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Resoconto della serata con Matteo Thun

Dal 18.05.2010 al 18.06.2010

Incontro con Matteo Thun per il ciclo di serate a tema dedicato al progetto e ai materiali. E il progetto: 12 Maggio 2010

E' il progetto
Conversazione con Matteo Thun organizzata da DE CARLO INFISSI in collaborazione con le riviste ABITARE e COSTRUIRE
12 maggio 2010
Sono intervenuti: Matteo Thun, Maurizio Favalli, Marco Fedele

Terzo e ultimo incontro promosso dalle riviste COSTRUIRE ed ABITARE presso la sede dell’Ordine sul tema del progetto e materia.
Un ringraziamento particolare all’architetto Matteo Thun per la sua partecipazione viene dalle redazioni di Abitare e Costruire mentre in apertura di serata prende la parola Marco Fedele che, a nome della ditta De Carlo, introduce il tema della laccatura degli infissi mediante vernici nanotecnologiche che, entrando nei pori del legno con particelle infinitesime, garantiscono minor spreco di vernice e massima trasparenza.
Non è d’accordo l’architetto Matteo Thun, che già da 10 anni non prevede vernici nei capitolati dei suoi progetti. I suoi princìpi categorici di progettazione e realizzazione sono ben chiari: l’infisso non è più separato dalla costruzione ma integrato e come tale va trattato, bisogna favorire la prefabbricazione che permette una decisa economia di produzione e soprattutto evita una serie di problemi di interfaccia di cantiere con le maestranze ed infine, at last but not least, il progetto deve rappresentare l’estetica dell’invisibile. Cosa significa l’estetica dell’invisibile? Significa realizzare architettura a “triplo zero”, un concetto sviluppato dall’architetto e ingegnere tedesco Werner Sobek, impiegando materiali con 0 emissioni di Co2, 0 chilometri percorsi e 0 produzione di rifiuti. Matteo Thun ha visto da tempo l’esigenza di mutare le logiche e i linguaggi della creatività: fallita, secondo lui, l’esperienza della case ad energia passiva ora bisogna puntare sull’architettura sostenibile e prefabbricata, su progetti low budget e di veloce realizzazione. Tutti i suoi progetti perseguono chiaramente questi obbiettivi, accomunati dall’amore per il legno e le sue molteplici possibilità, e la carrellata delle immagini, che Thun accompagna con spiegazioni e divertenti aneddoti, ci porta dal primo progetto prefabbricato del Virgilius Mountain Resort (progetto low budget), alle torri Edel Wiess in Austria dov’è riuscito a risparmiare il consumo del suolo ottenendo al contempo la visuale di tutto il ciclo solare. Le realizzazioni sono proseguite con il Goms Village in Svizzera dove un villaggio abbandonato di contadini è diventato un hotel, con la felice esperienza delle prime case popolari prefabbricate in legno a Motta di Livenza, con la Bio Power Station in Germania per la delocalizzazione della produzione energetica ricavata dalla combustione degli scarti dei boschi ed infine la Hugo Boss Industries che ha vinto diversi premi per la riuscita accoppiata tra legno (involucro esterno) e acciaio (struttura).
Non è mancato un salto nei progetti di design, dove Thun utilizza la percezione sensoriale del legno non trattato per creare oggetti di uso quotidiano che diano piacevoli sensazioni di benessere. L’architetto altoatesino ha disegnato anche un tavolo riutilizzando le briccole in disuso della laguna di Venezia: se per qualcuno potrebbe sembrare semplicemente legno deteriorato, per Thun è un preziosissimo legno arricchito dal tempo.
In conclusione Matteo Thun esorta all’utilizzo del legno non solo per le sue qualità estetiche ma anche per rispetto nei confronti di una nuova categoria di clienti più sensibili all’ambiente. Thun non vuole sentir parlare di crisi ma semplicemente di riorganizzazione del mondo che sarà sicuramente migliore per il futuro nostro e dei nostri figli. Thun estende anche all’architettura il pensiero di Italo Calvino che, nei suoi “Six memos for the next millennium” suggeriva le qualità che avrebbero dovuto avere una scienza e una letteratura capaci di nutrire il XXI secolo: leggerezza del prodotto e del pensiero, rapidità di percezione, esattezza, molteplicità di scenari, consistenza estetica e tecnologica. Maurizio Favalli, direttore della rivista Costruire, chiede a Thun che cosa sia per lui la sostenibità: “sostenibilità è produrre benessere” è la risposta.
Botta e risposta finale con Marco Fedele sulle variazioni cromatiche naturali del larice, esaltate da Thun e l’importanza della vernice protettiva difesa da Fedele.
Per l’architetto è importantissimo conoscere i criteri delle certificazioni in modo da poter precertificare i progetti e, ad esempio, non dover prevedere alcuna manutenzione per i primi 15 anni di vita di un edificio. Ora lo studio Thun sta procedendo a far certificare un climahotel… a Milano, dove non si vede mai il cielo, Thun si chiede come sia possibile che ci siano tante stelle sulle porte degli hotel!

Laura Truzzi


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