Novità concorsi, la qualità dell'architettura passa per il modello francese
Centralità del progetto, procedure trasparenti, anonimato, e soprattutto, affidamento dei lavori ai vincitori delle competizioni. Punti fermi sui quali gli Ordini territoriali, con Milano in testa, e Cnappc, da tempo insistono.
Tre le piattaforme in Italia – Concorrimi, Archibo e Awn – strumenti che hanno avuto il merito di voler riportare la qualità dell’architettura al centro del dibattito sulle opere, soprattutto pubbliche, per garantirne trasparenza, equità e accesso al mercato anche da parte dei più giovani. L’ultimo in ordine di tempo, uscito da Concorrimi, è il concorso di progettazione per la riqualificazione del compendio della Cavallerizza Reale. Il progetto di riqualificazione ha l’obiettivo di realizzare un polo culturale di livello internazionale, nel cuore della città nel segno della sostenibilità e con l'ausilio delle tecnologie più avanzate.
La grande novità è la nuova via tracciata da quest’ultima competizione. La via francese, sintetizzata nelle parole del presidente dell’Ordine degli architetti di Milano, Federico Aldini. «Nella nostra piattaforma Concorrimi abbiamo adottato, proprio in questa occasione, un nuovo modello che prende spunto dai concorsi pubblici francesi, con un’articolazione in due gradi, la prima fase a svolgimento palese a selezione per curriculum e titoli e non per fatturati o requisiti tecnico-economici, la seconda con rimborso avente oggetto un progetto di fattibilità tecnico-economica il più possibile semplificato», spiega. «Prerogativa sarà che, tra gli architetti selezionati per il secondo grado, ci sia un professionista under 40, e che la presenza in un raggruppamento di un giovane architetto comporti, nei criteri di valutazione, un punteggio maggiore», conclude. Un metodo che ci si augura possa diventare una buona formula per l’ambito privato e che si riaffermi lo strumento concorsuale come via preferenziale per l’assegnazione di incarichi, non solo a disposizione per gli enti pubblici.
«Da molti anni - spiega Maria Cristina Milanese, presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino - gli Ordini degli Architetti affermano che il concorso di architettura è lo strumento migliore per garantire la qualità del progetto e la scelta di progettisti. È una considerazione di particolare valore nello straordinario contesto della Cavallerizza di Torino, luogo in cui la qualità dell’architettura e dell’ambiente, insieme alla sostenibilità e all’innovazione, sono elementi indispensabili per la sua rinascita. Siamo fiduciosi che la giuria valorizzerà questi principi».
Con Concorrimi, la piattaforma dell’Ordine di Milano, tra il 2014 e il 2022 sono stati banditi 59 concorsi in 24 comuni e 11 regioni, quasi 10 mila partecipanti, di cui oltre 1000 stranieri e un’età media dei vincitori inferiore ai 40 anni. Una situazione che, in generale e soprattutto nei bandi con il Comune di Milano, grazie all’utilizzo della piattaforma digitale, hanno visto una riduzione dei costi di partecipazione e un minore rischio di ritardo nella consegna, ma in particolare, con la forma anonima e la procedura aperta, una maggiore visibilità a livello internazionale.
«I recenti casi di lavori con assenza di compensi hanno sollevato un problema di trasparenza e di centralità e qualità del progetto. Anche in questo caso la risposta è: il concorso» commenta Stefano Rigoni, consigliere dell’Ordine degli architetti di Milano, con delega ai concorsi. «Una procedura che si è dimostrata flessibile e adattabile che mette in primo piano il contenuto, la professionalità e accresce l’interesse sul design. Un momento in cui la comunità degli architetti è protagonista di un confronto culturale, prima che professionale. Perché la progettazione concorsuale è un atto in cui la collettività degli architetti si mette a disposizione di tutti i cittadini e di tutte le cittadine, per la costruzione del territorio e promuovere l’idea di bellezza».