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Con Carlo Borgazzi Barbo' al Maciachini di Milano

Dal 01.01.2008 al 31.12.2008

Dopo Alessandro Scandurra, progettista del nuovo Palazzo per Uffici per la sede italiana del Gruppo Zurich, in corso di costruzione in via Crespi all'interno del Masterplan del Maciachini, l'arch. Carlo Borgazzi Barbò, Coordinatore della Sicurezza dell'intero comparto per complessivi 4 cantieri in corso di realizzazione, mi ha invitato a fare una nuova visita dell'area con però particolare attenzione ai temi di sua competenza. Mi è quindi parso di qualche interesse mettere a confronto due diversi aspetti -di carattere compositivo e procedurale il primo, più propriamente operativo sotto l'aspetto del cantiere questo secondo- dello stesso processo, che ci riguardano professionalmente entrambi molto da vicino.

Trattandosi di un lavoro esteso e piuttosto articolato, ho proposto al Borgazzi di concentrare l'attenzione su alcuni aspetti che possano coinvolgere questioni del mestiere più ampiamente condivisibili. In questo senso mi ha suggerito due temi di sicura rilevanza legati a questo intervento: l'affinamento delle norme relative ai pericoli di caduta dall'alto e in seconda battuta all'evacuazione in caso di incidenti di questa natura, con particolare riferimento alle linee guida per l'esecuzione di lavori temporanei in quota con l'impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante funi, come da decreto legislativo n.235/2003.
In questo cantiere si è cioè attivata in modo sperimentale una ricerca deputata alla revisione delle linee guida Regionali sui lavori in corda, in collaborazione con la commissione "gestione delle emergenze" coordinata dallo stesso Arch. Carlo Borgazzi Barbò in seno alla Commissione presso la ASL di Lecco. Tali ricerche e sperimentazioni sono orientate a definire la corretta metodica per la gestione delle emergenze per la evacuazione del personale nell'evenienza di caduta dall'alto in modo controllato e quindi in sospensione, al fine di intervenire adeguatamente onde evitare i danni potenzialmente letali derivanti da una prolungata esposizione, ovvero dalla relativa sindrome da sospensione che, come ci spiega il Borgazzi, in caso di caduta è la principale causa di eventi lesivi o addirittura letali, legata ai tempi di intervento -insomma, già 15 minuti sono troppi.

Per evacuazione quindi si è inteso ampliare la trattazione dalla semplice fuga in caso di calamità -incendio, per capirci-, cosa che in un cantiere edile come questo, date le lavorazioni a secco ed i materiali utilizzati, è piuttosto remota, quanto all' accessibilità a mezzi e uomini delle squadre di soccorso in caso di incidente e il disimpegno di eventuali feriti, cosa affatto scontata. Questo significa da una parte una progettazione capace di confrontarsi con gli ostacoli di cantiere specifici oltre che in divenire, per la segnalazione appropriata dei percorsi, dall'altra una formazione specifica degli addetti.
In particolare sono state messe a punto per le zone interessate al montaggio delle facciate continue apposite sacche sempre disponibili nelle aree di lavoro, dotate di attrezzature idonee all'evacuazione dell'eventuale infortunato. Tale recupero può avvenire a mezzo discensori e quindi dal basso sia quando sussistono ponteggi che nel caso delle facciate continue, ma può avvenire invece dall'alto nel caso le altezze da superare fossero più rilevanti rispetto alla discensione.

Trattandosi poi di 9 piani di facciata in vetro strutturale continuo, da montarsi quindi senza l'ostacolo dei ponteggi esterni, si tratta di un ottimo banco di prova empirico-sperimentale. La commissione infatti, alla luce delle competenze e specificità espresse al suo interno oltre che dell'esperienza delle ditte specializzate operatrici che anche nel corso della mattinata incontreremo, trova un ottimo banco di prova per affinare le tecniche di prevenzione e di recupero descritte.
Esito di tutto questo un apposito corso di formazione per gli addetti impegnati, in collaborazione con il Comitato Paritetico di Milano, tenuti presso ESEM/CTP di Milano.

La consuetudine del nostro coordinatore di coinvolgere nelle questioni inerenti la Sicurezza del cantiere i diversi attori coivolti quali la Direzione Lavori, il Responsabile dei lavori, il Responsabile di cantiere dell'Impresa Appaltatrice e i Rspp delle singole Imprese subappaltatrici, che incontreremo nel corso del nostro sopralluogo, appare un grande vantaggio per l'organizzazione complessiva delle fasi di lavorazione e la loro temporalizzazione, purtroppo come sappiamo non sempre corrisposta nei cantieri in cui il Coordinatore della Sicurezza viceversa è visto sostanzialmente fonte di perdita di tempo oltre che risorse.

Questa chiarezza, anche gerarchica se vogliamo, delle responsabilità e dei ruoli, sottolineata dal Coordinatore, permette di evitare confuse sovrapposizioni nelle eventuali situazioni di crisi, e soprattutto di prevenirle. Borgazzi, accompagnato dall'addetto alla gestione delle emergenze dell'impresa e dal sottoscritto, non avrà difficoltà quindi a segnalare al suo omologo dell'impresa le anomalie che potrebbero emergere durante l'ispezione.
Il fatto poi, come abbiamo sottolineato già nel precedente sopralluogo, che vi siano contemporaneamente lavorazioni di finitura mentre ancora si è in fase di getto degli ultimi piani, cosa che per altro si ripeterà ancora in fase di stesura impianti con le finiture degli interni, rende questo tipo di organizzazione oltre che efficace necessaria a garantire i tempi, estremamente rigorosi, di consegna del lavoro complessivo.

Francesco de Agostini

per le puntate precedenti

 

Area ex Carlo Erba, Milano 2005/9
vie Crespi/Bodio/Imbonati/Bracco, Milano
superficie complessiva: mq 96.000
Progetto architettonico: architetti Maurice Kanah, Alessandro Scandurra, Italo Rota, Sauerbruch e Hutton, Paolo Pasquini
Coordinatore in fase di Progettazione ed esecuzione: arch. Carlo Borgazzi Barbò
Committente: Maciachini Properties Srl
Developer: Europa Risorse

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