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Aree ex Falck

From 16.05.2016 to 16.06.2016

Segnaliamo un articolo del Corriere della Sera sul futuro delle aree ex Falck, dopo la rinuncia di Renzo Piano a portare avanti il suo progetto; secondo l'architetto genovese snaturato dai nuovi investitori

Segnaliamo un articolo del Corriere della Sera sul futuro delle aree ex Falck, dopo la rinuncia di Renzo Piano a portare avanti il suo progetto. Secondo l'architetto genovese la sua proposta è stata snaturata dai nuovi investitori. L'intervento del nostro Presidente Valeria Bottelli: «Pur non conoscendo nel dettaglio le ragioni dell’amministrazione, dispiace che decisioni così importanti per il futuro della Città metropolitana vengano dettate dall’opportunismo immobiliare del momento senza pianificazione».


Piano si sfila, l’ex Falck nel limbo. «Occasione persa». «Ma è una sfida»
Dibattito tra tecnici e politici sulla scelta dell’archistar di fare un passo indietro. L’obiettivo di rassicurare sulla continuità della riqualificazione.

Dallo studio Bizzi & partners incassano il dietrofront dell’archistar Renzo Piano. L’obiettivo è quello di rassicurare l’opinione pubblica sulla continuità della riqualificazione urbanistica delle ex acciaierie Falck. Con la volontà, addirittura, di rilanciare, rivolgendosi ad altri architetti importanti: per diventare, magari, un laboratorio per giovani talenti guidati da grandi firme che già lavorano a livello internazionale con l’immobiliarista Davide Bizzi. Progettisti da coinvolgere nel rispetto delle linee guida del Piano integrato d’intervento (Pii) firmato da Renzo Piano. L’archistar ha motivato il suo addio a Sesto San Giovanni, ieri al Corriere della Sera , definendosi «amareggiato» per aver visto il suo piano snaturato dopo la notizia dello sbarco dei sauditi. I fratelli Fawaz sono intenzionati a investire 500 milioni e a realizzare un distretto del commercio e un parco divertimenti su 140 mila metri quadrati degli 1,5 milioni dell’area, dove sorgeranno anche la Città della Salute e un parco.

L’amarezza di Renzo Piano si è diffusa rapidamente tra gli architetti («Non sono il garante di nessun shopping center» ha sottolineato Piano). Stefano Boeri, artefice del Bosco Verticale, si dice molto triste per il passo indietro del collega: «La grande saggezza e generosità sociale del suo progetto si è persa con l’intervento di una proprietà che arriva e stravolge tutto. È incredibile: le variazioni vanno discusse. Mi pare un’ingenuità non capire l’importanza delle idee di Piano, in primo luogo il principio per cui era il parco a contenere l’ospedale e non viceversa». Rammarico viene espresso anche dalla presidente dell’Ordine, Valeria Bottelli: «Pur non conoscendo nel dettaglio le ragioni dell’amministrazione, dispiace che decisioni così importanti per il futuro della Città metropolitana vengano dettate dall’opportunismo immobiliare del momento senza pianificazione».

Dall’assessorato all’Urbanistica, Alessandro Balducci è realista. «Senz’altro adesso il progetto sarà diverso. È sempre difficile realizzare interventi di grande qualità confrontandosi con le difficoltà del mercato immobiliare, come visto nei casi di Santa Giulia e CityLife. Mantenere l’equilibrio economico è complicato, soprattutto quando ci sono alti costi di bonifica. Fondamentale per una riqualificazione di livello sarà non disperdere la memoria industriale dell’area, dare respiro a Sesto e tirare fuori il meglio dalla stratificazione dei progetti che si sono susseguiti dagli anni Novanta a oggi». Ada Lucia De Cesaris, che ha preceduto Balducci all’Urbanistica manifestando la sua contrarietà alla Città della Salute a Sesto, guarda oltre: «Ora bisogna fare di tutto per recuperare il disegno originario di Piano. Deve mantenere la vocazione di un sito centrale per la Sanità della Città metropolitana. Questo non si può snaturare» .

Di Simona Ravizza e Giacomo Valtolina

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