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Studio Invernizzi - con Ivana Invernizzi in via De Notaris a Milano

From 09.06.2008 to 09.06.2009

A Milano, dritto dritto in fondo a viale Padova, dove inizia via Adriano, passa la Martesana. sulla sponda nord, in fondo alla via De Notaris…

A Milano, dritto dritto in fondo a viale Padova, dove inizia via Adriano, passa la Martesana, naviglio lungo cui si può passeggiare e sentirsi in un luogo che non sembra proprio dove sei in realtà.

L’intervento appena concluso che sto andando a visitare con Ivana Invernizzi, sua progettista, si trova sulla sponda nord, in fondo alla via De Notaris che vi si tuffa dentro. Alle sue spalle, sempre in fregio al naviglio, un cantiere invece appena aperto, in fase di scavo. Il confronto tra i due lotti è naturale, malgrado nel racconto dell’architetto, progettista di entrambi i lotti, tale banale deduzione non sarà infine affatto scontata.

Si tratta di edilizia residenziale di nuova costruzione. Sorge su di un lotto precedentemente occupato da un capannone artigianale. Nel piano è indicata come zona R e quindi la destinazione residenziale non poneva alcun ostacolo, cosa che altrove abbiamo visto assai problematica.

Il progetto, del 2005, ha avuto un iter piuttosto lungo, legato ad alcune indecisioni e palleggiamenti operativi tra ufficio tecnico e ufficio urbanistico del Comune. Sono state richieste più alternative progettuali che la commissione edilizia ha voluto poter vagliare: una mancanza di comunicazione tra i vari uffici competenti, spola che i professionisti dediti alle opere di nuova costruzione in città conoscono bene.
Inoltre il vincolo ambientale ‘navigli’ imponeva particolare attenzione al paesaggio, soprattutto nel disegno dei fronti… Già, ma quale paesaggio?

Il fraintendimento sul paesaggio è diffuso, la scala di riferimento spesso arbitraria, il facile rimando a ciò che sta intorno non per forza indice di qualità.

Comunque sia, attraverso questa singolare pratica dell’alternativa, l’impianto viene concesso e costruito in poco tempo e tanta qualità. L’operatore è consapevole di diminuire i margini ma le vendite sono immediate. Per cui si conferma il secondo lotto al progettista.

E qui si pone la questione più singolare della faccenda. Il progettista infatti immaginava logicamente un intervento in continuità col precedente –essendo per altro parte a questo punto preponderante del suo paesaggio, no?- ed invece la commissione edilizia boccia la proposta, con due righe di richiesta, piuttosto generica, di un “carattere di minor impatto”.
La sorpresa è spiegata pare con l’avvicendamento della commissione edilizia, che evidentemente intende il rapporto col paesaggio a scala diversa. Fatto sta che il progetto presentato, benaccetto al committente dati gli esiti del primo, deve essere modificato nel senso che in questa nuova interpretazione il rapporto col paesaggio si traduce in: minor impatto possibile.

Ma perché minor impatto significa, in mezzo alla alta densità attigua, alla discontinuità legata alla compresenza dei tipi a ballatoio con i condomini popolari anni’60, per non parlare poi dei residui industriali ‘900, perché significa dunque smorzare, rendere anonimo il carattere dell’involucro? Ma scusa, in zona densa, emerge di più un vuoto o viceversa un pieno di pari entità?

Risultato: il progetto si modifica e il secondo edificio si pone rispetto al naviglio e al contesto paesistico in maniera diversa rispetto al primo: mantiene la tipologia di edificio isolato al centro del lotto, aggregato attorno al corpo scala vetrato, ma questa volta va a saturare la superficie costruibile del lotto a vantaggio di una minore altezza (4 piani fuori terra al posto di 6) con una volumetria meno articolata, ruotando la sua giacitura parallela alla Martesana.

Purtroppo non riusciamo ad entrare negli appartamenti del primo lotto, oramai tutti venduti. Un’altra sorpresa è stata infatti che, se da programma il taglio degli alloggi era medio piccolo, molti sono stati acquistati ed aggregati fra loro, arrivando a pezzature sopra i 130 mq. Questo fatto, che ha stupito l’operatore stesso, ha indotto a concepire i moduli del secondo lotto in questo spirito, ponendo cioè in primo piano lo studio della pianta in funzione della collocazione dei montanti degli impianti, punti ‘duri’ della distribuzione in generale, a favore di potenziali aggregazioni successive.

Saliamo in copertura, per cercare di orientarci nei principi del paesaggio circostante, ma non vi riusciamo ad accedere. Andandocene, attraverso il serramento che accompagna tutto il vano ascensore, l’occhio spazia sulle numerose gru verso est, inducendoci ad interrogarci sul destino della nostra città.
Ci congediamo e me ne vado, lungo la Martesana, per fotografare l’edificio dal lato opposto.
in effetti, passeggiare lungo un canale con gli edifici direttamente prospettanti in esso, è un esperienza di intrigante sospensione per Milano…

Francesco de Agostini

 

Primo lotto

Edificio Residenziale per 24 appartamenti, Milano 2004-08
Intervento di nuova costruzione
via De Notaris 4, Milano

Progetto architettonico: arch. Ivana Invernizzi
Collaboratori: arch. Davide Fabbri
Direzione lavori: arch. Luigi Piantanida
Progetto Strutture: Lapa srl
Progetto Impianti: Studio Termotecnico Gran San Bernardo P.I. M. Canesi
Impresa costruttrice: Cierre.C srl Ing. V. Casareto
Committente: Novaimm srl

Secondo lotto

Edificio Residenziale per 18 appartamenti, Milano 2007-in corso di realizzazione
Intervento di nuova costruzione
via De Notaris 2, Milano

Progetto architettonico: arch. Ivana Invernizzi
Collaboratori: arch. Davide Fabbri
Direzione Lavori: arch. Ivana Invernizzi
Progetto Strutture: Ingegneri Associati G. Mori, P. Del Pecchia
Progetto Impianti:Studio di Ingegneria Ing. A. Biancheri
Impresa cosruttrice: Cierre.C srl ing. V. Casareto
Committente: Immobiliare Naviglio Martesana srl

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