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Coscienza o Sistema Nervoso?

il 25.09.2009

'Architettura Cosciente, Architettura Appropriata' giornata di studi giovedì 24 settembre a Milano

Daniela Volpi ha introdotto il tema del convegno dal difficile titolo 'Architettura cosciente, Architettura appropriata' con la solita elegante sobrietà, centrandolo sul concetto di Qualità, quella che si vive nella buona architettura e che forse, si interroga, non può essere inposta con una legge.
E' frutto di un etica professionale di cui, citando De Lucchi, non sempre architetti e designer si rendono conto del potere che esercita sulla società.

Lo stesso Ferruccio Favaron, presidente della Consulta degli Ordini Lombardi, insiste sulla necessità della scuola di formare architetti consapevoli del diritto della società al buono, della qualità come esigenza collettiva; per questo sarebbe bene introdurre architettura tra le discipline della scuola dell'obbligo.

Marcello Balzani, direttore della rivista 'Paesaggio Urbano' e moderatore dell'incontro, sponsorizzato dalla S.Marco Laterizi, presenta l'iniziativa come una prima raccolta di voci di un possibile Dizionario che si vorrebbe formare ripetendo l'iniziativa in luoghi diversi, una raccolta di contributi di qualità operante.
Racconta anche, forse per stemperare un poco il titolo piuttosto impegnativo dell'incontro, del famoso scienziato che alla domanda se avesse coscienza rispose: 'non so se ho coscienza, ma sicuramente ho il sistema nervoso'.

lo studio Torricelli sottolinea l'accostamento a coscienza del principio di adeguatezza, inteso come il 'dar contesto ai luoghi' , mostrando progetti dello studio attorno a Milano, centrati sul colloquio con il paesaggio circostante.

Federico Bucci, critico e storico del Politecnico di Milano, propone un dialogo sull'intervento del prof. Torricelli e del Dipartimento di Progettazione per il Comune di Cerignola: PRG e alcuni progetti che lo hanno caratterizzato. Dialogo mancato, data l'assenza del Preside di Architettura Bovisa.

Succede quindi l'intervento del maestro Danilo Guerri che, emozionato dalla memoria di Milano nella sua storia personale, ha raccontato e mostrato il suo lavoro nel Teatro delle Muse di Ancona. Un 'ripristino', come lo chiama lui, in cui per 25 anni si è confrontato con il tema, con il contesto e con la città.
L'impianto a platea, come Rossi definisce 'ineluttabile' dopo Bayreuth, il miracolo della seconda platea che aggetta 6 metri sopra la prima, lo stilobate definito dai palchi laterali che creano la tensione dell'involucro verso il palco.
E ancora: la dovizia di dettagli nel disegno delle scale, una ossessione di Danilo Guerri che emerge in ogni sua composizione, sempre risolta con maestria e stupimento. Ci parla di Khan, Borromini, Sharoun -padre degli architetti moderni-.

Balzani riprende la citazione di Guerri a proposito della rivista fondata da Giancarlo De Carlo 'Spazio e Società', per presentare l'intervento successivo, degli architetti Monica Mazzolani e Antonio Troisi.
Riconoscendosi un ruolo di continuità con l'insegnamento di Giancarlo De Carlo, centrano l'intervento sulla definita invariante: spazio pubblico, bene della comunità.
I luoghi ad esso deputati storicamente, la strada e la piazza, si sono sciolti nei nuovi luoghi sensibili dell'incontro, e per raccontarlo ci mostrano le immagini della corte del British Museum coperta da Foster, la Biblioteca di S.Giovanni a Pesaro di Danilo Guerri, oltre che la Data di Urbino, Palazzo di Giustizia a Pesaro, i Collegi di Urbino e le Colonie degli anni '60 di Giancarlo De Carlo, definiti condensatori sociali, luoghi in cui all'occasione organizzata si interseca l'incontro spontaneo, in cui si perde -e si può perdere, grazie all'architettura- il proprio ruolo.
Antonio Troisi presenta come esempio in dettaglio l'ultima opera di Giancarlo De Carlo, inaugurata da quasi un anno, la Scuola per l'infanzia Lama sud a Ravenna, di cui ha curato con passione la realizzazione, e in realtà molto di più.

a seguire Flavio Bruna e Claudio Mellaro presentano alcune esperienze da loro svolte a Cuneo. Da Heidegger ereditano il pensare l'abitare dalla parte di chi abita: illustrano il concetto con i quadri di Fredrich, in cui l'osservatore è parte del paesaggio rappresentato; sensibili insomma ai valori ambientali locali.

infine Andrea Liverani presenta il lavoro dello studio Liverani Molteni attraverso due belle case unifamiliari. La prima realizzata e molto premiata, a Barlassina, del 2000/03, in cui al sapiente articolarsi degli spazi -senza soluzione di continuità tra interno ed esterno- affiancano un involucro di mattoni, comprese le falde di copertura -a mo' di pavimentazione, con quindi gli stessi accorgimenti tecnici per lo scolmo dell'acqua- senza fughe di malta.
la seconda in cui ancora l'articolazione del volume è così sensibile al suo intorno, un pregiato giardino di alberi pluriennali, che già dalle foto della costruzione al rustico è chiaro il suo radicamento con il luogo, fatto non di materia ma di spazio, in cui tutto sembra insomma già compiuto, come se da sempre si fosse trovato lì.

Cosa di meglio che chiudere la serata con un ottimo Martini cocktail, offerto sulla omonima terrazza affacciata sulla città?
Il sistema nervoso di fatti ringrazia.

 

Francesco de Agostini

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