From 07.04.2025 to 31.10.2025
L'Ordine degli Architetti rende pubblici i risultati del questionario "Incertezze normative e prospettive sulla professione" – raccolto dal 7 al 17 febbraio scorso – che mette in evidenza la situazione professionale degli architetti rispetto alla gestione delle pratiche edilizie con la pubblica amministrazione.
Alla luce dell’attuale situazione professionale e dei diffusi ritardi che coinvolgono le pratiche dei propri iscritti, l’Ordine degli Architetti di Milano ha ritenuto utile raccogliere opinioni dei professionisti circa lo stato dei rapporti con gli uffici della pubblica amministrazione preposti alla gestione delle pratiche edilizie, a seguito della chiusura del SUE, disposta nel novembre scorso dal Comune in relazione alle indagini della procura. Contro la disposizione di servizio 9/2024, l’Ordine degli Architetti, così come l’Ordine degli Ingegneri e il Collegio dei Geometri, ha presentato nel gennaio scorso ricorso al TAR - ritenuto poi non ammissibile - e ha promosso nel mese di febbraio presso i propri iscritti l'indagine conoscitiva “Incertezze normative e prospettive sulla professione”. Il 27 marzo il Comune di Milano ha reso noto di aver ripreso l’attività dell’Ufficio relazioni con il pubblico, secondo modalità descritte in una comunicazione dedicata.
“L'Ordine, nel rendere pubblico il risultato di questo sondaggio - commenta Aldini - intende sottolineare come lo svolgimento della professione di architetto vada sempre intesa come attività di interesse pubblico e in questo senso il positivo rapporto con la pubblica amministrazione sia da considerare condizione essenziale”.
Al questionario – disponibile dal 7 al 17 febbraio 2025 – hanno risposto 700 professionisti, tra cui 570 titolari di studio e 130 tra collaboratori o dipendenti. Più di tre quarti dei rispondenti lavorano in studi o società con sede a Milano e il 90% degli studi opera prevalentemente nel territorio metropolitano.
Il 74% dei rispondenti lavora in studi o società di piccola dimensione (fino a 3 collaboratori o dipendenti). Quasi il 20% lavora in studi con dimensioni comprese tra 4 e 30 collaboratori o dipendenti e il restante 6% circa in studi medi o grandi (sopra i 30 collaboratori o dipendenti).
Il 66% dei rispondenti ha dichiarato di avere da 1 a più di 10 progetti bloccati o con tempistiche anomale rispetto al passato nel loro iter amministrativo. Di questi progetti il 70% risulta bloccato o con tempistiche anomale nonostante non sia paragonabile a quelli oggetto delle inchieste. Si rileva che l’incidenza in termini percentuali dei progetti bloccati o con tempistiche anomale è maggiore per gli studi grandi.
Il 57% dei rispondenti dichiara di aver subito annullamento o di non aver potuto prenotare da 1 a più di 10 appuntamenti con lo sportello unico (a seguito della Disposizione di servizio del Comune di Milano n. 9 del 2024).
La complessa situazione e le conseguenti incertezze di mercato hanno influito negativamente per il 55% dei rispondenti sul numero di incarichi professionali conseguiti nell’ultimo anno. Il 44% dei professionisti, inoltre, dichiara che la diminuzione degli incarichi ha influito sull’organizzazione dello studio e di questi il 45% di aver operato anche una riduzione dei collaboratori nel proprio studio. Questo vuol dire che tra i 571 titolari di studio coinvolti, uno su cinque (20%) ha già ridotto i propri collaboratori.
“Il riscontro dai nostri colleghi è stato significativo – commenta Aldini. I risultati che emergono ci danno ulteriori elementi sull’attuale difficile situazione professionale del nostro territorio nel presente momento di grande incertezza.”
L’Ordine coglie l’occasione per ricordare agli iscritti che Dimmi, la piattaforma promossa da OAMi per offrire spiegazioni e chiarimenti ai quesiti più comuni e diffusi tra i professionisti, non sostituisce il necessario lavoro della Pubblica Amministrazione ma vuole essere uno strumento di sostegno ai propri iscritti. Le risposte pubblicate su Dimmi sono un servizio di ausilio interpretativo complementare, ma in alcun modo sostitutivo agli strumenti normativi vigenti.