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EXPOP

Dal 28.07.2011 al 28.09.2011

P come partecipazione: un incontro tra associazioni per fare cerchio attorno ai temi del parco agro alimentare, al di là e al di sopra delle polemiche della politica

L’associazione  “Cambiamo Città, Restiamo a Milano”, nata dalla dichiarazione di continuità dell’impegno politico di Stefano Boeri all’indomani delle primarie di novembre 2010,  ha invitato martedì 26 luglio 2011 comitati ed associazioni attive sui contenuti che costituiscono il tema di expo 2015 ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’ ad incontrarsi per fare cerchio e guardare oltre le beghe politiche in corso riguardo le modalità di azione e le strategie di relazione con gli altri soci istituzionali del Comune in questa avventura, ereditate dalla precedente amministrazione.

Mauro Mercatanti, che insieme a migliaia di zanzare fa gli onori di casa nella corte della cascina Cuccagna, -una piazza che testimonia antichi sapori e principi di convivenza, dirà Milly Moratti-  chiede ‘come sta Milano?’  ai tanti interlocutori della serata, e Giorgia Fazzini, moderatrice dell’incontro gli fa eco spiegando che l’inedita P finale sta appunto per ‘Partecipazione’, dando così subito la parola alle varie rappresentaze di Associazioni presenti.

Una lunga sequenza di realtà attive sul territorio, dalla ‘casa delle associazioni’ che parla de ‘l’assemblea dei popoli’ da lanciare nei giorni dedicati alla sicurezza alimentare di ottobre, ai social expo; dagli agricoltori del distretto agroalimentare milanese, al FAI, che rilancia ‘la strada del formaggio’ come voce rappresentativa del parco agricolo sud. E ancora: altra economia attenti alla filiera corta, il comitato cascine che sottolinea la risorsa preziosa delle 60 cascine comunali, che fanno da corona al territorio milanese, tra attività agricole, sociali e di rete. Ma anche Elio, in diretta telefonica, che rilancia un appello preelettorale: al sindaco, perché dia un segno di discontinuità come promesso; a Formigoni, che si ponga per una volta al servizio dei cittadini, e non da sovrano quale ama apparire; ai cittadini, perché fatto il nuovo sindaco bisogna rimboccarci tutti le maniche e lavorare sodo. E poi ARCI e la rete civica del progetto cives, il parco dei navigli, Expo diffusa e Politecnico, le mense biologiche che raccontano quanto Milano Ristorazione pur essendo il ristorante più grande d’europa -80.000 coperti al giorno- non sia per nulla bio. Quindi Kuminda e il diritto globale al cibo, la Milano Civica per l’Expo satellite, la rete urgency che sottolinea il rapporto virtuoso e necessario tra proposte e politiche. E infine cascina Cuccagna, esempio agito di cosa possa di fatto diventare la realtà delle cascine milanesi.
Dunque un arcipelago di proposte che dicono come Expo diffusa sia già una realtà.

È quindi l’assessore arch. Stefano Boeri a introdurre la seconda parte della serata, raccontando alla folta platea l’aspra discussione avvenuta in consiglio il giorno prima, sottolineando quanto al sofferto voto a favore dell’ADP (accordo di programma) corrisponda l’appassionato voto dedicato alle aspettative riposte con fermezza rispetto a Expo parco agroalimentare.
Un tema ad alto contenuto tecnologico, a dispetto di quanti ne hanno stigmatizzato il valore al futuro. Perché, dice, bisogna uscire da questo medio evo, e smettere di pensare che il valore dei terreni sia solo nei metri quadri potenzialmente costruibili. Milano, con i suoi 55miliardi di euro di  ‘green economy’, chiede il parco agroalimentare per il dopo Expo, in ossequio, per altro, al referendum di giugno.
Il parco è risorsa pubblica, pagato con soldi pubblici, e tale deve rimanere: un luogo di divulgazione dei talenti, delle filiere virtuose agroalimentari. Dunque la convinzione che questa mozione del Consiglio Comunale farà compiere passi avanti, verso un Expo che ci sarà e che cominceremo anzi a fare subito, perché il soggetto non sono il numero di visitatori ma la città di Milano.

Carlin Petrini, ispiratore del progetto degli orti planetari assieme alla Consulta architettonica, si dimostra sempre una potenza della natura. È amareggiato dal voto del consiglio, pur consapevole delle difficoltà del mandato al sindaco. Ma non accetta che si paghino i terreni in funzione dell’indice di edificabilità che gli si è riconosciuto. Con Rizzo, presidente del Consiglio comunale, ripete: vi consegniamo la nostra indignazione.
Sottolinea in positivo come invece sia cambiata la concezione della politica tra i giovani, ben al di la degli schieramenti ideologici, fondata sulla difesa dei beni comuni.
Ha assistito attonito alla volgarizzazione delle serre a fronte del valore che hanno nei confronti della rappresentazione sia della produzione, che della sua trasformazione agro alimentare. Si appella al piacere dell’alimentazione contro un sistema agroalimentare planetario criminale: una produzione per 12 miliardi di abitanti, di cui il 50% viene buttato. Ricorda come con i GAS (gruppi di Acquisto Solidale) siamo co produttori e non più consumatori.
Esorta infine il mondo delle associazioni a volare alto: ‘coi piedi nel locale portate lo spirito alto a livello globale.
Il sole nasce per tutti. L’importante che non tramonti nelle nostre speranze
’.

Carlo Greco, di Coldiretti Lombardia, asseconda alcuni dei paradigmi enunciati da chi l'ha preceduto, aggiungendo un altro grado di necessità: l’agricoltura non è de localizzabile.

Franco Berrino di cascina rosa: se per il III mondo la qualità è nell’avere un pezzo di terra per coltivarsi l’orto, nel I invece è poter scegliere cosa mangiare e non essere scelti dal cibo.
Così come la monocultura ha distrutto l’agricoltura nel centro Africa, una Expo supermercato è demenziale per tutte le ragioni dette fin qui: facciamo un Expo senza Coca Cola.

Milly Moratti sottolinea l’anacronismo del Bie nel concepire ancora Expo come una Fiera campionaria: il simbolo di Expo 2015 deve essere il parco sud.

Il prof. Stefano Bocchi della facoltà di Agraria, ricorda come la rivoluzione verde degli anni ’60, mirata all’aumento quantitativo della produzione unitaria, di fatto abbia accelerato il collasso. Descrive il mondo della produzione ‘a clessidra’: a fronte di milioni di produttori e di consumatori riposti nei due opposti bulbi, le regole sono fatte da 4 o 5 grandi company. Colture antiche che vengono perse –la cassava ( altrimenti nota come mandioca, manioca, tapioca, yucca, n.d.r.) in africa si è persa. Oggi l’ innovazione non deve essere più tecnologica ma agronomica.

Nel giro di chiusura Stefano Boeri ribadisce l’impegno ad una Expo che si fa attraverso le risorse che sono proprie di Milano: la biodiversità, gli orti -40.000 ettari di parco agricolo sud-, l’agronomia e la saggezza contadina, e la convivialità, con 150 comunità e tradizioni culinarie differenti.
Ma soprattutto che si deve fare attraverso le reti: ‘noi stiamo governando per loro e non per Infrastrutture Lombarde. Per questo, non lasciateci soli’.

Carlin Petrini descrive la crisi odierna non lineare ma entropica. Per questo la soluzione non è il consumo, ma una minor dissipazione, in cui la questione agro alimentare è destinata a diventare discriminante. La finitezza delle risorse porta a nuovi paradigmi, a partire dal consumo individuale piuttosto che dal produttivismo sfrenato.
Un richiamo insomma al ritorno dei giovani alla terra, perchè 'i contadini di domani sono gli intellettuali della terra'.

Stefano Bocchi invita ad imparare dal modello di sviluppo agricolo: dall’utilizzo di ogni risorsa della natura, oltre la discesa a valle dell’intensivo. Un invito a vedere la pianificazione un esercizio intersettoriale, così come la Polis era un unicum tra città e campagna: non è l’agricolo contro la città, perché siamo tutti cittadini.

Sono così volate 3 ore di intenso dibattito, e ancora in molti vorrebbero intervenire. Per questo e con questo entusiasmo l'incontro si chiude con la proposta di aggiornare la discussione ad inizio settembre, quando anche le linee d’azione dovranno incominciare a dipanarsi.

 Francesco de Agostini

 

E' possibile vedere gli interventi registrati qui.

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