From 20.02.2019 to 20.03.2019
Il 18 febbraio 2019 si è spento a Milano Alessandro Mendini, all'età di 87 anni. Lo ricordiamo con una lettera dell'architetto e amico Franco Raggi e con un video di una sua partecipazione alle nostre attività
Il 18 febbraio 2019 si è spento a Milano Alessandro Mendini, all'età di 87 anni. Giovedì 21 febbraio la salma sarà ospitata presso la Triennale di Milano dalle ore 10 alle ore 13.30. Alle ore 14.45 il funerale si terrà presso la chiesa milanese di Santa Francesca Romana.
Nato a Milano il 16 agosto 1931, Mendini è stato uno tra i grandi protagonisti del design e del progetto. Laureatosi in Architettura nel 1959 al Politecnico di Milano, nel corso della sua vita ha creato oggetti che hanno rivoluzionato il mondo del design; è stato direttore delle riviste Modo, Casabella e Domus ed è stato premiato tre volte - 1979, 1981, 2014 - con il Premio Compasso d'Oro.
Alessandro Mendini nella Stanza Banale alla Biennale di Venezia 1980. Foto Santi Caleca
L'architetto e amico Franco Raggi lo ricorda con una lettera:
Caro Sandro,
questa volta ti copio. Per parlare di te scrivo una lettera come quelle che scrivevi su Domus a personaggi diversi del mondo dell’architettura del design e non solo. Accompagnavi, in copertina, a questo Editoriale/lettera un ritratto del personaggio; un ritratto ritoccato deformato e ambientato che costituiva un originale progetto di comunicazione grafica e anche un modo cosmetico di raccontare i personaggi. Non so se tu sia stato un architetto, probabilmente sei stato “anche” un architetto. L’architettura spesso si adagia e si rinchiude nella propria estetica autoreferenziale isolandosi dai contesti e inviando segnali, a molti, incomprensibili. Il tuo lavoro invece ha messo al centro la cultura del progetto come atto fondativo antropologico, concettuale e spesso provocatorio. Abbiamo lavorato insieme per molti anni , prima a Casabella poi a MODO, anni durante i quali ho ammirato la tua capacità di costruire strategie di comunicazione che parlassero e raccontassero con parole immagini e oggetti il disagio della modernità e mettessero in campo strumenti di critica e di riflessione sul nostro ruolo spesso ambiguo di progettisti.
Abbiamo esplorato insieme i confini scivolosi del kitsch, del pop e della banalità, cercando di capire ed interpretare la necessità di un progetto che traesse le sue ragioni dal mondo reale e producesse oggetti capaci di stimolare riflessioni e conflitti. L’hai fatto praticando il rischio dell’imprevisto e del cattivo gusto. Ci hai insegnato che il progetto è un atto di comunicazione e insieme di critica delle condizioni di necessità che lo provocano. Progettare è disegnare e scrivere storie, consapevoli che a volte anche la sgradevolezza, l’acidità, il paradosso e l’ironia sono formidabili grimaldelli contro la convenzionalità e la paralisi del pensiero. Come architetto, designer e scrittore hai esplorato coraggiosamente i confini della nostra disciplina dimostrando come la trasgressione, la riflessione e la contaminazione siano possibili motori di rinnovamento al di là dell’esito puramente formale del lavoro. Potrei dire, pensando al tuo posto, che se non c’è pensiero e senso non c’è forma. Hai provocatoriamente detto che volevi essere Walt Disney e Geppetto ma hai prodotto oggetti e figure che raccontano fiabe inquietanti. Insieme a molti oggetti utili, hai disegnato sedie per non sedersi, case sussurranti, troni di paglia, lampade senza luce e Kit per crocifissione. Hai anche costruito una valigia per l’ultimo viaggio, era in matallo pieno con la maniglia tagliente per non poterla sollevare. Chissà se l’hai portata via con te.
Franco Raggi
20 febbraio 2019
Di seguito un video della più recente partecipazione di Alessandro Mendini alle nostre iniziative culturali: la serata inaugurale della mostra Aldo Rossi e Milano 1955-1995, allestita in sede nel 2017.