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Edificio per abitazioni

Anno: 1975 - 1977

Località: Milano, Forze Armate

Indirizzo: via Forze Armate, via Creta

Destinazione d'uso: Edifici residenziali

Progettista: Carlo De Carli

Si tratta del primo intervento realizzato dall’Iacpm per la sostituzione delle “case minime” di via Forze Armate, a Baggio, destinate fra le due guerre agli sfrattati dagli sventramenti nel centro storico. Il gruppo guidato da De Carli è impegnato nella realizzazione di due edifici di dieci piani, per complessivi 252 alloggi.

 

Il lotto si pone come cerniera tra spazi ed elementi costruiti molto disomogenei, fra cui non è leggibile alcun rapporto  d’ordine; confina a nord con via Forze Armate, ma ne è separato da una fascia continua di parcheggi pubblici; a ovest con un grande spazio aperto, lasciato libero dalla demolizione delle case minime. I due fabbricati avrebbero dovuto raddoppiarsi simmetricamente a circoscrivere un grande cortile residenziale, non realizzato.       

 

Gli edifici, dal carattere imponente, si innalzano di dieci piani fuori terra in posizione autonoma rispetto agli assi e alle direzioni preesistenti, e si pongono come elementi aggreganti di riferimento per il tessuto disperso e disordinato della periferia, nel quale si inseriscono. I due corpi in linea sono formati rispettivamente da due e quattro corpi scala, costituenti vere e proprie unità abitative. Il piano terra è parzialmente porticato e contiene alcuni grandi locali per riunioni, oltre ai vani scala-ascensore. Ogni unità abitativa è servita dal vano scala con un corridoio distributivo di accesso a cinque cellule abitative di varie dimensioni. L’attenzione maggiore è stata posta nello studio delle piante degli alloggi, diversamente articolati per una migliore esposizione e per rispondere alle esigenze di un’utenza composita.

 

I fronti con finestrature ad andamento prevalentemente orizzontale e logge incassate sono pubblicati da De Carli come “studi sulla essenzialità della costruzione definitiva”. L’elementarità dell’immagine architettonica risponde alla volontà di avvalersi di strutture “che non siano ridondanti o troppo rappresentative per se stesse, ma oggettive e corrette”.

 

De Carli nel 1944 aveva scritto: “Non casa-macchina, né casa-poesia; non casa popolare né casa di lusso: c’è soltanto la casa”. Così la cellula abitativa, pensata come unità architettonica di spazio primario, si combina con le altre in organismi più complessi, aperti all’aria e al sole, cercando la misura di soluzioni essenziali e utili a tutti.

 

Claudio Camponogara