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Studio Marzorati Architettura e Mario Botta – con Giancarlo Marzorati alla Campari di Sesto San Giovanni

Dal 27.04.2009 al 27.04.2010

Incontro Giancarlo Marzorati nel suo studio di Sesto San Giovanni. Progettista prolifico, la Sesto post industriale è segnata da molti suoi lavori, tra cui questo elaborato con Mario Botta…

Incontro Giancarlo Marzorati nel suo studio di Sesto San Giovanni, ricavato all’ultimo piano di un condominio situato proprio di fronte al cantiere oggetto del nostro sopralluogo di oggi.
Progettista prolifico, la Sesto post industriale è segnata da molti suoi  lavori, tra cui quest’ultimo elaborato con Mario Botta, sicuramente tra i più importanti ed ambiziosi.
Le numerose immagini e modelli alle pareti dello studio lo celebrano con –legittimo- orgoglio.

Sviluppato sull’area storica di produzione della Campari, il Programma Integrato di Intervento esteso da Marzorati e Botta si divide in due tipologie di intervento.
La prima, oggetto del nostro incontro ed in fase di completamento, è composta dagli uffici direzionali del gruppo Campari, per circa 9.000 mq con annessi 900 mq di museo all’interno dell’edificio storico incastonato, come poi vedremo, nel nuovo edificio e 1.200 mq di lobby per eventi ad esso collegato.
Il secondo stralcio invece è costituito da 11.000 mq di residenze articolate su una composizione a scalare di edifici da 14 a 9 piani di altezza, giocati su una pianta a geometria semicircolare, a sua volta suddivisa in quarti, che definisce  4 diverse altezze di costruzione.
Attorno, ovvero verso Villa Alta, storica residenza Campari e oggi museo, l’area attrezzata a verde, a parziale uso pubblico.

Mi mostra il modello dell’intervento, e fa un certo effetto vedere contemporaneamente  fuori dalla finestra la costruzione in corso oramai delineata.

La composizione dell’edificio adibito ad uffici, come accade sovente con l’architetto ticinese, è frutto dell’addizione di volumi ‘puri’. Si tratta di 3 elementi a L giustapposti, i cui punti di innesto diventano occasione di esibizione spaziale della propria figura. Sia dove si sovrappongono, come abbiamo detto, sia dove, con gran virtuosismo strutturale, rimangono sospesi e dunque autonomi, come negli schemini qui accanto.
Mi riferisco in particolare alla struttura a ponte che permette di incastonare  l’edificio storico all’interno dell’organismo complessivo, pur mantenendone il volume, che affaccia sul corso, autonomo e  leggibile, come si può apprezzare dalle sezioni del progetto.

Sul lato interno  del vecchio edificio  –svuotato e trasformato in museo del gruppo- si innesta  invece una struttura a guscio, ricoperto a prato, che contiene la lobby, concepita come spazio adibito a eventi promozionali,  ma anche a spettacoli ed iniziative pubbliche. Tale guscio, completato da alti tagli a formare una sorta di pettine, si getta dentro uno specchio d’acqua, nel tentativo di darsi leggerezza.

Inevitabile pensare a riguardo alle esperienze compiute sugli auditorium di  Milano e di Bologna ad opera dell’arch. Marzorati. La struttura, sequenza di 13 campate in legno lamellare, copre oltre 40 metri di luce. È in diretto contatto sia con l’ingresso principale, che con l’area a verde, che con il museo -che vi si affaccia a modi loggione- definendone così una ampia versatilità d’uso.

Entriamo nell’edificio proprio da qui, salendo attraverso gli spazi, ad esso contigui, del volume storico che come abbiamo detto è stato dedicato al museo del gruppo.
Affacciandoci sul lato minore del rivestimento, visibile da via Gramsci, Giancarlo mi mostra la composizione  in  mattoni posati di sguincio a disegnare una  tavola di Depero dedicata alla gloriosa campagna pubblicitaria del gruppo.

Saliamo. Gli uffici alla quota del volume a ponte, organizzati ed arredati ad ‘open space’, dichiarano tutta la potenza della struttura, composta ‘solo’ da due travi reticolari perimetrali alte due piani a sospendere per circa 40 metri di estensione il volume al di sopra dell’insegna dell’edificio storico sottostante.
Emerge l’attenzione al dettaglio del disegno di arredo, che va di pari passo con la qualità del disegno dei  particolari costruttivi.

Le facciate sono a doppia pelle. La faccia interna è  interamente vetrata.  All’esterno invece è composta da un rivestimento in ‘lame’ di cotto Palagio disposte verticalmente e montate a secco su struttura in acciaio.  In corrispondenza delle porzioni vetrate,  tali lame sono ruotate a 45 gradi, alternate  tra loro dal una porzione libera. In questo modo la luce filtra attraverso di esse e, a seconda dell’esposizione, creano all’interno disegni cangianti alle diverse ore del giorno.  

Un edificio pensato in grande,  dove  il dettaglio non cede mai a compiacimenti decorativi o gratuitamente sfarzosi, pur dimostrando ricchezza di intenti, soprattutto nei materiali.

Insomma, ‘spirits’, ma di tradizione e di qualità, come l’edificio che la rappresenta.

Francesco de Agostini


2006-2008

Sede Amministrativa Campari
via Franco Sacchetti  20, Sesto San Giovanni

Progetto architettonico: Giancarlo Marzorati e Mario Botta
Progetto strutture:   Ing.Alborghetti,Ing.Montagnoli –Erbusco  (BS)
Progetto impianti:    Studio Ariatta –Milano
Progetto del verde:  Land Andrea Kipar –Milano   



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