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Condominio in via Massena

Anno: 1959 - 1963

Località: ,

Indirizzo: Via Massena 18, Milano

Destinazione d'uso: Edifici residenziali

Progettista: Luigi Caccia Dominioni

Con l’edificio in via Massena Luigi Caccia Dominioni prosegue la propria ricerca nella definizione dei capisaldi tipologici del condominio milanese, a cui darà un importante contributo con le sue opere tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Ubicato nei pressi della Fiera Campionaria, non distante dalla cerchia bastionata, l’edificio è collocato in mezzo al verde che occupa l’intero isolato; nel progetto è negata la tradizionale disposizione in affaccio alla cortina stradale, optando per un tipo di edilizia aperta con orientamento est-ovest.

Il taglio degli appartamenti è estremamente vario, oscillando dalle tre ad un'unica unità per ciascun piano. Nell’atrio d’accesso troviamo ancora una volta i mosaici dello scultore Francesco Somaini, con cui l’architetto milanese strinse un lungo sodalizio creativo.

Interessante è il trattamento opposto che l’autore riserva alle due facciate principali, espresso in maniera netta nel contrasto evidente sul lato corto dell’edificio, verso via Massena: da una parte il disegno elegante delle ringhiere e degli scorrevoli che risvoltano nell’angolo, dando carattere di grande ariosità, dall’altra una fascia cieca, rivestita in clinker, a fare da contrappunto. Sul lato est, svuotato da due file verticali di finestrature, il rivestimento in tessere esagonali di clinker lascia spazio ad un effetto geometrico “ad alveare” che ritroviamo in altre opere precedenti e successive dell’autore (Istituto della Beata Vergine Addolorata e convento di S. Antonio da Padova). Sul fronte opposto invece il tema è quello dell’apertura continua, affrontato sovrapponendo le eleganti scossaline dei marcapiani ad un sistema di persiane scorrevoli: si ottiene così un effetto compositivo di grande movimento.

Da ogni dettaglio traspare quella sapienza artigianale applicata al fare architettonico che è divenuta cifra distintiva dell’attività dell’architetto e che gli ha consentito di reinventare nuovi equilibri di forme, colori e materiali, riscoprendo in modi inconsueti il valore della tradizione.

ALESSANDRO SARTORI
STEFANO SURIANO