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Ampliamento Sede del Politecnico di Milano

Anno: 1970 - 1983

Località: Milano, Città Studi

Indirizzo: via Ampère 2, via Bonardi 3

Destinazione d'uso: Edifici per l'istruzione

Progettista: Vittoriano Viganò

A partire dal 1970 Viganò approfondisce la ricerca sulle potenzialità espressive dell’acciaio nell’ampliamento della sede della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. La struttura modulare, formata da tiranti a sezione rettangolare sospesi a pilastri cruciformi tramite un’intelaiatura posta a coronamento dei pilastri stessi, viene esibita sui fronti, davanti al curtain wall.

Sulla via Ampère gli elementi architettonici vengono trasformati in elementi grafici: il portale d’ingresso diventa una grande “A” rossa, affiancata da una linea spezzata formata dalla scala in cemento a vista che si staglia sul fondo nero della costruzione. L’architettura diventa esplicitamente comunicazione, ed è impossibile distinguere gli elementi accessori da quelli strutturali.

Il nucleo centrale dell’edificio è uno spazio intermedio tra la strada e l’interno vero e proprio, è un patio coperto costruito su più livelli, capace di offrire una grande varietà di punti di vista differenti. Non manca un riferimento alle esperienze dell’architettura Costruttivista russa, sia nell’uso dei colori, sia nel linguaggio delle geometrie, ma anche per il riconoscimento dell’effetto dirompente della tecnica sulla vita.

Quest’opera di Viganò è stata letta come il passaggio dalla poetica brutalista all’estetica High-Tech, che, nel frattempo, si andava affermando nel panorama internazionale. In particolare, elementi come i nodi strutturali a vista, le condotte degli impianti portate all’esterno, le scale sospese nel vuoto inducono a riconoscere molte analogie con altre opere degli stessi anni. Tuttavia, rispetto alle più celebri architetture High- Tech, nel lavoro di Viganò le strutture e gli impianti diventano puri segni astratti capaci di creare spazi di grande intensità.

PAOLO BRAMBILLA