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La sede del Gruppo Mondadori
Anno: 1968 - 1975
Località: Segrate, Sud
Indirizzo: via Mondadori 1
Destinazione d'uso: Edifici per uffici
Progettista: Oscar Niemeyer
Il progetto si delinea in evidente continuità con alcuni tra gli edifici più significativi realizzati precedentemente da Niemeyer. Non stupisce pertanto che sia proprio Giorgio Mondadori a indicare all’architetto il Palazzo Itamaraty, realizzato a Brasilia nel 1962, come modello cui far riferimento. La nuova sede della Mondadori, realizzata a breve distanza dal confine del capoluogo lombardo, rientra quindi in una linea di ricerca sviluppata oltreoceano; ricerca in cui si combinano la poetica di Niemeyer e i caratteri di un’architettura moderna che il Brasile ha accolto non senza modificarne ampiamente i presupposti.
Per rispondere alle esigenze della committenza, che richiedeva un edificio celebrativo e spettacolare, l’architetto trasforma l’area di progetto in un’ampia laguna artificiale. L’impianto subisce diverse variazioni nel corso del tempo, ma l’intenzione è chiara sin dall’inizio. All’interno dello specchio d’acqua si contrappongono una parte più alta e geometricamente definita e una minore che, con forme libere, si affianca alla prima come una penisola irregolare. Oltre a questo schema bipartito, già utilizzato ad esempio nella sede del PCF a Parigi, Niemeyer propone una soluzione che caratterizza molti degli edifici istituzionali da lui realizzati a Brasilia. Il volume stereometrico rivestito di vetro è infatti custodito all’interno di un imponente peristilio in cemento armato. Dal Palazzo dell’Alvorada, a quello del Planalto, dalla Corte di Giustizia all’Itamaraty, l’architetto procede alterando di volta in volta il disegno con semplici operazioni geometriche. Il tempio della casa editrice milanese costituisce quindi per Niemeyer l’ultima tra le soluzioni ottenute a partire da una serie di elementi codificati.
A Segrate i due corpi sinuosi previsti nella prima versione diventano, nel progetto definitivo, un unico edificio rettilineo. Il movimento che caratterizzava l’impianto iniziale viene tuttavia conservato mediante il ritmo sincopato con cui si succedono i pilastri. Gli archi parabolici in cemento armato che scandiscono la facciata acquistano, tramite la sequenza irregolare delle luci, un dinamismo assente negli edifici brasiliani. Il vero e proprio salto di qualità consiste però nella logica strutturale. Ai pilastri sul fronte anteriore ne corrispondono altrettanti su quello posteriore. Travi trasversali si appoggiano sulle coppie di pilastri e sostengono mediante tiranti il corpo vetrato degli uffici. Il Palazzo Mondadori raggiunge così l’accordo tra necessità di tipo strutturale e forma. L’ordine gigante in cemento armato è giustificato infatti dai carichi del volume sospeso che gravano su di esso. Ai piedi del corpo principale, due corpi minori curvilinei si allungano nella laguna in direzioni opposte.
E. Mocchetti (a cura di)
Mondadori, Milano 1975
S. Baietti
in «L’industria delle costruzioni» n.55, 1976
M. Grandi, A. Pracchi
Zanichelli, Bologna 1980
G. Gramigna, S. Mazza
Hoepli, Milano 2001
R. Dulio
in «Casabella» n.753, 2007
R. Dulio
Electa, Milano 2007
M. Biraghi, G. Lo Ricco, S. Micheli (a cura di)
Hoepli, Milano 2013