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Anno: 1953 - 1957
Località: Milano, Duomo
Indirizzo: via Circo 1
Destinazione d'uso: Edifici residenziali
Progettista: Luigi Figini, Gino Pollini
“L’edificio sorge nella zona sud-est della vecchia Milano, entro la cerchia dei Navigli, caratterizzata da un tessuto viario a strade molto strette e irregolari. Nei pressi sono i resti dell’antico Circo. Il nuovo edificio ha modeste altezze, derivanti dai raccordi con i fabbricati confinanti e dalle limitate larghezze stradali. Il piano terreno è interamente utilizzato per negozi e magazzini, i piani primo e secondo, sono destinati ad uffici, ed il terzo e quarto in arretrato sono destinati esclusivamente ad abitazioni. L’architettura delle fronti caratterizza la destinazione degli interni. Le finestre si susseguono in una serie continua ai piani più bassi per uffici, mentre ai piani superiori sono state ricavate logge e predisposte tamponature parziali di muro, e finestre più adatte a illuminare i vani degli alloggi interni. Le strutture sono in cemento armato, i solai in laterizio e cemento armato con pannelli di riscaldamento incorporati nei soffitti; gli infissi sono di ferrofinestra. Pilastri e travature esterni, lasciati in vista, sono rivestiti con intonaco di cemento e graniglia, e i pannelli di riempimento con cubetti di porfido stradale; i piani arretrati con elementi di maggiore dimensione (lastre di 1,5 x 1,5 metri) dello stesso porfido. I pilastri di base sono rivestiti con masselli di granito rosa di Baveno.L’androne d’ingresso ha le pareti rivestite di legno castano a listoni, il pavimento è di beola levigata; sull’infilata prospettica è stato ricavato un piccolo patio a giardino”.
(Dalla relazione di progetto)
La pianta dell’edificio di via Circo, che nasce sopra un pavimento musivo di epoca imperiale, è significativa riguardo all’attenzione portata al dibattito sulle preesistenze ambientali, nell’adattamento quasi mimetico della trama dei pilastri, che non sono più perfettamente regolari ma tortuosamente disposti, vuoi per la ristrettezza del lotto vuoi per scansare gli ostacoli del suolo. Gli elementi costruttivi sono pochi e semplici, ma la loro composizione è complessa perchè le relazioni contestuali sono molte e diverse; i volumi hanno altezze diverse a seconda degli affacci, le facciate sono arretrate dal filo strutturale o addirittura svuotate da loggette, i materiali accostati o giustapposti in funzione della loro diversa vibrazione alla luce del sole. Il risultato non è mimetico ma semmai dialettico rispetto alle “preesistenze ambientali”; e oggi a cinquant’anni di distanza, questo edificio è diventato ormai senza sforzo apparente esso stesso “preesistenza ambientale”.