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Concorsi: occasioni per costruire una città condivisa

From 13.06.2017 to 31.10.2017

Alla luce delle recenti notizie su progetti e iniziative, l'Ordine degli Milano ribadisce la posizione che sostiene con forza da tempo: il concorso di progettazione è lo strumento migliore per definire il futuro delle aree di trasformazione

La aree di trasformazione metropolitana sono un’occasione unica di sviluppo. Ma se affrontate senza bandi di concorso aperti, diventano un’incognita azzardata per il futuro.

Alla luce delle recenti notizie su progetti e iniziative che interessano le principali aree di trasformazione della nostra città, crediamo opportuno ribadire pubblicamente la posizione che l'Ordine degli Architetti P.P.C. di Milano sostiene con forza da tempo: il concorso di progettazione è lo strumento migliore per definire il futuro delle aree di trasformazione della città. Indipendentemente dagli obblighi di legge, dal Codice degli appalti e dalla proprietà delle aree.

Il concorso di progettazione è l'unico strumento in grado di coniugare la scelta della proposta migliore, il principio meritocratico nella creazione di occasioni professionali e la pubblica evidenza dei percorsi decisionali.

Conosciamo i limiti di questo strumento, ma sappiamo anche che, se ben costruito e gestito, dà ottimi risultati. Il concorso di progettazione – se sostenuto da buoni bandi, da documentazioni complete e corrette e da giurie autorevoli e limpide – è il migliore tra gli strumenti a nostra disposizione per individuare le soluzioni più appropriate per il futuro delle nostre città; ne è la prova l’utilizzo quotidiano che ne fanno tante amministrazioni e privati in paesi vicini al nostro come Francia, Svizzera e Germania. Volendo entrare nel dettaglio tecnico, riteniamo il concorso di progettazione aperto in due gradi il migliore tra quelli possibili.

Abbiamo dimostrato il nostro impegno in questo campo investendo qui a Milano, città che sta diventando l’emblema dell’avanguardia ed efficienza nel Paese, risorse ed energie nella preparazione, grazie anche alla collaborazione del Comune, del bando tipo e della piattaforma digitale Concorrimi, che hanno avuto ottima diffusione nel territorio nazionale, potendo contare ad oggi molti utilizzi da parte di enti pubblici e privati.

Dunque, pur accogliendo con interesse le molte iniziative di cui i mezzi di comunicazione ci raccontano, osserviamo con rammarico come esse non siano (quasi) mai esito di procedure concorsuali. Le aree di trasformazione – peraltro spesso di origine demaniale (ferroviaria, militare, sportiva, espositiva o altro) – sono un'occasione unica nello sviluppo della città: troviamo miope e avvilente che decisioni di questa importanza vengano prese con modalità non condivise e senza l'aiuto e il conforto di procedure pubbliche e meritocratiche.

Esistono modalità semplici, efficaci, veloci e collaudate per bandire concorsi di progettazione (pubblici e privati, indipendentemente dunque dagli obblighi di legge e dalla proprietà delle aree) di ogni dimensione e natura: usiamole e costruiamo una città condivisa, plurale e bella. 

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