Dal 25.09.2009 al 25.10.2009
Abbiamo richiesto la delibera di Giunta. Dibattimento in Consiglio Comunale entro la settimana. Nell'attesa pubblichiamo l'articolo di Rossella Verga, apparso su Il Corriere del 25 settembre
Maggiolina, Cimiano, Washington: ecco le «aree dove non si può costruire»
La parola «paletti» non gli piace. L’assessore allo Sviluppo del Territorio, Carlo Masseroli, preferisce parlare di «tutela», di «misure di salvaguardia , di «regole». Sta di fatto che la delibera presentata stamattina ai colleghi di giunta per l’approvazione è una vera e propria griglia per escludere determinati ambiti cittadini dagli effetti del piano casa, la legge speciale voluta dal governo Berlusconi per rilanciare l’edilizia attraverso gli ampliamenti delle abitazioni.
La Regione, nella sua legge attuativa approvata in luglio, ha fissato dei limiti. E ora il Comune è chiamato entro il 15 ottobre a dire la sua (con voto del consiglio comunale), in caso contrario varranno le indicazioni date dal Pirellone. Soltanto quelle.
Masseroli si è messo al lavoro con la cartografia di Milano e ora la delibera è pronta. La legge regionale prevede l'opportunità di ampliamento del 30 per cento per le villette mono e bifamiliari e per le piccole palazzine, oltre alla possibilità di demolire e ricostruire, per poi ampliare sempre del 30 per cento, al di fuori dei nuclei storici. Il Comune, tuttavia, vuole una garanzia: che gli ambiti storici e paesaggistici caratteristici di Milano non vengano snaturati. Ed è per questo che è stato allegato alla delibera un elenco di quartieri dove non sarà possibile applicare il piano casa, oltre ovviamente al centro storico e alla Cerchia dei Bastioni già vincolati. Si tratta di undici zone sottratte a demolizioni e ampliamenti: dal villaggio dei giornalisti alla Maggiolina al quartiere Cimiano del 1953 (architetto Rossetti), dal quartiere Porpora (1915) conosciuto anche come quartiere giardino delle cooperative alle casette di Pisacane e dintorni del 1901, dal quartiere Aspari a Città Studi al quartiere del Sarto che lambisce viale Romagna, dalle villette dei ferrovieri in via Lincoln a quelle di via Washington, per finire con il complesso di QT8, con il borgo Pirelli ai bordi dell’ex stabilimento, con i villini di viale Zara (quartiere La Postelegrafonica) disegnati dell’architetto Broglio. Tutti questi sono ritenuti dal Comune ambiti da proteggere, perché «omogenei », perché sono fette della «città giardino» e soprattutto perché rappresentano pezzi della storia della città. Nella mappa dei divieti sono inserite inoltre alcune zone residenziali già protette dal piano regolatore.
Alla fine, dunque, gli interventi di ampliamento per Milano non coinvolgeranno la gran parte delle abitazioni immaginate nel provvedimento iniziale del governo, ma riguarderanno soprattutto sottotetti e seminterrati, periferie, cascine nelle aree a parco (in questo caso previa autorizzazione della commissione paesaggio della Regione). Escluse dalla possibilità di ampliamento anche le aree industriali, come Lambrate e Affori, classificate «I» nei vecchi piani regolatori, nonostante l’attuale riconversione a residenza.
Un capitolo a parte meritano i caseggiati popolari: gli interventi potranno essere autorizzati solo in caso di demolizione e ricostruzione.
Rossella Verga