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Expo 2015: Variante a tutto VAS?

Dal 12.04.2010 al 12.04.2011

Il13 aprile si è svolta l'Assemblea pubblica di presentazione del Rapporto preliminare VAS dell'area Expo Fiera, senza però il nuovo Progetto di Variante. un altra occasione persa?

La Direzione Centrale Sviluppo del Territorio, settore Progetti Strategici del Comune di Milano, ha convocato, piuttosto in sordina,  a giudicare anche dal numero dei convenuti, il primo Forum Pubblico per l'illustrazione della proposta di Variante Urbanistica e del Rapporto Preliminare relativo il Procedimento di Valutazione Ambientale Strategica dell’area Expo 2015.

L’architetto Giancarlo Tancredi, funzionario responsabile del settore, ha presentato l’incontro come forma di espletazione del modulo partecipativo previsto dalla norma, cui succederà un incontro a fine maggio per la presentazione delle Valutazioni Ambientali Strategiche scaturite dal lavoro del gruppo incaricato, un pool composto da Tecno Habitat spa, Centro Studi PIM, NQA srl e Poliedra – Politecnico di Milano.

Un occasione mancata per la discussione con 'i settori del pubblico interessati al procedimento' riguardo La Variante Urbanistica identificabile nel nuovo Masterplan –che dovendo essere presentato al BIE il 1 maggio è presumibilmente disponibile- sulla quale dovrebbe applicarsi l’esercizio di VAS, ridotta invece in questa occasione alla presentazione dei criteri metodologici che il folto gruppo di tecnici incaricati ha identificato.

Per questo si manifesta subito un certo scontento nella sala a veder scorrere ancora le immagini delle ‘linee guida della consulta architettonica’, già presentate a settembre 2009, piuttosto che il ben più impattante progetto di Masterplan di cui solo la stampa ha dato qualche recenti anticipazione.

Il Prof. Emilio Battisti si fa portavoce, lamentando con fermezza quanto non abbia senso valutare un progetto che non è più attuale, essendo emerse radicali trasformazioni, per poter entrare nel merito degli esiti strategici dell’intervento.

Il dott. Andrea Zerioli ribadisce come l’incontro sia un adempimento di una norma che chiede osservazioni in fase di costruzione della Valutazione stessa, quindi nulla di definitivo.
Trattandosi di una fase procedurale intermedia, è un incontro limitato agli aspetti metodologici, per altro già presentata il 2 marzo alla prima conferenza di valutazione.

La parola è quindi data all’ing. Massimo Di Felice, amministratore delegato di Tecno Habitat spa, che illustra le priorità identificate dal rapporto preliminare, volte a evidenziare le criticità e a interagire con la società di gestione Expo 2015 per la costruzione di criteri sostenibili, suddividendo in 3 fasi di vita dell’area le analisi da compiere  -planning (progetto), stageing (evento) e legacy (eredità)- per una valutazione strategica riguardo il corretto svolgersi dell’evento.
Sono 7 i punti su cui si focalizza.

1- Trasformazione urbana e territoriale, basata sull’accordo di programma del 2008, che colloca l'area nel PGT con un indice UT da capogiro per un area agricola, 0,6 mq/mq.
Qui sottolimnea l’effetto sinergico delle aree di Arese, Ospedale Sacco e Fiera nello sviluppo dell’area.

2- Accessibiltà, a partire da una infrastrutturazione esistente già congestionata. Il suggerimento strategico è unificare il biglietto per ogni supporto: gomma ferro, misto dolce (piste ciclabili).

3- Effetti climalteranti: puntare al rispetto del patto di diminuzione CO2 al 2020, in attesa delle indicazioni del Progetto Clima del Comune di Milano.

4- L’acqua: questioni di protezione ed irreggimentazione, utilizzo irriguo

5- Assetto eco-paesistico, il cui fulcro appare la cascina triulzia, e il sostema dei navigli

6- Pressione sui servizi: percolo, acque grigie di recupero, ma anche l’energia elettrica per il condizionamento, trattamento aria

7- Gestione della sicurezza: i rischi interferenti riguardo la legge 81, ma più in generale della sicurezza nazionale.

Insomma, l'elenco di alcune delle criticità che il progetto deve affrontare, rimandando a data successiva le proposte di strumenti e indirizzi per  farvi fronte.
Emerge subito evidente la domanda, tra molti: e dopo? Si parla di 'legacy', ma poi nel decalogo non se ne fa menzione.

Giancarlo Trancredi se ne rende conto, tanto che timidamente accenna al ridisegno delle aree e soprattutto pensando alla VIA, procedimento successivo alla VAS.

Le domande fioccano copiose:
l’arch. Filippo Quaranta sottolinea come non sia visibile il confine dell’area considerata strategica dell’impatto,  essendo da quanto mostrato lo Scoping limitato al perimetro d’area, non circostanziato parlando di mobilità, a solo titolo di esempio.

Il Prof. Emilio Battisti ribadisce l’inutilità di compiere questa presentazione fondata su un documento di progetto ampiamente superato nel merito, per cui ogni osservazione non ha peso realistico, e la consultazione svuotata di contenuto. Come è infatti possibile formulare quesiti se non è chiara la proposta strategica?

Sergio Cannavò, vicepresidente di Lega Ambiente, denuncia la scarsa informazione riguardo l’evento odierno, la partecipazione come strumento di deliberazione non può funzionare in questo modo.
Nel merito, chiede:
- se prevista una fermata dedicata all’area Expo del Passante,
- se del dopo expo sussistano riferimenti sociali legati all’uso dell’area,
- se si sono fatti approfondimenti di genere idrogeologico riguardo pericoli di esondazione .

Un proprietario di aree attigue ricorda come l’assetto idrogeologico attuale dell’area sia definito da terreni di esondazione, quindi si chiede cosa ne sarà poi, se l'area non corre il rischio di trasformarsi in una grande palude.

Il Prof. Sergio Brenna, Urbanista del Politecnico, punta l’indice sulla carenza di ‘legacy’: cosa ne sarà poi?
Ora è area agricola perché non vocata ad altro uso, men che meno residenziale: è demenziale anche solo darne l’eventualità. Per questa ragione dovrebbe rimanere pubblica. La proprietà delle aree è sostanziale, e se come aree a destinazione agricola valgono circa 130 milioni di €, concedendo un indice UT di 0,6 il suo valore impenna a 6/700 milioni di €, a fronte del quale ben più ragionevole sarebbe proporre un 0,15 di UT perequabile su altre aree, per un valore dell’area di circa 250 nilioni €. Ma a prescindere dai valori di acquisto bisogna concentrarsi prima di tutto su quale uso pubblico proporre per il post-expo.

Mario Rossi accenna all’infrastrutturazione di cui beneficiano aree limitrofe quali Arese/Alfa Romeo e le aree Stephenson, di proprietà Ligresti, dotata di indici edificatori di Piano stratosferici. I vantaggi acquisiti, propone,  andrebbero calcolati negli oneri delle opere che in queste aree beneficeranno.

Murfula, del WWF, sottolinea  l’analogia con la VAS compiuta sugli scali ferroviari, dove si compie lo stesso errore di perimetrazione dell’area urbana specifica e non quella coinvolta nel reale indotto. La via d’acqua, il tema dell’accessibilità sarebbero così esclusi dalle indicazioni della VAS.
- su orti e serre: benissimo ma attenzione alle epidemie provocate da piantumazione di  essenze che possano avere impatto negativo.
- le proprietà, quale accordo di programma sussiste sul regime di proprietà? Questo naturalmente condiziona le funzioni future.

È Giancarlo Tancredi a chiudere, ricordando che è comunque necessario, per ogni osservazione, tra cui quelle emerse nella giornata, scrivere per comunicare e poter verbalizzare per avere la controdeduzione di prassi.
L'unico indirizzo che trovo è: giancarlo.tancredi@comune.milano.it.

A conti fatti, un’altra occasione persa per la nostra città.


Francesco de Agostini

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