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Milano che cambia e Milano che resta

Dal 19.05.2009 al 19.06.2009

I portici dell'edificio progettato dai BBPR, fra il corso Vittorio Emanuele e la corsia dei Servi potranno essere chiusi e privatizzati ... "Uno scempio"

Il Comune di Milano ne inventa una ogni giorno per fare quattrini: con i tempi che corrono si può anche capire, ma bisognerebbe fissare qualche regola nel mettere in gioco non soltanto i segni maggiormente stratificati o in sintesi i simboli presenti nel tessuto tradizionalmente storico della città (in buona misura ci auguriamo possano provvedervi Soprintendenze e Regione) ma le testimonianze della sua modernità, spesso non riconosciute e non protette.

Viene in questi giorni alla ribalta (si sfogli “La Repubblica” del 2 aprile) un caso doppiamente illuminante: quello dell’edificio, progettato dai BBPR, fra il corso Vittorio Emanuele e la corsia dei Servi.

Con un marchingegno fra il curiale e il disinvolto sembra possibile che i portici, creati per il tramite di una bella e ardita struttura a sbalzo,dai quali si snoda il contro-asse perpendicolare al corso Vittorio Emanuele cui dobbiamo un rapporto inedito con lo spazio della città alle sue spalle, possano essere chiusi e privatizzati, compromettendo il valore dell’opera e colpendola dove è più aperta ai cittadini.

Non soltanto. L’argomento, che giustificherebbe lo scempio, si allinea in modo allarmante ai luoghi comuni dell’odierno immaginario meneghino: il degrado, che nega valore agli spazi collettivi piuttosto che al verde e ad altri aspetti della città pubblica, non solleva un dibattito sul destino di quest’ultima, ma rimuove il problema, cedendone parti sempre più consistenti e nevralgiche agli affari e al congestionamento.

L’Ordine degli architetti milanesi chiede una pausa di riflessione su un problema che va ovviamente oltre il caso specifico per coinvolgere l’Amministrazione comunale in una scelta dettata dall’orgoglio cittadino e dalla volontà di esprimere come Milano abbia partecipato alla battaglia d’idee e vissuto creativamente un grande momento della modernità, dove l’opera dei suoi architetti (i BBPR, gli Albini, i Gardella, e, prima ancora, i  De Finetti, i Muzio, i Ponti, i Terragni, i Figini e Pollini e altri ancora) brilla di una luce europea.

Pubblichiamo la lettera dello studio Belgiojoso al Sindaco Moratti e all'Assessore Masseroli che potete sottoscrivere inviando una mail con il vostro NOME E COGNOME all'indirizzo
corsovittorioemanuele.bbpr@gmail.com

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