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Le proposte delle professioni dell’area tecnica per l’Italia

From 20.02.2012 to 22.03.2012

Si è svolta il 1 marzo la manifestazione nazionale dei Professionisti. Semplificazione, sussidiarietà, sviluppo, innovazione, sicurezza, energia, ambiente i temi condivisi

Il CUP (Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali), il PAT (Professioni Area Tecnica) e l’Adepp (Associazione delle Casse di Previdenza dei Professionisti) hanno promosso La Giornata delle Professioni - Professional Day, manifestazione per rappresentare una voce unica e propositiva dei professionisti al Paese ed alle Istituzioni.

La manifestazione si è tenuta con sede centrale a Roma il 1 marzo 2012 con collegamenti con tutto il territorio nazionale attraverso canali satellitari.
A Milano alla sala Orlando di corso Venezia, 47

proponiamo il documento condiviso dai professionisti dell'area tecnica. Di seguito un comunicato stampa del CNAPPC riguardo l'evento:

Professional Day: dagli architetti italiani le proposte per lo sviluppo e la competitività delle professioni nel Paese e all’estero.


Il Consiglio Nazionale: rigenerazione dei territori e delle città, valorizzazione del paesaggio, sburocratizzazione.


Roma, 1 marzo 2012. “Chiediamo al Governo – al di là della riforma delle Professioni che sta ormai arrivando alla sua realizzazione – l’avvio di una concreta fase di sviluppo nella quale i professionisti italiani possano presentare una serie di proposte e ritrovare in tal modo il loro ruolo di componenti fondamentali del Paese, al quale mettono a disposizione i loro saperi e le loro competenze”.


Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatore nel corso del Professional Day durante il quale gli architetti italiani hanno presentato insieme alle altre professioni dell’area tecnica  “Le proposte per lo sviluppo del Paese” che si articolano sui temi della semplificazione, della sussidiarietà, della innovazione, della sicurezza, dell’energia e dell’ambiente.


Per quanto riguarda nello specifico gli architetti, sullo stato delle nostre città - dove vivono il 70% degli italiani, dove si produce l’80% del PIL nazionale e dove il degrado è sempre più palese – il Consiglio Nazionale degli Architetti propone “un programma di rigenerazione sostenibile, per affrontare il decadimento dello stato dell’edificazione esistente privata e pubblica, l’adeguamento a standard di sicurezza ed energetici, il restauro dei beni culturali, il recupero degli spazi pubblici e del verde, l’innovazione delle reti tecnologiche”.

Tra gli strumenti per realizzare il programma, “la codificazione immediata di strumenti normativi – dalla legge nazionale urbanistica alla relativa perequazione - oltrechè fiscali, con bonus di volumetria per chi interviene rigenerando case e quartieri ponendo a zero il consumo del territorio; con l’emissione di eco-bond ponendo requisiti di sostenibilità ambientale dei progetti così come nei bandi di vendita del patrimonio pubblico, a fronte dei quali abbassare il costo degli oneri di urbanizzazione”.

“Così - sottolinea il Consiglio Nazionale - dall’edificio rigenerato e tecnologicamente innovato, si avvierebbe il processo di risparmio delle risorse, energetiche e idriche, della razionalizzazione del ciclo dei rifiuti, di tecniche costruttive innovative che favoriscano l’eccellenza dell’industria italiana, della riqualificazione di strade e quartieri,  favorendo la coesione sociale.”

“La valorizzazione dell’habitat – sostiene ancora il Consiglio Nazionale - deve avvenire, acquistando così valore, entro un progetto di salvaguardia ambientale, mettendo a frutto i valori unici del patrimonio culturale e paesaggistico italiano anche in funzione turistica. Occorre,  quindi, affiancare a un chiaro sistema di vincoli, progetti di sviluppo sostenibili, non invasivi, culturalmente attraenti, mettendo in rete i borghi storici - vera ricchezza del Paese - in un sistema nazionale di museo diffuso, collegati virtualmente in un sistema unico, didattico e di ospitalità”.

La rete degli Ordini Provinciali degli Architetti è pronta ad essere un presidio di sicurezza al servizio del Paese, per monitorare lo stato dei beni monumentali e le condizioni di sicurezza degli edifici e del territorio, oltre ad essere presidio di legalità per segnalare e contrastare l’abusivismo edilizio, così come le infiltrazioni mafiose negli appalti.

Sul fronte dell’edilizia, settore che più degli altri è in sofferenza per la crisi, la proposta del Consiglio Nazionale degli Architetti per semplificare le norme e de-materializzare le procedure è  quella di “istituire un tavolo tra professioni tecniche, Governo, Regioni e Comuni per rivedere in sei mesi il Testo unico per l’edilizia e l’insieme della normativa di settore per razionalizzare e semplificare le regole, dando certezza agli operatori, agli investitori e agli erogatori dei finanziamenti. Gli architetti italiani mettono a disposizione del Paese In@materia, la scrivania digitale studiata con l’allora Ministero dell’Innovazione, che digitalizza e rende immateriali tutte le documentazioni edilizie ed urbanistiche, permette agli operatori di seguire in tempo reale le pratiche, rende possibili le conferenze di servizi on line superando i tempi morti delle risposte dei diversi Enti (Comuni, Provincie, Regioni, ASL, VVFF, Sovrintendenze, Comunità Montane,  ARPA, ecc). Il medesimo sistema è applicabile agli appalti pubblici ed ai Concorsi di architettura, riducendo drasticamente i costi e i tempi, rendendo – inoltre - trasparente il processo”.

Per rendere più competitive le professioni nel Paese e all’estero per gli architetti italiani “occorre favorire con strumenti normativi e fiscali l’aggregazione interprofessionale, con l’istituzione di reti tra professionisti anche inter-comunitari per rendere sinergiche e più concorrenziali le strutture professionali”.

“La realtà italiana dei singoli professionisti e dei piccoli Studi sul territorio – sempre secondo il Consiglio nazionale - non deve essere intesa come  un peso,  ma considerata una risorsa: il loro sapere artigianale deve essere messo a sistema, a basso costo, con i colleghi e con altre professionalità, rendendoli capaci di operare nei micro mercati così come nei grandi progetti e all’estero”.

“Anche per questi motivi è necessario aiutare e promuovere, attraverso la rete diplomatica, i professionisti sui mercati esteri, all’interno di un Sistema Italia che renda sinergiche professioni, industria e commercio, anche creando un’ agenzia di sostegno e di consulenza per l’accesso ai fondi comunitari.”

“In questo momento così grave per l’economia del Paese – conclude il Consiglio Nazionale  -  e nel quale  l’investimento culturale sul patrimonio e sull'innovazione sono ancora più importanti per la competitività – è necessario favorire con strumenti fiscali l’innovazione tecnologica degli Studi professionali, perché le strumentazioni tecniche siano all’altezza della sfida della sostenibilità e della gestione complessa dell’edilizia e dell’urbanistica”.

Per il Consiglio Nazionale, infine, “bisogna anche incentivare le relazioni tra progettisti e industria, con la creazione di “banche delle idee” per promuovere la ricerca e i giovani talenti, per rinnovare le qualità del “made in Italy” e mantenerlo concorrenziale nel mondo. Per questo motivo anche il sistema degli appalti pubblici dev’essere uno strumento di selezione e di promozione delle eccellenze e del merito e quindi non del massimo ribasso - investendo sui talenti migliori del Paese per farli crescere per un habitat futuro migliore.”.


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