From 13.05.2013 to 31.05.2013
Giovedì 30 Maggio alle ore 21,15 si rievocano gli anni del Collettivo di Architettura e si parla di Architettura come impegno sociale. Sala conferenze. Via Solferino 17
Via Fulvio Testi 75, corrispondeva alla sede del quotidiano "L'Unità", progettata nel 1962 da M.Silvani, V.Vercelloni, G.Morpurgo. All'ultimo piano aveva sede il Collettivo di Architettura.
Via Volturno 31 * - L'architettura come impegno sociale: il Collettivo di Architettura 1949 - 1973
30 maggio 2013 alle ore 21.15.
Ne parlano: Vincenzo Montaldo, Giuliano Rizzi, Achille Sacconi, Mario Silvani, Alessandro Tutino, Alfredo Viganò.
Introduce: Manuele Salvetti, dottorando AUC al Politecnico di Milano, nel 2010 ha scritto la tesi di laurea sul Collettivo di Architettura, relatore prof. Marco Biraghi
Modera: Marco Engel
Per partecipare alla serata è gradito l'accredito.
Il “Collettivo di Architettura” nasce nel 1949 all’interno della cellula comunista “HO CHI MINH” della facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Nel 1949 la maggior parte dei futuri fondatori frequentano il terzo anno; la forte ideologia politica che condividono li porta a proseguire l’attività comune all’esterno della facoltà mediante la fondazione di uno studio di architettura. Gli studenti in questione sono: Gae Aulenti, Fredi Drugman, Arturo Morelli, Vincenzo Montaldo, Giorgio Morpurgo, Achille Sacconi, Novella Sansoni, Mario Silvani, Marialuisa Sormani, Giuliano Rizzi, Alessandro Tutino. Determinante per la loro formazione è la figura di Franco Marescotti che indaga sui problemi sociali della casa. E’ quindi il ruolo dell’”architetto condotto” che li porta a militare attivamente nel territorio milanese.
Il nome dello studio è implicitamente una dichiarazione di intenti, i quali sono riassunti nello statuto composto da quattro principi: 1) essere militanti nel Pci; 2) svolgere l'attività professionale solo all'interno della cooperativa; 3) venire pagati come gli operai in base alle ore di lavoro svolte; 4) elaborare i progetti collettivamente.
L’attività progettuale si articola principalmente in tre ambiti: il territorio, la casa e la scuola. I soci dello studio diventano tecnici comunali per molte amministrazioni della “Lega dei Comuni Democratici” e attraverso diversi strumenti urbanistici, organizzano il territorio.
La casa è intesa come un servizio sociale da garantire a tutti; i committenti sono cooperative a proprietà indivisa, l’INA-Casa e lo IACP. La scuola è anch’essa concepita come uno servizio estendibile a tutta la comunità; gli edifici progettati si pongono contro la dispersiva costruzione delle periferie per costruire al contrario dei centri civili. Nel 1973-74 Vercelloni e Silvani lasciano lo studio; dalla metà degli anni ’70 l’intensa attività politica interessa tutti i componenti e sovrasta quella progettuale. Nel 1988 si scioglie definitivamente.
* Via Volturno 31 era l'indirizzo di abitazione di alcuni componenti dello studio: Alessandro Tutino, Giorgio Morpurgo, Novella Sansoni, Achille Sacconi, Virgilio Vercelloni. L'edificio, "Cooperativa Bramante", fu costruito nel 1960 su progetto di Novella Sansoni e Alessandro Tutino.
Al civico 33 corrispondeva invece la sede milanese del Partito Comunista. La Cooperativa Bramante cedette una parte di lotto al partito e Alessandro Tutino ne progettò la sede.