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Case a torre per appartamenti

Anno:  1958 - 1972

Località: Milano, Navigli

Indirizzo: Via Argelati 28-30

Destinazione d'uso: Edifici residenziali

Progettista: Franco Albini, Franca Helg

Nel complesso residenziale di via Argelati Albini e Franca Helg si misurano con la residenza borghese e optano per la tipologia della casa a torre, replicata con alcune varianti nei cinque edifici realizzati tra il 1958 e il 1972. Il primo, pubblicato nel 1964, riserva agli alloggi degli ultimi due piani una certa varietà nella distribuzione delle aperture e delle logge, interpretando una caratteristica di numerosi condomini costruiti a Milano nel secondo dopoguerra. Nei casi più arditi la differenziazione, sinonimo della distinzione sociale ambita dalla committenza, appartenente al ceto medio o alto borghese, non si limita alla distribuzione delle aperture in facciata, ma coinvolge l’articolazione interna degli alloggi, che muta di piano in piano.

 

Ma la mano sicura di Albini si distingue soprattutto negli interni: in particolare la scala elicoidale, declinata dall’architetto in occasioni tanto numerose quanto eterogenee, qualifica lo spazio della hall d’ingresso e innerva la distribuzione dei sei piani, riecheggiando esempi ben più raffinati, quali la scala su pianta ellissoidale dell’edificio per uffici INA a Parma, o quella dello stabilimento termale “Luigi Zoja” a Salsomaggiore. L’invaso illuminato dall’alto e cinto dalla rampa è perno di uno schema polilobato e asimmetrico, che ospita tre alloggi per ogni piano, uno più piccolo con unica camera da letto, gli altri dotati di seconda camera. Nonostante le differenze nell’orientamento e nell’aggregazione dei singoli ambienti, tutti gli alloggi sono distribuiti da un ingresso e da un corridoio di servizio, posto a cerniera tra la zona giorno e la zona notte, mentre i pilastri di calcestruzzo armato della struttura portante non seguono una griglia omogenea, ma si adeguano al diverso orientamento degli ambienti rispetto al nucleo centrale. Tutte le sale da pranzo sono dotate di una loggia o di un balcone, mentre una seconda loggia di servizio aggrega la cucina, la lavanderia e il bagno.

 

I pilastri perimetrali, rastremati e trattati con una martellinatura superficiale, sono lasciati a vista e scandiscono le facciate. L’assenza di fasce o cornici marcapiano e la posa verticale delle mattonelle in klinker del rivestimento esterno sottolineano lo sviluppo verticale dei prospetti, interrotto esclusivamente dalle solette sporgenti dei balconi e dalla cornice aggettante del tetto piano. I serramenti sono inseriti in cornici di lamiera che corrono da soletta a soletta e, laddove le finestre sono allineate, contribuiscono al disegno di fasce verticali, interrotte soltanto dalle variazioni distributive degli ultimi due piani. La torre posizionata a sud est è composta da sette piani identici, sormontati da due terminali più ampi e aggettanti rispetto a quelli inferiori. I primi quattro edifici furono commissionati da Minorini, mentre l’ultimo, prospiciente piazza Arcole, è stato realizzato dal 1966 al 1970 per l’Immobiliare Paoli.

 

Stefano Poli