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Modourbano – con Marco Zuttioni e Luca Romagnoli in via Procaccini 17

Dal 16.11.2011 al 17.12.2011

Pragmatici, dinamici, sintetici. Attorno al progetto per 1.200 mq di nuova residenza nel centro di Milano, nasce un gruppo cosmopolita di giovani professionisti

Fatte le demolizioni, in attesa della chiusura delle procedure di bonifica –limitate alla semplice rimozione di una cisterna del gasolio- e poi si parte con scavi e costruzione. Col cantiere insomma. E si vede che gli prudono le mani.

Pragmatici, dinamici e sintetici. Fino all’anno scorso capo progetto di Archea a Pechino e poi a Milano, Marco Zuttioni fonda a Milano appunto nel 2010 con Luca Romagnoli, anche lui capo progetto Archea ma a Firenze e poi a Dubai, e con altri sparpagliati tra la Cina e Italia, Modourbano. L’occasione: un incarico per 1.200mq di residenza in pieno centro a Milano.  A giugno 2010 l’incarico; ad aprile 2011 presentazione della super dia, che procede con plauso della Commissione del Paesaggio; a ottobre 2011 demolizioni e avvio del cantiere. Previsti 18 mesi di lavori, ma si lamentano già per le tempistiche relative alle procedure di bonifica e così sono in ritardo di 15 giorni con la consegna del cantiere all’impresa. Calma, siamo pur sempre in italia.

Visitiamo con i due progettisti l’area, una ex B2. Con questa sigla il Comune aveva identificato  147 aree definite come ‘zone di recupero’  in contesti caratterizzati da una generale disomogeneità della qualità edilizia e da un tessuto urbano frammentario. Suddivise in 4 gruppi, per rendere più rapido l’iter burocratico, sono state oggetto di variante al PRG e quindi dotate di norme attuative particolari. Che significa scavalcare il Piano Particolareggiato e procedere direttamente alla concessione –o super dia, se concesso.
Per quanto riguarda questo lotto non vi era una specifica Convenzione vincolante, ma solo due prescrizioni:  l’obbligo di costruire in cortina e in accosto ai fronti ciechi –da cui l’alta densità, con un indice di 5 mc/mq- e destinazione residenziale libera per minimo il 75% del costruito, che la committenza ha voluto saturare al 100%.

La costruzione potrebbe andar via spedita: si prevede la predisposizione di diaframmi tirantati –verificati già i sottoservizi a rischio-, 2 piani interrati di parcheggi oltre che uno fuori terra al piano terra, con accesso da rampa interna alla corte, per 5 piani fuori terra ed un ultimo livello di ambienti accessori senza permanenza di persone.
L'utilizzo di blocchetti di calcestruzzo cellulare Ytong -calcestruzzo aerato autoclavato in sabbia, calce, cemento e acqua- per i tamponamenti esterni permette di ottenere senza difficlotà con 40cm di spessore la classe energetica A.
Il render che invita all’ufficio vendite è molto realista, un disegno senza gli impacci o ammiccamenti della serie ‘com’era dov’era t’el chì la vecchia milàn’, che spesso caratterizza progetti di ricucitura in aree storiche, al fine di evitare discussioni con commissioni varie.
Tre blocchi scale –testate laterali e d’angolo- per le fughe dai parcheggi e la distribuzione, per una ventina di appartamenti con numerosi trilocali e qualche bilocale.
All’interno logge/ballatoi in aggetto e superfici trattate ad intonaco.
All’esterno rivestimento in pietra arenaria.

Il fronte esterno prevede un attacco al suolo con affacci ciechi –essendovi box- apparentemente molto duro, sprovvisto di trasparenze verso l’interno, ma coperto dalle logge sovrastanti aggettanti il corpo di fabbrica. Appare chiaro però, se allarghiamo lo sguardo al contesto, la forza e il senso della zoccolatura così composta ‘per sottrazione’, che richiama la composizione degli edifici attigui. Il trattamento sincopato dei prospetti verso strada sembrano porre maggior attenzione alla vibrazione data dalle logge che riprendono con espressione contemporanea il tema dei balconi degli edifici attigui più che sulla testata d’angolo, cui è dedicata una sorta di ostentata indifferenza, equilibrata però proprio dalla relazione che si instaura ancora una volta con il carattere degli edifici attigui su entrambi i lati rettilinei. Un modo piuttosto efficace di tradurre la maniera tipicamente milanese di inizio ‘900 -liberty trattenuto, zoccolature solide, decorazioni delle cornici e dei balconi- attraverso una apparente libertà nella composizione dei vuoti e la giustapposizione delle parti in intonaco e in pietra, a restituire profondità al prospetto stesso.

L’interno invece appare più ‘ordinato’, attraverso la scansione rigorosa dei ballatoi/logge, segnati dalla regolarità dei tubolari zincati dei parapetti, lungo le fasce di piano, con controllata asimmetria, e il coronamento in zinco titanio, in omaggio al neoclassico d’oltralpe.
Come dicevamo una capacità sintetica di grande efficacia, sortilegio riuscito nel gioco di equilibrio tra nuovo ed esistente, in cui l’intersecarsi delle accorte regole compositive con un linguaggio e materiali contemporanei portano ad un esito felice che ci fa ancoracredere che l’immagine di questa città possa rinnovarsi sul serio, divisa tra interventi di noiosa riproposizione mimetica e modernismi megastrutturali nati vecchi e buoni per una bassa colonizzazione da terzo mondo.

Aria nuova, che ce n’è proprio bisogno.


Francesco de Agostini


Nuova costruzione ad uso abitativo
Via Procaccini 17, Milano
Superficie territoriale: 770 mq  
Superficie lorda pavimento: 1284 mq

Progetto Architettonico: 2010
Realizzazione 2011-12
Progetto: MODOURBANO Architettura (Team: Arch.Marco Zuttioni, Arch.Stefano Cergna, Arch.Luca Romagnoli)
Direttore Lavori: Arch.Marco Zuttioni
Progetto strutture e D.L.: Ing.Stefano Corsi, Ing.Leonardo Catarzi
Responsabile Sicurezza e Lavori: Ing.Alessandro Milesi
Progetto Acustico: Ing.Sauro Gianni
Progetto Impianti: Ing.Francesco Bartoli, Ing.Massimo Agostini
Indagine Geologica: Geol.Davide Roverselli
Impresa Costruttrice: Phoenix srl
Committente: Procaccini 17 srl

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