From 24.05.2019 to 24.06.2019
Mercoledì 15 maggio presso l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Brera è stato conferito all'architetto Vittorio Garatti il Diploma Accademico Honoris Causa in Arti Visive e il titolo di Socio Onorario dell’Accademia di Brera
Mercoledì 15 maggio presso l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Brera è stato conferito a Vittorio Garatti il Diploma Accademico Honoris Causa in Arti Visive e il titolo di Socio Onorario dell’Accademia di Brera. Le due onorificenze, alla presenza del Presidente Livia Pomodoro, sono state consegnate dal Direttore dell’Accademia di Brera Giovanni Iovane, durante la cerimonia che ha visto come relatori i professori Luciano Semerani, Enrico Bordogna, Giorgio Fiorese, e per l’Accademia Francesca Alfano Miglietti, Alessandro Turci e i vicedirettori Maria Cristina Galli e Roberto Favaro.
Il prestigioso riconoscimento che gli viene attribuito, riverbera il contributo reso da Vittorio Garatti come architetto, ma anche come intellettuale impegnato sempre in prima persona, nel dibattito culturale e sociale del proprio tempo. Architetto di fama internazionale, Vittorio Garatti è considerato l’autore di una delle più originali ricerche sulla costruzione, con importanti opere realizzate non solo in Italia: tra le più rilevanti le Scuole di Balletto e di Musica delle Scuole Nazionali d’Arte per il Terzo Mondo, complesso di cinque edifici sorto nel parco di Cubanacàn, all’Havana, Cuba.
Motivazione. Vittorio Garatti non ha mai progettato nell’esaltazione tecnocratica della risoluzione di un problema costruttivo, non ha risolto semplicemente una norma, ma ha sempre cercato di interpretare lo spazio della vita dell’uomo. Per Garatti l’architetto è artefice dell’organizzazione degli spazi della vita così come l’architettura è una dimensione poetica alla vita dell’uomo, propone un’idea di spazi multifunzionali che traducono l’irrequietezza del contesto attraverso l’esaltazione della vita umana. Ridefinisce i rapporti tra pubblico e privato, e agisce sulla stratificazione e sull’addizione per ricreare la complessità del contemporaneo. A questo si aggiunge l’attenzione all’uso del verde che dimostra l’importanza riconosciuta all’elemento naturale nell’ambito progettuale. “Per progettare le Scuole d’Arte” egli dice “utilizzammo un metodo di progettazione che elaborammo in Venezuela, partendo dall’analisi del contesto. Per contesto si intende non solo il contesto fisico dei luoghi ma anche culturale, letterario, artistico, cinematografico, poetico e musicale. Studiammo i pittori cubani. Per fare un esempio Wifredo Lam fu un grande riferimento per me, così come le opere di Lezama Lima e soprattutto lo spirito della rivoluzione. Poi c’è l’analisi della funzione. Insisto molto sul fatto che bisogna caratterizzare la funzione per modellare lo spazio. Le risultanti di tutte queste analisi portano alla definizione delle figure e delle forme architettoniche”.
A Vittorio Garatti, l’Accademia di Belle Arti di Brera, riconosce la particolare unicità, tipica di ogni artista, di rendere consapevoli.
Biografia. Vittorio Garatti, nato a Milano il 6 aprile 1927, consegue la laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano il 30 aprile 1957. Insieme all’architetto Ferruccio Rezzonico progetta e realizza nel 1954 l’allestimento della mostra sugli strumenti musicali presso la X Triennale di Milano e nel 1956, durante la collaborazione con lo studio BBPR di Milano, cura insieme ad Ilio Negri la parte grafica del museo del Castello Sforzesco di Milano. Dal 1957 al 1961 si trasferisce in Venezuela dove è professore di Progettazione Architettonica presso la Facoltà di Architettura dell’Università Centrale di Caracas. Qui collabora con l’architetto Carlos Raul Villanueva e insieme all’amico e architetto Sergio Baroni è incaricato da parte del governo venezuelano del progetto dei servizi annessi al quartiere “23 de enero”. Successivamente si trasferisce a Cuba, dal 1961 al 1974, dove è Professore di Composizione e Progettazione Architettonica (dal 1961 al 1967) e di Progettazione Urbanistica (dal 1968 al 1974) presso la Facoltà di Architettura dell’Università dell’avana (CUJAE). A Cuba progetta e realizza, su incarico del Ministero della Costruzione di Cuba, le scuole di Balletto e di Musica che formano parte del Complesso delle Scuole Nazionali d’Arte dell’Avana dal 1961 al 1963. Da sempre riconosciute come uno dei più importanti centri culturali del sudamerica, sono state dichiarate nel 2010 Monumento Nazionale di Cuba e inserite nella lista d’attesa dell’UNESCO per fare parte del Patrimonio dell’Umanità. Le scuole sono argomento di numerosi documentari tra cui, Unfinished Spaces di Alysa Nahmias e Benjamin Murray, “Il capitale” di Philippe Daverio, Un sueno a mitad di Francesco Apolloni e Next Time it Rains dell’artista multimediale Cubano Felipe Dulzaides. Nel 1961 è tra i fondatori dell’Istituto di Pianificazione Fisica di Cuba, per il quale realizza, il progetto per il Piano Regolatore dell’Avana post-rivoluzionario (con il sociologo e economista Jean Pierre Garnier, l’architetto Max Vaquero, l’architetto Eusebio Asquez, e l’architetto Mario Gonzales), lo sviluppo del nuovo Porto, il Parco Metropolitano e il Centro del Traffico. Realizza inoltre la Scuola Tecnica di Agraria “Andrè Voisin” a Guines primo esempio di prefabbricazione in Cuba nel 1963 e con l’Architetto Sergio Baroni vince il concorso per il Padiglione Cuba per l’Expo Universale di Montreal Quebec nel 1967. Rientrato in Italia nel 1974 diviene professore a contratto di Composizione Architettonica presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. In Italia progetta e realizza importanti opere come: il complesso residenziale a Cusano Milanino nel 1973-74, la catena di negozi Bubasty nel 1979-84, la ristrutturazione del castello di Sartirana nel 1983-88, l’atelier Gianfranco Ferrè nel 1986, la ristrutturazione esterna ed interna dell’ Hotel Gallia Milano nel 1990, la ristrutturazione del complesso castellare a Capecchio nel 1999, la ristrutturazione della sede e degli uffici di una industria farmaceutica italiana nel 1999 e la ristrutturazione degli uffici direzionali di una industria chimica italiana nel 2005, oltre a numerosi interventi di ristrutturazione di esterni ed interni di abitazioni private. Nel novembre 2012 riceve con Ricardo Porro e Roberto Gottardi il Premio Vittorio de Sica per l’Architettura e sempre nel 2012 realizza il progetto preliminare per un centro sociale e per le arti in una Favela nel nord di San Paolo in Brasile su invito dell’architetto Marcelo Ferraz. Tra i molti progetti di concorso spiccano la ristrutturazione del centro storico di Schio nel 1980, la nuova sede Opera de la Bastille a Parigi con Guido Canella nel 1983, la nuova sede IUAV a Venezia con Riccardo Canella nel 1998. Fra le numerose pubblicazioni citiamo: del 2007 Il riscatto del progetto.Vittorino Garatti e l’ENA dell’Avana di Esther Giani Officina Edizioni, Arquitecura Cuba n. 341 diretto dall’architetto Fernando Salinas, Arquitecura Cuba n. 380/2008 diretto dall’architetto Eduardo Luis Rodriguez, Revolution of Forms di John A. Loomis, edito da Princeton Architectural Press nel 2011, Cuba, Scuole Nazionali d’Arte, edito da Skira nel 2011 e Las Escuelas Nacionales de arte de la Habana, curatore Michele Paradiso edito da Didapress nel 2016.
Partecipa a numerose mostre tra cui: Vittorio Garatti: Obras y Proyectos presso il centro Wifredo Lam de l’Avana, curata da Jorge Fernandez Torres, Latin America in Construction presso il MOMA di New York, curata da Barry Bergdol e Patricio Del Real, Passaggi presso la Permanente di Milano, curata dall’architetto Christian Zecchin, Cuba, una storia anche italiana presso il Museo di Roma in Trastevere, curata dall’architetto Marco Marini, Erasmus Effect presso il Museo MAXXI di Roma, curata dall’architetto Pippo Ciorra.
Attualmente vive e lavora a Milano.