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Leopoldo Freyrie nuovo Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti

From 21.03.2011 to 19.04.2011

Consigliere dell'Ordine di Milano dal 1990 al 1997, Leopoldo Freyrie è stato eletto dal nuovo Consiglio entrante il 16 Marzo 2011. Un'intervista

Un'intervista

Leopoldo Freyrie sin dal 1990 affianca ad una solida attività professionale l’impegno istituzionale:  consigliere dell’Ordine di Milano fino al ’97, quando è eletto al Consiglio Nazionale degli Architetti PPC.  Al suo interno si è in particolare occupato dei rapporti con le istituzioni internazionali: nel 2000 è tra i fondatori del Forum Europeo per le Politiche Architettoniche, nel 2001 è rappresentante del Governo Italiano al Comitato Consultivo per la Formazione di Architetto presso l’Ue; nel 2004 è Presidente del Consiglio degli Architetti d'Europa e nel 2007 è designato dal Ministro dei Beni Culturali membro del Consiglio Italiano del Design. È stato Relatore Generale del XXIII Congresso Mondiale degli Architetti a Torino nel 2008 ed è Amministratore dell’Istituto di Cultura Architettonica che lo ha organizzato.
Il 16 marzo 2011, eletto al suo terzo mandato, è nominato Presidente dal nuovo Consiglio, cui succede a Massimo Gallione, subentrato in corsa nel 2009 al compianto Raffaele Sirica.

Lo raggiungo telefonicamente di ritorno da Roma, dove per i prossimi 5 anni sarà alla testa di un gruppo che definisce ‘molto rappresentativo ed efficace, sia per provenienza geografica che origini professionali’.  

 Il nuovo esecutivo è così composto:

Leopoldo Freyrie, Ordine di Milano – Presidente
Salvatore La Mendola, Ordine di Agrigento  – Vicepresidente
Franco Frison, Ordine di Belluno  – Segretario
Pasquale Felicetti, Ordine di Pescara  – Tesoriere

Giorgio Cacciaguerra, Ordine di Udine
Pasquale Caprio, Ordine di Salerno
Matteo Capuani, Ordine di Frosinone
Simone Cola, Ordine di Sondrio
Ferruccio Favaron, Ordine di Lecco
Massimo Gallione, Ordine di Novara
Raffaello Frasca, Ordine di Palermo
Alessandro Marata, Ordine di Bologna
Paolo Pisciotta, Ordine di Napoli
Domenico Podestà,  Ordine di Genova
Luisa Borinato, Ordine di Vicenza, a rappresentanza della sezione B

Dunque una miscela di professionisti, funzionari della pubblica amministrazione e docenti universitari, eletti dai 105 Ordini locali in rappresentanza di 150.000 iscritti: una responsabilità non da poco, stante la situazione di crisi attuale che attraversa non solo la nostra professione.
‘il vicepresidente è Direttore del Genio Civile di Caltanissetta, per esempio. Ma accademici sono Cacciaguerra, Marata, Frasca, Favaron, un' importante combinazione che già negli Ordini locali sta dando i suoi risultati’.

E che si deve esprimere nelle relazioni interprofessionali, in primis nei rapporti con la Pubblica Amministrazione: ‘controllato e controllore devono avere lo stesso fine e un rapporto reciproco, paritetico e rispettoso che scavalca atteggiamenti di opportunismo o  sospetto’.
‘Con il ministro Brunetta è già in corso',
mi racconta, 'la promozione di sistemi on line che scavalchi, attraverso la trasparenza del processo, inutili pretestuosità e incertezze.
Il sistema Mude -già promosso a Torino e a Roma-  è un sistema aperto e flessibile, compatibile con i diversi sistemi informatici presenti nelle diverse amministrazioni.  Costituisce una scrivania elettronica, che grazie anche alla posta certificata eliminerà parte degli intralci correnti ’.

E poi nei confronti dell'accademia, ‘condividendo le linee di formazione per chi accede alla professione, oltre che nel rendere più evidente il diverso ruolo che Università e professionisti devono avere distinti rispetto al mercato del lavoro’.

Inevitabile parlare della condizione dei giovani che si affacciano alla professione. L’alta disoccupazione impone aiuti concreti perché questa non sia una generazione persa, a partire dall' informazione.
‘Ovvero informarli con senso pratico di cosa significa mercato, metter su studio, a quale condizione economica vanno incontro, quale strategia è necessaria per cercare committenza’. Ampliare il contesto, sia pubblico che privato, fornendo informazione su quanto avviene a scala globale.

A questo serve la rete degli Ordini locali, ‘che deve avere rapidità di scambio, perché le risorse non si sprechino in doppioni, perché si adoperino a sviluppare competizione verso l’esterno piuttosto che in un’inutile concorrenza interna’.
Come?  Il rapporto capillare degli Ordini locali coi propri giovani iscritti è in grado di mostrare cosa esiste fuori dal distretto, orientandoli verso la regione/mondo: ‘Ma se il 50% dei laureati non parla inglese, il lavoro da fare è molto’.

‘Bisogna ricordare il contributo naturale del nostro mestiere all’etica generale, così legato ai principi di qualità e sostenibilità: al servizio della società, oltre le leggi dell’economia, creare alleanze culturali, a beneficio di ambiente e società’.
Accenno allora alla riforma delle professioni. 
‘Ho poca fiducia, sono 20 anni che non si muove.
Io credo che, nei limiti della norma, ci sia molto spazio per muoversi, e si possano raggiungere obiettivi anche senza aspettare una riforma complessiva.
Per esempio per le società di professionisti e i benefici fiscali che possono godere: perché non dovremmo accedervi anche noi architetti? E’ possibile passare questo  e tanti altri concetti anche senza una riforma complessiva: saremo più avanti della politica, e sarà la politica a rincorrerci’
.

Insomma, rimbocchiamoci le maniche.
Buon lavoro, presidente.


Francesco de Agostini

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