From 13.07.2017 to 13.08.2017
Il 16 settembre si terrà un nuovo itinerario alla scoperta dell'area a est di Milano, passando per Segrate e arrivando fino a Pioltello, visitando quartieri, parchi, strade e edifici. Iscrizioni terminate, l'itinerario si ripeterà presto!
Il progetto degli Itinerari di Architettura milanese ha ripreso quest’anno le sue attività con un programma ricco e entusiasmante che torna a con un secondo giro di itinerari tra settembre e ottobre. Dopo Arrigo Arrighetti, un secondo nuovo itinerario è fissato per il 16 settembre e proseguirà con altri a ottobre per accompagnarvi nelle prime fresche giornate autunnali con nuovi tour per conoscere Milano e il suo territorio.
Il giorno 16 settembre visiteremo l'area a est di Milano, con l'Itinerario Milano Est, 2 cfp. L'itinerario ha il patrocinio del Comune di Segrate e del Comune di Pioltello. Iscrizioni chiuse per il tour pomeridiano, ancora aperte per la mattina.
Milano Est
a cura di Paolo Galuzzi e Piergiorgio Vitillo
Il primo secondo nuovo itinerario targato 2017 vi farà visitare una vasta area che si è sviluppata nel secolo scorso intercettando i sistemi del verde, delle infrastrutture e del costruito, alla scoperta di alcuni importanti quartieri per la storia della città, come San Felice e Milano 2, e altrettanti edifici iconici per il panorama del territorio milanese, come la sede della Mondadori di Oscar Niemeyer, un lungo tour che vi consigliamo di seguire in tutto il suo percorso.
Il paesaggio della città contemporanea, che al di fuori della città consolidata si dilata e si caratterizza per frammenti differenti, anche nei comuni di prima cintura urbana: landmark e icone direzionali (nuova sede RCS a Crescenzago, Gruppo Mondadori e Headquarters IBM a Segrate, Malaspina Business Park a Pioltello), gated community (Milano 2, San Felice, Villaggio Ambrosiano), grandi parchi urbani e territoriali del loisir (Forlanini, Lambro, Martesana). Che si giustappongono anche con tracce di ruralità trasformate o resistenti, all’interno di un territorio storicamente scolpito da acque superficiali, che hanno caratterizzato le tecniche di produzione agricola e i toponimi locali, arrivando anche a suggerire marchi celebri del boom economico del Dopoguerra (la Lambretta); con una ricchezza ambientale e paesaggistica, fatta di cascine, marcite, fontanili, diventata una rilevante risorsa economica – produttiva. Formando in questo modo figure complementari e frattali, che si ricompongono nel puzzle della città contemporanea. In sintesi, un paesaggio che abbiamo provato a raccontare e sintetizzare approfondendo gli episodi emergenti che meglio descrivono e caratterizzano questi territori della contemporaneità.
(dal saggio introduttivo di Paolo Galuzzi e Piergiorgio Vitillo).
La visita del mattino prevede:
1. Parco Lambro
2. Quartiere Milano 2
3. Centro Civico di Segrate, Guido Canella
4. Piazza e fontana di Segrate, Aldo Rossi
5. Fondazione 3M, Mario Cucinella Architects
5. Parco Forlanini
6. Hotel M89, Piuarch
La visita del pomeriggio prevede:
1. Sede del Gruppo Mondadori, Oscar Niemeyer
2. Ampliamento sede del Gruppo Mondadori, Werner Tscholl
3. Quartiere San Felice, Luigi Caccia Dominioni, Vico Magistretti
4. Piazza della stazione a Pioltello, Antonio Monestiroli
Per il mattino il punto di ritrovo è alle 9.00 presso la sede di via Solferino 19, dove ci aspetta il pullman che ci lascerà alle ore 13.00 alla stazione di Segrate.
Per il pomeriggio il punto di ritrovo è alle 14.15 alla stazione di Segrate. Saremo di ritorno a Milano in via Solferino per le ore 18.30
Iscrizioni mattino e pomeriggio chiuse. L'itinerario si ripeterà presto!
In ottobre tornano alcuni dei nostri itinerari più seguiti, Aldo Rossi, Arrigo Arrighetti, Milano Alta.
(Le date vi saranno comunicate al più presto)
Aldo Rossi
a cura di Alberto Ferlenga, Massimo Ferrari, Claudia Tinazzi
Nell’anno di commemorazione della sua scomparsa, dopo la mostra a lui dedicata presso la sede della Fondazione degli Architetti di Milano e l’uscita del volume sulle sue opere milanesi a cura di Alberto Ferlenga, Massimo Ferrari e Claudia Tinazzi, vi riproponiamo un itinerario dedicato alle opere di Aldo Rossi come occasione per incontrare di nuovo un autore che ha segnato la storia dell’architettura moderna e contemporanea italiana e internazionale.
“Un percorso milanese dedicato ad Aldo Rossi dovrebbe comprendere non solo le poche opere realizzate e i progetti redatti, dalla tesi di laurea in poi, in occasione di concorsi o a seguito di incarichi che non ebbero esito ma anche le case abitate, gli studi frequentati, alcuni monumenti, gli scritti dedicati alla sua città, i disegni che la ritraggono e non ultimi i frammenti di altre città che gli ricordavano la sua. Un’architettura profondamente autobiografica – e non vi è dubbio che quella di Rossi lo sia – si nutre di ricordi, di incontri, di emozioni, ma se è vero che le impressioni della giovinezza sono quelle che rimangono più marcate anche i luoghi in cui si sono manifestate costituiscono per un artista un imprinting formale da cui è difficile separarsi. Milano, dunque, è stata per Rossi ciò che Venezia è stata per Marco Polo secondo Calvino: il modello e la misura attraverso cui leggere il mondo. La pratica, da lui amata, del passeggiare per le strade
aveva il senso di rinnovare il piacere della conoscenza e, insieme, di verificare, dal vero, misure, scorci, materiali, relazioni a lui familiari per riproporle altrove o nella speranza di reinterpretarle in patria, qualora se ne manifestasse l’occasione. Anche per questo, un itinerario milanese dedicato a Rossi può essere solo parte di un itinerario più vasto in cui Milano riemerge in luoghi imprevedibili e in progetti lontani.”
(dal saggio introduttivo di Alberto Ferlenga)
Arrigo Arrighetti
a cura di Claudio Camponogara
Torna il primo nuovo itinerario targato 2017 che vi farà visitare alcune delle opere dell’architetto Arrigo Arrighetti, dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Milano che, negli anni dell’immediato dopoguerra, ha realizzato alcuni tra gli edifici più interessanti del territorio milanese.
Arrighetti si distingue per ricchezza e versatilità nella realizzazione di piscine, centri religiosi, scuole di diverso ordine e grado e di edifici pubblici in generale, che sorgono sempre accanto agli edifici residenziali. A lui si deve inoltre la realizzazione di uno dei pochi quartieri periferici pensati non come un satellite della città, ma piuttosto come un organismo autosufficiente, in cui i vari edifici e le loro funzioni costituiscono un tessuto connettivo all’integrazione sociale degli abitanti. La figura di Arrighetti, proprio per la sua costante attenzione alle problematiche sociali, compare nella mostra curata da OMA di Rem Koolhaas “Architecture by Civil Servants” realizzata all’interno della XIII Esposizione Internazionale della Biennale di Venezia, in cui i curatori intendevano evidenziare il ruolo degli architetti “impiegati pubblici”, veri e propri “burocrati” dell’edificare, cioè che lavoravano per servire la causa sociale. Tra la fine degli anni Sessanta e inizio degli anni Settanta - ricordano gli architetti dello studio OMA - ebbero diffusione in tutta Europa grandi studi di progettazione di opere pubbliche. L’eredità di questo periodo è evidente negli edifici pubblici dell’epoca che appaiono tutt’ora moderni e innovativi. Quel periodo - sottolinea Reinier de Graaf, partner dello studio OMA- è stato l’epoca d’oro dell’architettura pubblica: un breve e delicato periodo di ingenuo ottimismo, prima che l’economia di mercato diventasse il brutale comune denominatore. L’opera che viene esposta, unica per l’Italia, è la chiesa di San Giovanni Bono al quartiere sant’Ambrogio I.
(dal saggio introduttivo di Claudio Camponogara)
Milano Alta
a cura di Fulvio Irace e Federico Ferrari
Al classico itinerario, già svolto in altre occasione negli scorsi anni, si aggiunge quest'anno una nuova meta, i grattacieli di CityLife, alla scoperta di una parte di città, che insieme agli edifici alti del quartiere di Porta Nuova, sta segnando lo skyline cittadino con nuove punti di riferimento.
L'edificio "alto" ha da sempre rappresentato uno dei temi della modernità: simbolo di una "tensione verso il cielo" come prometeico sforzo per annullare i vincoli imposti di forza di gravità, il grattacielo può essere ritenuto testimone esemplare della grandiosità costruttiva propria dell'homo faber del XX secolo. La cultura italiana, che ha sicuramente in Milano la sua punta avanzata, ha spesso mostrato una certa riluttanza, se non proprio una netta avversione, nei confronti di questa contemporaneità verticale, in base alla quale ha potuto sviluppare una sua specificità nella risposta al tema. Torre Velasca e Grattacielo Pirelli possono essere considerati casi emblematici, proprio in virtù della loro alterità formale, ma certamente non esauriscono una ricerca che il professionismo milanese ha saputo declinare in innumerevoli modalità.
(dal saggio introduttivo di Federico Ferrari)