From 17.06.2025 to 31.07.2025
Il fotografo italiano Matteo de Mayda (1984) vince la quinta edizione del Premio Gabriele Basilico per la Fotografia di Architettura e Paesaggio, con il progetto "There’s no Calm after the Storm", dedicato al disastro provocato dalla tempesta Vaia nell’autunno 2018 nei boschi delle Dolomiti, tra Veneto, Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia Giulia.
Alla quinta dizione del Premio hanno partecipato 58 fotografi under40 provenienti da 34 Paesi da 4 continenti, invitati a partecipare su invito da parte di 40 Nominatori provenienti da 25 Paesi.
Sei sono stati i finalisti scelti dalla giuria - riunitasi online il 9 giugno 2025 - formata da: Matteo Balduzzi, Museo di Fotografia Contemporanea MuFoCo, Cinisello Balsamo; Lorenzo Bini, consigliere dell’Ordine Architetti PPC della Provincia di Milano; Francesca Fabiani, responsabile per la fotografia contemporanea, ICCD-MIC, Roma; Giovanni Hänninen, fotografo, Milano; Martino Marangoni, presidente Fondazione Studio Marangoni, Firenze; Sandra Phillips, curatore emerito, Dipartimento di Fotografia, San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco; Franco Raggi, architetto, Milano; Roberta Valtorta, storica della fotografia, Milano; Bas Vroege, direttore di Paradox, Edam-Amsterdam.
La giuria ha ritenuto di assegnare il Premio al lavoro fotografico di Matteo de Mayda "There’s no Calm after the Storm", dedicato al disastro provocato dalla tempesta Vaia nell’autunno 2018 nei boschi delle Dolomiti, tra Veneto, Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia Giulia: "i gravissimi effetti della tempesta sono stati analizzati dall’artista attraverso riprese fotografiche, foto d’archivio, immagini satellitari e al microscopio, testimonianze delle comunità e spiegazioni scientifiche. Il lavoro, fortemente articolato nei diversi tipi di immagini ma caratterizzato da una stringente coerenza visiva, è stato scelto per la freschezza di linguaggio, la delicatezza dell’impostazione e soprattutto, come il Premio Basilico vuole, per il progetto importante con il quale de Mayda intende proseguirlo. L’idea di partecipazione sociale già presente nel lavoro verrà infatti approfondita e potenziata attraverso il coinvolgimento di giovani appartenenti alle comunità colpite dal disastro. Grazie all’utilizzo di fotografie realizzate da loro, fotografie di famiglia, articoli di giornali locali, disegni, scritti, collage di immagini, materiali prodotti durante alcuni workshop che verranno organizzati, il progetto iniziale verrà 'espanso' in un lavoro stratificato e a più voci, a conferma di un’idea di fotografia come pratica relazionale e come possibile incrocio di punti di vista, sensibilità, memorie".
Questi i nomi dei sei finalisti: Chase Barnes (USA) nominato da Jiehao Su (vincitore del premio Basilico nel 2017); Marwan Bassiouni (Svizzera, Paesi Bassi), nominato da Christian Caujolle; Matteo de Mayda (Italia, vincitore) nominato da Michele Borzoni (vincitore del premio Basilico nel 2019), MD Fazle Rabbi Fatiq (Bangladesh) nominato da Shahidul Alam; Prasiit Sthapit (Nepal) nominato da Tanvi Misra; Kurniadi Widodo (Indonesia) nominato da Asep Topan.
La giuria ha decretato vincitore il fotografo italiano Matteo de Mayda, classe 1984.
Dal racconto del progetto presentato per il premio:
Un evento meteorologico estremo nell'ottobre del 2018 colpì l'Italia nord-orientale, devastando in maniera significativa il paesaggio. Venti di scirocco soffiarono sulle Dolomiti a 200 km/h, abbattendo quattordici milioni di alberi. Oltre sei anni dopo, gli effetti della tempesta Vaia sono ancora visibili. Attraverso un approccio stratificato che combinerà fotografia, materiale d'archivio e ricerca scientifica, il progetto si concentrerà sul rapporto tra comunità e natura.
L'obiettivo dichiarato dal fotografo è "guardare oltre gli alberi caduti per esplorare cause più profonde e conseguenze a lungo termine, come la diffusione del bostrico dell'abete rosso, un parassita attratto dal legno indebolito. Le tempeste hanno plasmato le foreste per lungo tempo, ma il cambiamento climatico ne sta alterando la frequenza e l'intensità".
Grazie al Premio il progetto verrà portato nelle scuole delle comunità colpite da eventi meteorologici estremi. "L'obiettivo è avviare un dialogo con le giovani generazioni attraverso la mostra, ma soprattutto attraverso conferenze, letture, incontri e workshop, invitando gli studenti a partecipare a progetti collaborativi e a creare nuovi contenuti ispirati all'approccio stratificato del progetto, che combinerà immagini, archivi familiari, giornali locali, testi, disegni e collage. Questo è anche un modo per condividere la fotografia come pratica relazionale: non per colonizzare un luogo, ma per abitarlo, e per riconoscere la tensione tra il mondo interiore dell'autore e il mondo esterno che esiste indipendentemente da noi".
Il Premio Gabriele Basilico, che consiste in un contributo di 12.000 euro, servirà per realizzare un progetto fotografico (da concludersi entro febbraio 2026) destinato a essere pubblicato in un libro ed esposto in una mostra.
Il Premio, biennale, è dedicato al ricordo di Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013), grande protagonista della fotografia internazionale di architettura e di paesaggio, ed è diventato nel tempo un punto di riferimento per la ricerca e la sperimentazione dei linguaggi visivi presso le nuove generazioni, con le quali l’artista milanese si è sempre posto in dialogo in modo aperto e costruttivo.
La quinta edizione del Premio è stata resa possibile grazie al sostegno di Flexform, Fondazione Mast e Viabizzuno.
Si ringrazia inoltre Epson Italia.