Dal 23.02.2009 al 23.02.2010
L'itinerario che oggi presentiamo è inserito in una trilogia sui materiali, riguarda il vetro in architettura e prende in esame alcuni casi milanesi
L'itinerario che oggi presentiamo è inserito in una trilogia sui materiali e riguarda il vetro in architettura. Negli ultimi anni il vetro è stato considerato simbolo di modernità, grazie alla capacità di creare un rapporto di continuità tra gli spazi, di veicolare la luce dall'esterno all'interno e di gestire la climatizzazione degli ambienti attraverso il controllo dell'irraggiamento solare. In realtà si deve prendere atto che molta della fortuna di questo materiale sembra legata ad una sensualità dalla facile presa, tanto che spesso il vetro è assurto ad illusorio imprimatur del lusso e dell'attualità.
Milano non è tradizionalmente una città di vetro, come lo sono diventate negli ultimi anni, Berlino o Londra: tuttavia, l'occhio attento può scovare tra gli isolati della città alcuni casi rilevanti. Un indiscutibile punto di riferimento è l'opera di Gio Ponti, pioniere dell'uso di questo materiale in chiave espressiva, in cui il serramento a filo facciata crea un elegante gioco di patine riflettenti, in un sistema compositivo che è diventato segno autoriale. Nel grattacielo Pirelli e nel palazzo Montedoria la trama delle superfici vetrate, lo studio sui serramenti, sugli aggetti, sulle trasparenze, diventano esempi di eleganza non ancora superati nell'esperienza progettuale milanese.
Accanto alle opere del maestro, sono stati selezionati edifici che vanno dalla Torre Galfa di Melchiorre Bega, un grattacielo di vetro nel mai decollato Centro Direzionale milanese, alle più recenti Sedi della Deloitte di Mario Cucinella e della Carlyle dello Studio G&S, entrambe legate ai nuovi temi della sostenibilità, che oggi si dimostrano parte integrante e necessaria di qualsiasi approccio progettuale.
Un posto di particolare rilevanza lo riserviamo al Sole24Ore Headquarter di Renzo Piano, per ora l’unico caso di incontro tra Milano e il progettista italiano più noto: si tratta di un edificio sensibile all’ambiente, al sole, alla luce, che contiene, nel proprio cuore, un parco da 10.000 mq distribuito su una collina ad onda visibile dalla retrostante circonvallazione. Il parco è stato progettato grazie alla rimozione di una delle ali dell’edificio preesistente. Piano, oltre al consueto utilizzo dei materiali e alla ricerca degli effetti di trasparenza e leggerezza nella progettazione, intende in tal modo proporre il tema della continuità tra città e spazio verde.
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All'interno del programma di iniziative culturali promosso dall’Ordine
degli Architetti, gli itinerari assumono un ruolo chiave nella
valorizzazione dell'architettura contemporanea e nella comprensione
della città e del territorio. La città di Milano presenta nelle
realizzazioni dell'ultimo secolo una linea progettuale che rimanda, se
pur in modo parziale e discontinuo, al significato profondo delle forme
della città. Il progetto itinerari vuole costituire uno strumento per
la promozione della conoscenza dell'architettura milanese, intesa non
solo come possibilità di indagare teorie e soluzioni progettuali, ma
anche come il consolidamento di un ambito culturale condiviso. Tale
approccio intende proporre una molteplicità di sguardi sulla città come
traino alle nuove ed imminenti trasformazioni urbane, riconsegnando ai
cittadini l'idea di una città come fatto collettivo.
Itinerari di architettura moderna: l'architettura moderna come descrizione della città
Progetto a cura della Fondazione dell'Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano
Coordinatore scientifico:
Maurizio Carones
Redazione:
Alessandro Sartori
Stefano Suriano
Curatori:
Marco Borsotti
Paolo Brambilla
Paolo Campiglio
Maria Vittoria Capitanucci
Maurizio Carones
Graziella Leyla Ciagà
Marco Lucchini
Laura Montedoro
Coordinamento attività:
Giulia Pellegrino
Ufficio Stampa:
Susanna Conte