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Luci sul Sieroterapico

From 23.05.2012 to 23.06.2012

L'Atlante delle trasformazioni propone un approfondimento del piano particolareggiato che riporta di fatto ordine in una situazione parzialmente dimenticata

Il Piano particolareggiato per le aree dell'ex Sieroterapico è figlio di una concatenazione di eventi che ne hanno causato di volta in volta il ridisegno: il risultato non scontato, a seconda dei punti di vista, può essere avvertito come un successo o una sconfitta della concertazione pubblico/privato.

La prima stesura, a seguito di una Variante al Piano Regolatore nel 1985, aveva di fatto ridestinato le aree ex produttive a zona di espansione residenziale per oltre settantamila metri quadri: il tutto con la cessione al Comune di terreni posti a ridosso della Roggia Boniforti, nella parte ovest del lotto, in aderenza alle aree destinate al nuovo “Parco Urbano dei Navigli”, per un totale di 15 ettari .

Poi il fallimento del Sieroterapico, l'istituzione del Vincolo ambientale dei Navigli, il terremoto di Tangentopoli causano quasi dieci anni di immobilismo. Alla fine degli Anni Novanta, quando il Comune e i privati riprendono in mano la partita, le nuove condizioni dettano la revisione della pianificazione sull'area: come per magia, in assoluta controtendenza con la consuetudine meneghina che prevede un progressivo aumento delle densità edilizie sulle aree urbane (almeno fino all'approvazione del PGT di Milano avvenuta ieri), il nuovo Piano Particolareggiato approvato definitivamente nel 2002 prevede una volumetria insediabile più che dimezzata (venticinquemila metri quadri). Di più, il nuovo Piano mette al centro dell'operazione il verde: un grande parco - il cui primo studio è affidato tramite consulenza a Michel Desvigne – che leghi l'area umida della roggia al fronte urbano declinando il paesaggio per intensità di disegno e manutenzione crescente.

Nel frattempo, il “Parco Urbano dei Navigli” incomincia a prendere corpo, grazie anche all'inizio dei lavori sul vicino Piano di Recupero Argelati (che sarà pubblicato a breve): una parte dei relativi oneri che vengono scomputati contribuiscono alla creazione dei primi 5 ettari di verde che costituiscono l'odierno Parco Baden Powell.
Ci sono quindi tutti i requisiti per creare il parco più grande di tutto il sud-ovest milanese, in comunicazione diretta – se si eccettuano le cesure dei viali di circonvallazione - col parco agricolo Sud Milano, anche attraverso le aree del P.P. Romolo.

Da qui però, il buio: l'acquisizione delle aree per il completamento del Parco Urbano dei Navigli non si realizzano, i lavori per il Parco del Sieroterapico paiono molto indietro al contrario delle edificazioni che paiono in stato avanzato di completamento. Una situazione che di pari passo si traduce anche in una perdita di coscienza rispetto ad autorialità e dettagli della trasformazione in atto, che scompare dal sito del Comune di Milano e viene in alcune ricerche attribuito a professionisti che o hanno concorso alla progettazione o addittura ne sono totalmente estranei.

Carlo Venegoni

 

 



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