito da una scala a sviluppo poligonale realizzata in acciaio e granito. In pianta ciascuno dei bracci è ottenuto dall’accostamento di tre forme rettangolari allungate slittate tra loro: quella centrale contiene, in posizione baricentrica, i servizi e i sistemi di distribuzione verticale. Le due esterne sono interamente destinate ad accogliere gli spazi per gli uffici, la cui regolarità – al loro disegno è sottesa una maglia di 1,20 m di lato – permette un alto grado di flessibilità. All’esterno, lo slittamento apparentemente casuale e mai simmetrico dei volumi che compongono le ali, conferisce varietà e un certo dinamismo ai prospetti, altrimenti molto semplici.

 

Caratterizzati dallo spiccato sviluppo orizzontale, i fronti sono infatti scanditi dalla successione di finestre a nastro in alluminio anodizzato e innervati da fasce convesse realizzate in poliestere rosso vermiglio, che alloggiano le tubazioni del sistema di condizionamento. Ancora una volta, come nel progetto per la Rinascente (1957-1961) di Piazza Fiume a Roma, e soprattutto in analogia con l’edificio delle nuove Terme Zoja a Salsomaggiore (1964-1971), anch’esso impostato su una pianta cruciforme, Albini affida l’orditura dei prospetti a un componente edilizio dominante, qui la carenatura in poliestere, che copre tutte le parti non vetrate delle pareti verticali. Nel complesso però la soluzione adottata a San Donato appare meno caratterizzante, sebbene l’accostamento della modanatura tecnologica ad un serramento in alluminio sia alla base di un sistema di facciata che, ripetuto ad libitum, chiude i volumi dell’edificio riproducendo la natura seriale dell’attività che vi si svolge.

 

Carlo Venegoni