In occasione dell'evento formativo del 20 marzo, è stato presentato a Milano, nella sede di via Solferino, il Vademecum per un lavoro equo e inclusivo, realizzato a cura dell’Ordine degli Architetti di Milano.
L’Ordine, a conclusione di un lungo percorso di ascolto degli iscritti e di approfondimento normativo con esperti legali sui temi del Fair Work, ha redatto un testo guida per i professionisti e i titolari di studi, di diverse dimensioni, per disciplinare il delicato rapporto tra studi professionali e collaboratori. Argomento di attualità, come dimostrano le recenti inchieste giornalistiche sulla condizione dei professionisti all’interno degli studi di architettura milanesi, a cui l’Ordine vuole contribuire con un lavoro di riflessione e uno strumento operativo, di servizio.
« Il tema delicato del rapporto tra studi professionali e collaboratori ci accompagna da molto tempo. Ora però è diventata una priorità che non si può più rimandare. Rispetto al passato sono molto cambiate le condizioni al contorno, soprattutto a Milano.», spiega il presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano, Federico Aldini. «È aumentato il numero dei professionisti e si è ridotto sensibilmente il potere negoziale tra il/la giovane collega, che si affaccia al mondo del lavoro, e chi offre una collaborazione. Prestare la propria collaborazione a partita IVA in uno studio strutturato porta inevitabilmente ad avere preoccupazioni: la carenza di tutele e incertezza sul controllo del proprio futuro. Questa situazione in passato veniva compensata con un riconoscimento economico evidentemente più proporzionato al costo della vita. Si parla di una legge sull’equo compenso, confidiamo che se ne discuta una versione che coinvolga l’intero nostro panorama. Attualmente i compensi sono indiscutibilmente troppo bassi per l’intera categoria, questo a cascata coinvolge in particolare i giovani collaboratori che ne pagano le conseguenze. Il nostro lavoro sul Fair Work ha preso forma con questa consigliatura ed ha trovato spazio in una sezione dedicata sul nostro sito. Oggi presentiamo una prima bozza del Vademecum, esito di un progetto che ha visto coinvolti giovani professionisti, studi di Architettura di diverse dimensioni e consulenti avvocati giuslavorista, consulenti del lavoro e tecnici. I quesiti emersi durante questi incontri sono frutto di un racconto di esperienze, dubbi e criticità e sono stati messi a sistema. Il progetto ha l’obiettivo di raccoglierli in un unico documento che ci immaginiamo possa diventare un riferimento per raggiungere l’obiettivo di avere un lavoro più equo ed inclusivo.».
Questa prima versione del Vademecum per un lavoro equo e inclusivo è l’esito di un’attività iniziata nel 2021 e proseguita nel 2022 dal gruppo di lavoro Fair Work con l’organizzazione di 3 tavole rotonde che hanno coinvolto professionisti iscritti all’Ordine ed esperti legali e che hanno consentito la raccolta di testimonianze, indirizzi, suggerimenti sul tema. Il documento sintetizza il percorso svolto, contiene chiarimenti in materia di contratti di collaborazione, organizzazione del lavoro in studio, deontologia ed è stato elaborato in risposta ai principali temi emersi, con il supporto di esperti in materia legale, amministrativa e deontologica. Il Vademecum per un lavoro equo e inclusivo verrà arricchito successivamente, mantenendo aperto il dialogo con gli iscritti, che potranno far pervenire nuovi quesiti e segnalare ulteriori temi.
«Il Vademecum per un lavoro equo e inclusivo potrebbe trasformarsi in un protocollo al quale gli studi professionali aderiscono per fornire la garanzia ai clienti, committenti e collettività di praticare nella propria struttura, un corretto rapporto di lavoro e di fornire un equa retribuzione ai collaboratori, proporzionata in base alla qualità e alla quantità del lavoro svolto. Vediamo anche la possibilità che in un futuro, nei casi di gare o di concorsi di architettura pubblici o privati, si possa riconoscere un punteggio maggiore agli studi che aderiscono a questo protocollo dando un valore effettivo al lavoro equo ed alla correttezza ed inclusione nei luoghi di lavoro» conclude il presidente Federico Aldini.
Per maggiori informazioni, consulta il Comunicato Stampa allegato: