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“L'Associazione Nazionale fra gli Istituti Autonomi per le Case Popolari ritiene suo preciso compito richiamare l'attenzione degli studiosi, tecnici e politici sul problema della casa, promuovendo un largo dibattito intorno ai diversi aspetti di esso, attraverso la pubblicazione di Edilizia Popolare. Si propone, inoltre, di dare ampia divulgazione sull'attività svolta dagli Istituti Autonomi per le Case Popolari, enti di democrazia collettiva e strumenti esecutivi della politica edilizia del Governo della Repubblica. Partendo dall'affermazione che la casa è elemento essenziale della condizione umana, ne deriva, quale logica conseguenza, l'impossibilità di lasciare la soluzione del problema stesso alla libera determinazione dell'iniziativa privata, portata all'investimento edilizio non certo per il raggiungimento di scopi sociali, ma esclusivamente in funzione della tranquillità e del reddito derivante da tale particolare forma di investimento. La casa va poi considerata non un qualunque bene di consumo, ma come un particolare bene strumentale, in quanto, condizionando lo sviluppo della personalità dell'individuo ed esercitando una notevole influenza sulla preparazione intellettuale e spirituale dello stesso, ne determina l'apporto di attività nell'ambito dell’occupazione prima, e nell'ambito della sua partecipazione alla collettività locale poi. (…) Edilizia Popolare vuole pertanto mettere in evidenza la necessità di un coordinamento delle varie iniziative in atto per incrementare l'edilizia economica e sovvenzionata, studiare gli aspetti economici, finanziari e sociali del problema. Dato che si tratta della prima esperienza di rivista tecnica che esamini a fondo il problema della casa, l'Associazione Nazionale Ira gli Istituti Autonomi per le Case Popolari ritiene doveroso avvalersi della collaborazione di quanti studiosi, specializzati nei vari campi, intendano dare il loro contributo all'approfondimento ed alla soluzione razionale del problema stesso. Gli studiosi chiamati a collaborare saranno scelti, fra gli architetti, gli ingegneri, gli urbanisti, i giuristi, i sociologi e gli economisti (anche di altre nazioni), che possano portare il loro contributo diretto a tutti i problemi di una edilizia di massa, sia per attività già svolta in questo senso, sia perché la loro competenza, nei singoli argomenti, può giovare a chiarire aspetti generali o particolari dei problemi che riguardano l'edilizia popolare”. da Camillo Ripamonti, “Editoriale” in Edilizia Popolare n. 1, 1954