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Palazzo per uffici e libreria

Year:  1955 - 1959

Town: Milano, Duomo

Address: via Hoepli 5

Intended use: Edifici per commercio e uffici

Designer: Luigi Figini, Gino Pollini

Costruito nel pieno centro di Milano, accanto alla chiesa di San Fedele e a pochi passi dal Duomo, in un’area pesantemente investita dai bombardamenti bellici, questo edificio rimane come uno dei più problematici dell’intera produzione di Figini e Pollini. Problematico si presentava anzitutto il contesto insediativo, sia in senso fisico che in senso normativo, giacché il piano regolatore del 1953 (alla cui stesura aveva preso parte lo stesso Pollini) prevedeva oltre ad un nuovo allineamento su strada anche dei portici dell’altezza di 9 metri, giudicati inutilmente monumentali. Muove da qui la prima scelta progettuale, quella di ribassare almeno nel prospetto esterno l’intradosso della copertura del portico con una trave calata di un modulo da cui far partire l’orditura dei pilastri del fronte strada. Scelta felice, che consente di ricondurre a dimensioni più umane il prospetto esterno del portico, sovrastato da un esoscheletro con lo stesso ritmo della struttura superiore.

 

La struttura è una maglia ortogonale in cemento armato lasciato a vista, tutta sostanzialmente su un unico piano verticale, il cui riempimento è costituito da parapetti in granito rosa di Baveno e serramenti di alluminio colore bruno scuro. L’edificio ha una destinazione ad uffici, con una grande libreria che occupa l’intero piano terra e un piano immediatamente superiore soppalcato grazie ad una sobria struttura in ferro; le vetrine affacciate sul portico sono attrezzate con un ingegnoso sistema di espositori mobili e girevoli per i libri; ancora oggi si presenta come un esempio riuscito di “grande magazzino per i libri”. In alto all’ultimo piano e in arretrato rispetto alla strada, una “villa” con un giardino pensile, cioè l’abitazione privata del committente contornata da ampie terrazze ben disegnate nei dettagli (aiuole, vasche, zone attrezzate e riccamente piantumate) e aperte sulle visuali del Duomo e della cupola di San Fedele. Tale è la differenza di esito qualitativo tra questa parte sommitale, poeticamente vicina al cielo, ed il basamento terziario, prosaicamente regolare e ripetitivo, che si può intendere quest’ultimo come mero piedistallo per la gloria di una villa urbana al piano attico.

 

Giacomo Polin