From 02.08.2016 to 28.08.2016
E' morto lunedì 1 agosto 2016 nella sua casa di Albavilla Gustavo Latis, attento e sensibile protagonista della cultura architettonica italiana e della scuola milanese del dopoguerra, fondatore con il fratello Vito dell'omonimo studio
E' morto lunedì 1 agosto 2016 nella sua casa di Albavilla Gustavo Latis, attento e sensibile protagonista della cultura architettonica italiana e della scuola milanese. Il Presidente Valeria Bottelli e tutto il Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Milano lo ricordano con affetto e sono vicini ai figli architetti Elisabetta Francesco e Giovanna.
I funerali si svolgeranno ad Albavilla mercoledì 3 agosto alle ore 15.45
Gustavo Latis nasce a Milano il 15 giugno 1920. Le leggi razziali non gli consentono di frequentare l’ultimo anno delle scuole superiori, che è obbligato ad affrontare da privatista. Terminato il liceo classico svolge attività grafica, scenografica e di arti applicate dal 1939 al 1943 lavorando in clandestinità alla Scala come apprendista scenografo e fotografo, e nel 1944 – 1945 si rifugia in Svizzera.
Qui condivide il proprio esilio con l’amico e già compagno di scuola Ludovico Magistretti, fuggito dall’Italia in quanto dissidente politico. Non essendo ancora laureato, Gustavo Latis non può, come altri architetti profughi, entrare ufficialmente a far parte del al Bureau Technique de la Reconstrution e, a Lugano, per vivere si mantiene inizialmente come bracciante agricolo e poi come correttore di bozze presso una testata giornalistica locale. Riesce comunque ad avere un ruolo attivo all’interno dell’associazione grazie alla possibilità di collaborare con il fratello Vito, di 8 anni maggiore. Nel luglio 1945 pubblica un proprio articolo, incentrato sulla critica alla concezione classista che ispira la costruzione di molte case e quartieri popolari moderni.
Dopo la guerra inizia gli studi al Politecnico di Milano nell’ottobre del 1945, portandoli a termine in poco meno di tre anni, laureandosi in architettura nel luglio 1948 , con una tesi sulla ristrutturazione e la valorizzazione del Seminario Maggiore, di cui è relatore Piero Portaluppi. Già durante gli anni dell’università ha l’opportunità di collaborare presso lo studio del fratello, interessandosi e talvolta partecipando ai suoi primi importanti lavori; un’esperienza che egli giudica ancora oggi fondativa, quasi più delle nozioni apprese dall’insegnamento universitario.
Brevità dell’iter scolastico e precoce immersione nella pratica professionale spingono Gustavo a prediligere gli aspetti concreti del fare architettura. Ciò non significa però disinteresse per le questioni teoriche e in questo senso l’esperienza formativa di Gustavo Latis si concretizza, più che all’interno dell’università, attraverso l’adesione, dal 1946, all’Associazione Libera Studenti Architetti (Alsa), un raggruppamento fondato nello stesso anno, che riunisce studenti laureandi e neolaureati tra i quali Angelo Mangiarotti, Alberto Rosselli, Paolo Tilche, Vittorio Borachia e Carlo Santi.
L’Associazione offre occasioni di collaborazione con personaggi esterni quali Bruno Zevi, Gillo Dorfles, Giulia Veronesi e resta una tappa fondamentale della maturazione di Gustavo, che fu anche condirettore del comitato che ne curava le pubblicazioni: la nota collana edita da Tamburini, denominata “Studi Monografici d’Architettura” dedicava saggi brevi all’estetica dell’architettura. Nello stesso anno della laurea Gustavo Latis si iscrive all’albo degli architetti della Lombardia e dal 1949 inizia a svolgere l’attività professionale, singolarmente e in collaborazione, dedicandosi all’edilizia popolare e privata, a quella industriale, all’urbanistica, all’arredamento e ai lavori di consulenza di estetica industriale presso enti privati. La sua prima esperienza di direzione lavori risale al 1950, con il condominio milanese di via Boccaccio 24.
Come il fratello Vito sceglie di affiancare all’attività professionale l’impegno culturale, che lo vedrà membro di importanti organizzazioni quali l’INU e l’Associazione Disegno Industriale (Adi).La feconda esperienza dell’Associazione studentesca si chiude per confluire nella più vasta esperienza del Movimento Studi Architettura (MSA) in cui entra a partire dal 1951. Quale membro dell’apposita commissione di studio interna all’associazione, il suo impegno si concretizza dal 1955 soprattutto sul lavoro di riflessione attorno al nuovo regolamento edilizio del Comune di Milano, fino alle dimissioni rassegnate nel 1958. Dal 1956 Gustavo e Vito Latis si associano nello “Studio Latis Architetti” che li vedrà impegnati in un’intensa e copiosa produzione che spazia, secondo la prassi del professionismo colto di allora, dall’edilizia civile – privata o collettiva – a quella industriale e terziaria, all’urbanistica, all’arredamento e al design, chiudendosi, di fatto, soltanto negli anni immediatamente precedenti la scomparsa di Vito. Nell’arco di oltre quattro decenni le loro opere trovano ripetutamente spazio sulle più note testate italiane di architettura e su varie riviste specialistiche di edilizia ed arredamento.
Maria Vittoria Capitanucci