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Con Lorenzo Serafin alla Mostra sulla Montagna

From 01.07.2013 to 01.08.2013

Siamo andati a visitare con il progettista dell’allestimento - il giorno prima dell’inaugurazione - la mostra aperta fino il 7 luglio allo Spazio Oberdan per i 150° anniversario del Club Alpino Italiano

Siamo andati a visitare con il progettista l’allestimento della mostra presso lo Spazio Oberdan - riorganizzato nel 1999 da Gae Aulenti per la Provincia - dedicata al 150° anniversario del Club Alpino Italiano, titolata “La Lombardia e le Alpi” il giorno prima dell’inaugurazione a maggio.

Allo Spazio Oberdan dal 17 maggio al 7 luglio l’ingresso è libero, e si possono trovare a disposizione di esperti e turisti  una quantità di immagini, più o meno rare, cimeli, documenti, oggetti, libri, filmati d’epoca, cartografie, dipinti, modellini di rifugi, fotografie e attrezzi alpinistici d’ogni tipo antichi e moderni, disposti con sapienza lungo un percorso fatto di teche in cartone riciclabile, vetrine e pannelli di diversa fattura e tipo.
Insomma una festa anche per chi considera alte vie e rifugi un ricordo. Ciò che intriga infatti è la cordialità con cui tutto questo materiale viene presentato, come se si stesse parlando di vecchi zii dimenticati su per le montagne. Una quantità di materiale tale che il catalogo di centoventipassa pagine fatica a contenere, pur senza annoiare.

L'allestimento di Lorenzo Serafin prende le mosse transitando sotto decine di gagliardetti delle diverse sezioni del CAI lombardo, con il racconto dedicato alla nascita del Club Alpino Italiano, sotto gli auspici del re Vittorio Emanuele II, nel 1863, buon ultimo a confronto con gli altri paesi di oltralpe, ma che a distanza di 150 anni conta oggi ben 316 mila soci, un terzo dei quali risulta iscritto ad uno dei 150 circoli lombardi.
Si parte da lontano, con le prime rappresentazioni delle Grigne per mano di Leonardo, di cui è ricostruito il punto di vista dal Duomo di Milano. Poi via via si passa alle rappresentazioni barocche ed illuministe: ‘Panorama’ è una parola nata alla fine del ‘700 con Robert Barker, pittore scozzese che brevettò la forma di rappresentazione visiva del paesaggio. Ma fin anche illusioniste, come nei disegni di strane creature che gli antichi raccontavano abitare le Alpi. Il freddo può fare davvero brutti scherzi.

Un percorso dicevamo cordiale, non solo fatto di atti eroici ma anche di sane gozzoviglie familiari alle pendici di Grigna e Resegone, storiche mete del turismo montano lombardo per eccellenza. Alle origini appannaggio della borghesia cittadina, che oltre a tenere in forma i polpacci di famiglia si dilettava ad organizzare improbabili spedizioni esotiche. Come il caso del dottor Ronchetti, stimato primario a Niguarda, che portò a termine tra il 1907 e 1913 diverse spedizioni nel Caucaso, lasciando foto straordinarie e inedite per quel tempo.
Si arriva così al dopoguerra, quando la montagna diventa davvero di tutti, tra rifugi e gite organizzate.
E poi il K2 degli anni ’50, di cui sono in mostra, in specifica ambientazione e vetrine su disegno di Lorenzo, i materiali originali utilizzati durante la storica spedizione, con tanto di tende stivali in pelle e tuta termica in piuma d'oca.

Fittamente documentata la partecipazione di costume a questi eventi, attraverso numerose pubblicazioni, in buona parte documentate nelle belle teche di cartone, di cui le cronache diventano repertorio giornalistico, come testimoniato dalla Domenica del Corriere, Epoca Gazzetta fin al mitico ‘Lo Scarpone’.in buona parte documentate nelle belle teche di cartone.
Dunque anche palestra di giornalismo, come in particolare testimoniato da una glaciale lettera di Dino Buzzati che detta la linea editoriale a Fulvio Campiotti, suggerendogli autorevolmente di prestare la penna a Giancarlo Frigieri, che la spedizione la stava facendo sul serio, sulla torre del Paine, in Patagonia.

Chiedo a Lorenzo ragione delle diverse teche che accompagnano la presentazione del materiale. Sono, infatti, di 3 tipi: la prima, in compensato, era stata da lui disegnata per una mostra allestita a Milano in occasione dell’anno internazionale della montagna  e proprio per la sua semplicità di montaggio era stata conservata in unica copia per le occasioni a venire; la seconda ne è infatti l’evoluzione in cartone, che grazie ad un sistema di contropieghe diventa assolutamente resistente e capace di supportare sia le teche in vetro che il materiale al suo interno e soprattutto con costi contenuti reca stampato su un fianco il leit motiv grafico della mostra, la spettacolare parete Nord del pizzo Badile in val Bregaglia; infine una serie acquisita dal CAI in occasione dello smontaggio di altri allestimenti.
Dunque “con poco molto”: precetto che si sa vale per chi va per montagne, ovvero ‘risparmiare energia per far più lunga la via’, ma evidentemente altrettanto valido per l'allestimento in spece di mostre come questa, oltre che nel rispetto dell’ambiente e del riciclo dei materiali. Insomma, forse meglio dire “di necessità virtù”, e Lorenzo Serafin dimostra con passione una sapiente capacità di utilizzare al meglio i mezzi disponibili.

Proseguiamo il tour. Dopo il susseguirsi di numerose rappresentazioni della storia degli uomini del CAI che hanno reso onore all’Italia nelle spedizioni nel mondo, alcuni modelli in scala di rifugi, antichi e moderni.
Colpisce in particolare  il modello per il bivacco Marinelli sulla parete Est del Monte Rosa, esempio unico nel suo genere di progetto di ristrutturazione e di adeguamento funzionale di un bivacco storico, proposta di progetto per mano degli architetti Jacopo Muzio e Guido Boroli.

Accanto, lungo una parete di circa 11 metri, è composta una immagine che rappresenta lo sviluppo lineare delle Alpi attorno a Milano, frutto di un lavoro incrociato tra la ripresa fotografica di Stefano Gusmeroli e l’intervento grafico di Lorenzo Serafin, che ha voluto affiancare l’immagine renderizzata con la successione esatta delle nomenclature delle vette rappresentate.

Si giunge infine nelle stanze dedicate alle attrezzature moderne di arrampicata, in cui si capisce bene come l’evoluzione tecnologica dei materiali rende oggi ordinario ciò che fino a solo 30 anni fa erano imprese, e non mi riferisco alle attrezzature sofisticate di sopravvivenza, ma più banalmente anche solo a guanti e calzettoni.
Dunque un allestimento e con esso la necessaria grafica che lo accompagna semplice ed efficace, come, appunto, devono essere per portarti sempre più in alto un buon paio di scarponi.

Fino al 7 luglio in piazzale Oberdan a Milano.

Francesco de Agostini


Allestimento della Mostra “La Lombardia e le Alpi”
spazio Oberdan, Milano 17 maggio 7 luglio 2013

Progetto di allestimento e grafica: Lorenzo Serafin
Collaboratori: Filippo Podestà e Sergio Pasqual
Realizzazione: Modo Allestimenti (Busto Arsizio)
Stampe e supporti in cartone: Stampa Grafica (Verona)
Illuminazione: Davide Necchi, Diego Esposito
Curatela: Lorenzo Revojera (capogruppo), Angelo Recalcati,
Roberto Serafin, Anna Girardi, Marco dalla Torre, Marco Polo     
Committente: Club Alpino Italiano sezione di Milano
Importo delle opere: € 40.000
Sup. Allestita: 700 mq
 

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