From 22.10.2019 to 30.10.2019
Martedì 29 ottobre sarà presentato a Milano il volume dedicato al mobiliere di Franco Albini e altri architetti. Ore 18, Palazzo Crivelli, via Pontaccio 12 Milano
Martedì 29 ottobre 2019 sarà presentato a Milano, a Palazzo Crivelli presso la sede della casa d'aste Il Pontin via Pontaccio 12, il volume "Il mondo di Poggi. L'officina del design e delle arti" dedicato al mobiliere di Franco Albini e altri architetti, edito da Electa e scritto da Roberto Dulio, Fabio Marino e Stefano Andrea Poli. Dalle ore 18.
Dal comunicato stampa:
La vicenda professionale del produttore di mobili Roberto Poggi (1924) è al contempo esemplare e atipica. Con il fratello Ezio trasfonde i saperi artigianali del padre Carlo, fondatore dell’omonima falegnameria pavese, in una produzione di arredi innovativi in cui è possibile leggere sia l’eredità della tradizione manifatturiera lombarda, sia gli stimoli dalla cultura architettonica e artistica milanese del dopoguerra.
A partire dalla fine degli anni Quaranta, un trentennale sodalizio con Franco Albini testimonia la capacità di Poggi di condividere e affinare l’impostazione metodologica e la tensione espressiva dell’architetto, esaltandole in raffinati arredi di serie, destinati a diventare inconfondibili icone del design italiano.
La maniacale cura del dettaglio, dell’incastro, del materiale, della disposizione della venatura del legno rispetto agli sforzi strutturali più gravosi, accomuna i prodotti di Poggi dagli esordi per tutta la sua attività, ritrovandosi intatta negli arredi realizzati o solo progettati da Corrado Levi e Laura Petrazzini, Umberto Riva, Renzo Piano, Ugo La Pietra, Afra e Tobia Scarpa, Achille Castiglioni, Marco Zanuso, Vico Magistretti: soltanto alcuni dei numerosi architetti che a Pavia non trovarono solo un esecutore.
Poggi è un ispiratore e una personalità maieutica del design italiano, il cui rapporto fisico e tattile con i materiali costruttivi degli arredi è paragonabile forse soltanto a quello che l’artista ingaggia con la materia e la tecnica della propria opera, alla ricerca di una personale coerenza formale. Non a caso degli amici pittori – tra i quali Mauro Reggiani e Gianni Dova – Poggi, mosso da una inusuale curiosità culturale e da un felice intuito, fu sodale e precoce collezionista.
Così come furono frequenti e stretti i rapporti tra gli architetti al lavoro con Poggi e gli artisti, con personalità, come La Pietra, poste senza soluzione di continuità tra i due ambiti. Nell’officina di Pavia prendono corpo gli accoppiamenti giudiziosi del design e dell’arte.